Il fascicolo è ancora a carico di ignoti e ipotizza il reato di disastro ambientale (colposo) e delitto contro la salute pubblica (anche questo colposo).
La Procura ha posto i sigilli su un’area di 255 ettari tra i Comuni di Panicale e Piegaro dove ci sono ampi coltivati, pozzi e laghetti che sono stati isolati mentre prosegue la ricerca di elementi per il presunto danno all’ambiente e alla salute dei cittadini. A custodia dei luoghi, per i quali i pm Paolo Abbritti e Gemma Miliani ritengono necessario il divieto di effettuare operazioni di qualsiasi natura compresa la raccolta di prodotti agricoli e la semina, sono stati posti i sindaci.
Maxi sequestro in Valnestore, ipotesi di reato “disastro ambientale”
Gli esiti analitici dei campionamenti effettuati evidenziano anomalie. Sul primo dei tre pozzi controllati (impianti sportivi di Tavernelle) risulta il superamento delle concentrazioni di arsenico (19,8 su limite di 10 microgrammi per litro), ferro (6432 su 200 di limite), manganese (903 su 50 di limite). Il pozzo della vecchia centrale Enel evidenzia il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) per solfati (403 su limite 250) e manganese (565 su 50) e c’è poi il pozzo di un privato sul quale verranno effettuati ulteriori accertamenti per i valori di radioattività misurati.
I laghi “Forest”, “Nero” e “Enel piccolo” evidenziano valori anomali di solfati, boro e manganese. Passando alle ceneri, in località Poderaccio emerge il superamento delle Csc per selenio (3,4 su 3), vanadio (98 su 90) e floruri (2,6 su 1,5). Situazione più complessa in località Macereto dove sono più significativi i superamenti dei valori per selenio e vanadio (249 su 90).
La situazione emersa fa dunque ritenere agli inquirenti che il “reiterare nel corso degli anni di condotte riferibili allo smaltimento incontrollato di ceneri di combustione ed altre tipologie di rifiuti potrebbe aver potenzialmente prodotto una conseguente alterazione dell’equilibrio naturalistico dell’ecosistema esistente”.
Colture che crescono a diretto contatto con ceneri ed Rsu. Zone (come Poderaccio) dove sono presenti oltre alle ceneri anche Rsu senza che vi sia traccia di atti autorizzativi, il tutto a pochi giorni dalla raccolta e conseguente immissione sul mercato. Da qui l’urgenza di sigillare tutto fino alla completa chiarezza.
Il decreto urgente ha raggiunto anche la società Valnestore Sviluppo, la Comunità Montana il consorzio Consenergia Green, l’Enel e svariati privati i cui possedimenti ricadono nella zona interessata. I pm ritengono infatti che gli accertamenti effettuati abbiano rilevato la contaminazione delle acque di falda e accertato l’affioramento di rifiuti (solidi urbani e ceneri di varia provenienza) dimostrando “il venir meno anche di quelle prescrizioni minimali” impartite con le autorizzazioni rilasciate negli anni ’80.