La matematica è una scienza esatta. Falso, o per lo meno, non quando c’è di mezzo la politica, dove tutto può cambiare se guardato da un’altra prospettiva. Per il Comune di Terni non esiste nessun buco di Bilancio e gli attacchi dei consiglieri d’opposizione, Ferranti, Melasecche e Cecconi sono solo tentativi di generare confusione.
Così il buco da oltre 3 milioni di euro denunciato da Marco Cecconi (FdI-An), per l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi rappresenta solo un numero privo di ogni riscontro contabile.
“In queste ore circolano cifre di un ulteriore disavanzo del Comune di Terni prive di ogni riscontro contabile. Anzi, escludo che ci sia un ulteriore aggravio dei conti rispetto a quanto finora ufficialmente accertato e deliberato dalla giunta e dal consiglio comunale”, dichiara l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi.
“La confusione ingenerata, più o meno consapevolmente, nasce – prosegue l’assessore al Bilancio – dal disavanzo tecnico da riaccertamento straordinario che è un atto dovuto deliberato dalla giunta nei primi mesi del 2015 e che prevede una manovra di ammortamento di 30 anni. Posso assicurare, e mi rivolgo in particolare ad alcuni consiglieri comunali di opposizione particolarmente agitati sulla materia, che il bilancio di previsione 2016 che stiamo predisponendo e che sarà deliberato dalla giunta entro il fine settimana. Assicuro anche che per il 2016 non è prevista alcun aumento della pressione fiscale locale, confermando una decisione già assunta nel 2015.
Anche al fine di evitare il prosieguo di dati non attendibili, sarà compito dall’Amministrazione Comunale diffondere le cifre del bilancio 2016 al momento della sua definitiva predisposizione e dell’invio al consiglio comunale”.
Le rassicurazioni dell’assessore al bilancio non tranquillizzano minimamente Marco Cecconi che rilancia: “La relazione dei Revisori dei Conti – afferma senza mezze misure Cecconi – è devastante da qualsiasi punto la si guardi. Per la prima volta in 70 anni di governo, Terni chiude con una perdita di 3,4 milioni di euro. Non era mai successo dal dopoguerra a oggi. I cittadini non si possono più permettere giochi di prestigio“.