L’ambasciatore libico Ahmed Safar ha incontrato a Perugia il sindaco Andrea Romizi. L’evento istituzionale ha preso il via questa mattina alle 9.30, a Palazzo dei Priori. Al centro dell’incontro i rapporti culturali tra la città di Perugia e la Libia, già esistenti grazie ai tanti studenti libici presso gli Atenei cittadini, ma anche i futuri e auspicati rapporti commerciali ed economici. All’incontro erano presenti anche, per la delegazione libica, Ahmed Abdulhadi, Responsabile dell’Accademia Libica a Roma, Mauro Pucillo, dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Libia e Abunaser Zarough, dell’Ufficio dell’Ambasciatore e interprete. Per il Comune di Perugia, l’assessore Michele Fioroni, il consigliere Massimo Perari e i dirigenti Luciana Cristallini, Carmen Leombruni e Roberta Migliarini.
“Molti studenti libici – ha detto l’Ambasciatore – considerano Perugia la loro seconda casa; non ci sfugge che la maggior parte di loro considerano la vostra città come quella preferita in cui studiare e vivere in Italia.” Premesse che invitano a rafforzare le relazioni culturali, non solo con l’Università ma anche con le istituzioni locali. L’ambasciatore ha chiesto al Sindaco un’azione di supporto, laddove possibile, rispetto allo snellimento della burocrazia per i permessi studio. “Auspichiamo che la cultura e l’Università possano essere un ponte tra i nostri due paesi” ha detto il Sindaco Romizi, nel dare il benvenuto agli ospiti. Quindi, ha espresso soddisfazione per le parole dell’ambasciatore, mettendo in evidenza come già il Comune si sia attivato, insieme ai due atenei perugini, per una migliore accoglienza degli studenti stranieri in città, soprattutto ora che Perugia è capitale italiana dei Giovani.
Impulso all’economica – “La Libia – ha spiegato l’Ambasciatore – sta attraversando una fase di transizione difficile e costellata di difficoltà e anche se non tutto quello che si legge sui giornali è vero, non vi è dubbio che la situazione nel nostro paese è delicata. Eppure, in tutto questo periodo, i rapporti con l’Italia non sono mai stati messi in discussione, grazie anche alla Camera di Commercio Italia-Libia con sede a Roma”. L’Ambasciatore ha, quindi, invitato l’Amministrazione perugina a costruire insieme un percorso che possa coinvolgere Perugia nel calendario di incontri e scambi economici che la Libia sta organizzando con le imprese italiane a partire dal prossimo mese di Marzo.
Safar si è insediato in Italia ad aprile del 2014, ma i problemi non erano mancati, a causa del balletto con Azzedin al Awami, ex vicepresidente del Congresso nazionali libico, presentatosi a novembre dello stesso anno, nella sede diplomatica di Villa Anziani, con una lettera in mano che lo nominava ambasciatore destituendo Safar. Tanto che quest’ultimo aveva gridato al colpo di stato, e ne era nato un parapiglia con i carabinieri all’ingresso della sede diplomatica di via Nomentana. La soluzione era poi passata direttamente nelle mani della Libia, con il ministro Gentiloni ben attento a non prendere decisioni che avrebbero pregiudicato gli interessi dell’Italia con la cosiddetta ex quarta sponda.
Ahmed Safar, in un’intervista riportata dal quotidiano La Repubblica.it, ha dichiarato che “l’Occidente deve aiutare la Libia a ricostruire la società civile”. Il cammino democratico nell’ex paese del colonnello Gheddafi è ancora all’inzio, anche a detta dell’ambasciatore Safar: “siamo solo all’inizio di un cammino che sarà lungo e assai complicato. Vedremo sorprese di ogni tipo, ma stiamo andando nella direzione giusta, anche grazie al lavoro di paesi equilibrati come l’Italia“. Una frase importante, arrivata proprio quando, 3 giorni fa, la camera dei rappresentanti di Tobruk ha respinto la formazione del governo d’accordo nazionale libico. La situazione in Libia continua dunque ad essere difficile, e la costituzione di un esecutivo nelle mani del designato premier Fayez al Sarraj vacilla. E non andrebbe meglio sul fronte internazionale: in base a quanto riportato anche dal Times, che cita alcuni testimoni locali, decine di membri delle forze speciali statunitensi e britanniche starebbero in gran segreto addestrando dei militari in Libia per contrastare l’avanzata dell’Isis.
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