Il gip di Terni, Maurizio Santoloci, ha interrogato questa mattina i 7 dipendenti del Comune di Stroncome, arrestati per truffa aggravata in concorso nei giorni scorsi nell’ambito dell’indagine “Badge in Comune” condotta dal pm, Elisabetta Massini. I legali degli indagati, gli avvocati Massimo Proietti, Gianluca Bassetti, Federica Bigi, Arnaldo Sebastiani, Massimo Carignani e Giorgio Cerquetti, hanno presentato un’istanza di attenuazione della disposizione degli arresti domiciliari con l’obbligo di firma, adducendo come motivazione il venir meno del rischio della reiterazione del reato contestato.
Sei dei sette indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre il settimo, assistito dall’avvocato Massimo Carignani, ha risposto ad alcune delle domande del gip. “Il mio assistito – ha confermato il legale a TO – ha risposto in modo collaborativo alle domande, negando alcuni fatti addebitati. Abbiamo chiesto un’attenuazione della misura degli arresti domiciliari perché non sussiste il pericolo di reiterazione del reato”.
Chi andava a fare spesa e chi aveva un secondo lavoro. L’attività investigativa è partita nel mese di dicembre a seguito della denuncia presentata dal primo cittadino. Dopo mesi di pedinamenti i carabinieri coordinati dal Colonnello Giovanni Capasso hanno costruito un robusto quadro probatorio ai danni dei 7 impiegati “traditori dello Stato”. Alcuni dopo aver timbrato andavano tranquillamente a fare la spesa o tornavano a casa, altri, più operosi, avevano trovato addirittura un secondo lavoro.
Nel frattempo, il Comune di Stroncone ha sospeso i dipendenti dal servizio, con una decurtazione dello stipendio del 50%. Qualora la vicenda giudiziaria dovesse concludersi con una condanna nei confronti degli indagati, i sette impiegati, potrebbero rischierebbero anche il licenziamento.
E intanto in Comune la vicenda si sposta sul piano politico. Malgrado sia stato lo stesso sindaco di Stroncone Alberto Falcini, a depositare la denuncia da cui si è avviata l’indagine la minoranza di Stroncone Democratica non risparmia l’attacco. “Che accade ad una comunità così piccola quando l’Amministrazione abdica al proprio ruolo di gestore, controllore e garante dei servizi al cittadino rimettendolo completamente nelle mani della magistratura? – si legge nella nota pubblicata sulla pagina Fb del gruppo firmata da Elisabetta Corbucci- Cosa è venuto a mancare nella costruzione del rapporto fra il Sindaco e la struttura tecnico/organizzativa che è stato uno dei cavalli di battaglia di questa Amministrazione in campagna elettorale? E’ l’inizio di una campagna moralizzatrice contro tutti i dipendenti comunali fannulloni o si è colpito qualcuno come deterrente per prevenire/curare comportamenti irregolari di altri? Siamo di fronte ad un evento che ha impatti e risvolti più incisivi sul piano sociale o su quello economico?”.
Emergenza sui servizi esterni. Ora “Come gruppo consiliare di minoranza – sempre la Corbucci – ci faremo promotori di una interrogazione al prossimo Consiglio Comunale per chiedere al Sindaco, da cui è partito l’esposto, di ripercorrere nel dettaglio il percorso che lo ha spinto a fare l’esposto/denuncia per verificare se prima di questo atto estremo, una volta venuto a conoscenza di comportamenti irregolari, siano stati messi in campo i dovuti provvedimenti disciplinari, volti anche a verificare l’esistenza e la correttezza dei controlli da parte delle figure competenti. Chiederemo, inoltre, come il Comune pensa di affrontare sul piano organizzativo ed economico la grave emergenza che si verrà a creare per la mancanza improvvisa di tutto il personale addetto a servizi esterni. Vigileremo che l’eventuale affidamento a soggetti esterni dei servizi del Comune avvenga nel rispetto delle procedure”.