No a nuovi impianti geotermici nel territorio comunale di Orvieto. Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione presentata dal Sindaco di Orvieto in cui si ribadisce la propria netta contrarietà alla realizzazione di impianti geotermoelettrici industriali di qualsiasi tipo, comprese le attività di ricerca, che sono ovviamente finalizzate alla presentazione di progetti di impianti.
Nell’atto, inoltre:
– Si riafferma che le specificità del territorio sono di tipo agricolo, turistico, ricettivo, artigianale ed è su queste linee che lo sviluppo economico deve essere indirizzato;
– Si esprime forte preoccupazione per il totale disinteresse mostrato dalla Regione Umbria e dall’ufficio competente nei confronti delle oramai note (ed espresse in ogni sede) posizioni contrarie dei territori alla geotermia;
– Si impegna la Giunta Comunale ed il Sindaco a proseguire attivamente nell’opera di contrasto alla realizzazione del progetto di ricerca presentato da ToscoGeo e Graziella Green Power e di tutti gli altri progetti affini qualora ne vengano presentati in futuro, con tutti i mezzi ritenuti necessari;
– Si impegna, altresì, il Sindaco e la Giunta Comunale a condividere con gli altri Comuni interessati le prossime azioni da intraprendere contro la realizzazione del progetto di ricerca e susseguente sfruttamento di fluidi geotermici, come già fatto negli ultimi anni nel caso dell’istanza della ITW/LKW Geotermia Italia s.r.l.;
– Si impegna, infine, il Sindaco a trasmettere tempestivamente l’atto alla Giunta e al Consiglio Regionale dell’Umbria.
Le premesse del documento sono state illustrate dal Sindaco Germani, il quale ha evidenziato che il territorio del Comune di Castel Giorgio, sulla piana dell’Alfina, ha visto, sin dagli anni ‘70, il susseguirsi di diversi tentativi da parte di ENEL di sfruttare la risorsa geotermica, nessuno dei quali andato a buon fine in quanto le difficoltà, i rischi ed i costi legati al protrarsi di tali attività sono, da subito, apparsi tali da impedirne il proseguimento; la stessa ENEL, in tempi recenti, ha preferito pagare un risarcimento di circa 800.000 euro piuttosto che continuare gli studi e i conseguenti scavi, indicazione chiara delle citate enormi difficoltà e rischi.
Già in data 9 ottobre 2015 l’assemblea congiunta dei Comuni di Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Porano, San Venanzo, Acquapendente, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Marta, Montefiascone, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano, il Commissario Straordinario del Comune di Parrano per dibattere in materia di politiche energetiche, rispetto all’ipotesi di insediamento di un impianto per lo sfruttamento geotermico sul territorio del Comune di Castel Giorgio ma con ripercussioni per una zona molto vasta, ha deliberato all’unanimità, tra l’altro, di esprimere, come territorio interregionale, ancora una volta, un NO deciso ai progetti pilota geotermici, dopo aver già in passato espresso parere negativo alla loro realizzazione, producendo osservazioni e documenti che riguardano sia aspetti tecnici (possibile sismicità indotta, interferenze con le falde dell’acquifero dell’Alfina e con il bacino di ricarica del Lago di Bolsena), aspetti politici intesi come governo ed indirizzo dello sviluppo del territorio legato alla valorizzazione dell’ambiente, dell’agricoltura nella sua multifunzionalità, dell’enogastronomia e della emergenze culturali, attività che verrebbero inevitabilmente compromesse dalla presenza di impianti geotermici.
Nella seduta del 22 marzo 2016, il Consiglio Regionale dell’Umbria approvava, nessun voto contrario, una Risoluzione in merito allo sfruttamento della geotermia sulla piana dell’Alfina in cui, dopo aver constatato “la totale contrarietà espressa con atti ufficiali da parte di tutti gli Enti locali della zona, oltre che dai cittadini e dai numerosi comitati che si sono costituiti per avversare il progetto per la realizzazione di impianti geotermici pilota nella Piana dell’Alfina, circostanza di cui le istituzioni regionali devono assolutamente tenere conto” si esprimeva che “ogni decisione finale sia subordinata al rispetto del principio di precauzione, principio che deve prevalere in tutti gli ambiti che attengono l’interesse della salute della popolazione e della tutela ambientale, come previsto sia dalla normativa nazionale che europea”.
Con sentenza del Consiglio di Stato n. 04352/2017 pubblicata il 18.09.2017 (in cui si reiterano precedenti orientamenti) si osserva che “il potere di pianificazione urbanistica del territorio… il cui esercizio è normalmente attribuito, pur nel contesto di ulteriori livelli ed ambiti di pianificazione, al Comune – non è limitato alla individuazione delle destinazioni delle zone del territorio comunale, ed in particolare alla possibilità e limiti edificatori delle stesse. In definitiva, l’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale, ma devono essere ricostruiti come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo. Il potere di pianificazione urbanistica, dunque, non è funzionale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.), ma è anche rivolto alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici (e segnatamente di quelli ambientali fino al punto di prevedere il c.d. consumo zero di suolo), che trovano il proprio fondamento in valori costituzionalmente garantiti”.
La Regione Umbria, nonostante le predette inequivocabili prese di posizione, in data 14 giugno 2017, ha autorizzato (per la durata di quattro anni prorogabile per non più di un biennio) due permessi di “ricerca del fluido geotermico” denominati “Montalfina” e “Monte Rubiaglio” con titolarità alle aziende ToscoGeo s.r.l. e Graziella Green Power s.r.l., che comprendono, nella piana dell’Alfina, territori dei comuni di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Orvieto ed Allerona, nonostante la netta contrarietà ai permessi di ricerca in sede di conferenza dei servizi espressa dai predetti comuni.
I permessi di ricerca sono necessariamente finalizzati alla presentazione, una volta terminata la raccolta dati, di due progetti di impianti binari per lo sfruttamento della risorsa geotermica, reso imprenditorialmente interessante solo dagli incentivi fuori misura concessi per ogni MW/h di energia prodotto e con ricadute non solo nulle ma persino dannose sulle pre-esistenti economie del territorio, oltre che foriero di seri rischi per la salute e l’incolumità pubblica.
La vocazione del territorio, storicamente, socialmente, economicamente, è di tipo agricolo, artigianale, turistico e ricettivo, definita anche nei vari piani di sviluppo territoriale (aree interne, PSR, ecc…) e, di conseguenza, la decisione unilaterale e senza precedenti dell’ufficio competente della Regione Umbria (con il silenzio della Giunta, che pure ne risulta informata da maggio 2017) è in totale e palese contrasto con le volontà dei territori, espresse a più riprese nelle sedi ufficiali dal Consiglio Regionale, Sindaci, Consigli Comunali, comitati, associazioni e semplici cittadini. I posti di lavoro prodotti nel caso di realizzazione di tali impianti riguardano pochissime unità per la manutenzione occasionale, irrilevanti rispetto al tessuto economico esistente che, invece, ne potrebbe essere gravemente ed irreparabilmente danneggiato.
Il Sindaco ha precisato che la mozione riguarda gli ulteriori nuovi progetti pilota e di verifica di giacimento non quelli in corso di autorizzazione, ed evidenziando che essa conferma quanto già sostenuto da anni dai Comuni interessati. Ovvero i vari Sindaci hanno inteso evitare nuove ipotesi progettuali dando alla Regione l’input politico di contrarietà ad ulteriori azioni e perforazioni del nostro territorio e di giungere alla modifica del piano regionale sulla geotermia.
Il dibattito
Il Capogruppo “Gruppo Misto” (Sacripanti) ha concordato sulla necessità di ribadire la contrarietà dei territori a nuovi progetti, ed ha aggiunto che ciò sarebbe stato auspicabile anche per la procedura di VIA sull’ampliamento del secondo calanco della discarica di cui ancora non c’è stato modo di discutere e su cui invece occorre accelerare i tempi della discussione.
Il Capogruppo di “Identità e Territorio” (Olimpieri) ha dichiarato di votare la mozione che va verso il futuro e ha l’obiettivo di cancellare ipotesi di nuovi insediamenti geotermici. Ha poi aggiunto che da oltre un anno e mezzo si attende che la Regione si pronunci sul progetto della società che vorrebbe impiantare attività geotermica sull’Alfina, quindi è giusto approvare la mozione ma anche integrarla affinché la Regione si attivi per rispondere al procedimento aperto da parte della Società ITV. Al riguardo ha ricordato che la Regione Lazio ha già posto uno stop definitivo che dovrebbe essere posto anche dalla Regione Umbria, mentre invece tecnicamente sta andando avanti la procedura tanto che Cons. Brega ha criticato l’operato degli uffici regionali. Ha concluso auspicando che il Sindaco si faccia carico di tutto l’insieme delle questioni.
La Capogruppo “M5S” (Vergaglia) ha precisato che sugli atti di salvaguardia del territorio è sempre bene la dichiarazione negativa di tutto il Consiglio e ha definito apprezzabile il concetto di ogni e qualsiasi intervento di impiantistica.
Nella breve replica, il Sindaco ha preso atto degli interventi ed ha ribadito che, su questa partita, i Sindaci sono stati chiari: l’obiettivo è preservare il territorio. Ha concluso assicurando di rappresentare in Regione questo esplicito mandato affidatogli dal Consiglio Comunale.
(foto di repertorio)