Il ‘menestrello’ della musica italiana è cresciuto e ha iniziato a esplorare anche le vie del pop, forse la sfida più difficile per Max Gazzè a questo punto della sua carriera. Ma il pubblico apprezza e ieri, a Piazza del Popolo di Orvieto, nell’ambito dell’ “Umbria Folk Festival”.
Il “Maximilian Tour” ha infatti fatto tappa nella città della rupe, con oltre due ore di musica che ha ripercorso una carriera di successi, dall’album di esordio del 1996 fino a “Maximilian”, quello che ha consacrato Gazzè come uno degli artisti italiani più apprezzati anche all’estero. Imminenti sono infatti le tourneè in Canda, Usa, Giappone e Cina, dove Gazzè sperimenterà questa nuova anima pop, già viva nella collaborazione con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi. I suoni sono sempre quelli morbidi, un pò vintage e sinceri, ma con incursioni nel prog., e a volte synth, frutto di una sperimentazione che il musicista romano ha provato durante la composizione di “Maximilian”. L’ironia, la dolcezza, e un approccio intimistico alla vita, sono sempre alla base di testi che entrano facilmente nel cuore di chi ascolta. E non è una cosa scontata.
“Ti sembra normale” ha lanciato il musicista ai vertici delle canzoni più suonate nelle radio e dei singoli più venduti ed è la conferma che Gazzè è riuscito nell’operazione più difficile, cioè quella di fondere in un genere orecchiabile “che piace anche i bambini” – come lui stesso dice – testi ricercati e intimamente recepiti dal pubblico.
Emozionanti alcuni momenti del concerto, con il saluto ad Anna Marchesini, la grande artista orvietana scomparsa lo scorso 30 luglio, e la perla rara di un “Timido ubriaco” versione acustica.
Gazzè ama suonare e si vede, sul palco non ci sono soste, propone un repertorio vasto e molto apprezzato al pubblico, riservando al finale i brani più ‘folk’ che hanno trascinato il pubblico in un ballo divertito.
Molto apprezzata la scelta di suonare tutti i brani che hanno reso celebre l’artista, da “Vento d’estate” a “L’uomo più furbo”, dal successo di ‘Sanremo’, “Sotto Casa” a “La vita com’è” e “Il solito sesso”, “Una musica può fare” e ancora “Favola di Adamo ed Eva”, “Cara Valentina”; scelte non scontate, visto che molti musicisti tendono a comporre scalette ‘alternative’ e a dimenticare i brani che sono entrati nel cuore delle persone che vogliono sentirli cantare al concerto.