Si chiude definitivamente il contenzioso tra il Comune di Spoleto e due privati cittadini per il parcheggio del Tribunale. Il Consiglio di Stato ha infatti, in data 2 maggio, revocato la sentenza emessa dalla stessa magistratura amministrativa di secondo grado un anno fa in cui si intimava al Comune di demolire una parte della struttura. Le modifiche approvate dall’amministrazione comunale nel 2013, quindi, vanno bene così come sono.
Dopo una battaglia legale durata anni il Consiglio di Stato nel 2015 aveva dato ragione ai proprietari degli appartamenti che, nel 2003, videro le loro finestre oscurate, a meno di 10 metri di distanza, dalla struttura in travi ed acciaio del parcheggio del tribunale di Spoleto. I due ricorrenti si erano rivolti in prima battuta al Tar chiedendo che fosse eseguita la sentenza del 2012 con la quale il giudice aveva deliberato il “distacco obbligatorio ai almeno 10 metri fra il parcheggio e le pareti finestrate”, condannando l’amministrazione comunale ad “arretrare il parcheggio oppure portarne l’altezza al di sotto del muro preesistente, in modo tale da rispettare il distacco di legge”. Il Comune aveva quindi approvato un progetto che prevedeva l’arretramento soltanto del solaio, dando quindi visibilità alle finestre ma lasciando intatta la struttura sottostante del parcheggio. I giudici umbri nel 2014 avevano respinto il ricorso dei privati, che contestavano tale progetto. Ma il Consiglio di Stato un anno dopo aveva sentenziato il contrario.
Ora c’è stato però il colpo di scena: il Comune di Spoleto aveva infatti presentato un ricorso per revocatoria. Chiedeva ciò che quella sentenza fosse revocata, annullata come se mai emessa. Ed alla fine ha avuto ragione. L’avvocato Bartolini, difensore dell’ente pubblico, ha dimostrato che i ricorrenti all’epoca non avevano prodotto in tempo utile l’avvenuta notificazione del ricorso, tanto che il Comune non si era nemmeno costituito nel giudizio. Quel ricorso, quindi, non avrebbe potuto nemmeno essere accolto. Per questo la sentenza del 2015 è stata revocata, facendo sì che fosse valida quella del 2014 che avallava il progetto approvato l’anno prima dalla Giunta comunale.
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