Quella che è stata definita in più sedi come “emergenza migranti” ha suscitato una forte risposta da parte di tutta l’Umbria. Al Cardinale arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, infatti, sono già arrivate alcune telefonate dalla comunità umbra nella serata di domenica scorsa: due parroci, un’associazione monastica e un privato cittadino hanno chiesto a Gualtiero Bassetti di poter ospitare, accogliendo il messaggio di Papa Francesco, famiglie e profughi. Le telefonate in curia e alla Caritas diocesana non si sono fermate nei giorni successivi: ad oggi sono già alcune decine le realtà che hanno dato disponibilità per l’accoglienza.
“Perugia e l’Umbria – dice il cardinale Bassetti – sono molto generose e solidali. Anche in occasione di altre emergenze umanitarie non si sono fatti attendere gesti di solidarietà. Ricordo ancora quando nella casa parrocchiale di San Giovanni del Prugneto, alle porte di Perugia, vennero accolte alcune decine di giovani migranti giunti a Lampedusa tra il 2011 e il 2012. Si fecero carico di loro gli operatori della Caritas diocesana, ma le famiglie del luogo si prodigarono al meglio, preparando a quei ragazzi tante buone pietanze, tra cui delle fumanti lasagne, guardandosi bene dall’usare come ingrediente la carne di suino“.
“Le nostre comunità – evidenzia il porporato – aiutano a ‘gettare ponti di pace’ in sostegno di chi soffre nell’accogliere persone che fuggono dai loro luoghi di origine devastati da violenze e ingiustizie. Ovviamente l’accoglienza nelle strutture che Chiesa e privati cittadini mettono a disposizione, deve essere fatta di concerto con le autorità civili, nella legalità, oltre a condividere il percorso di accompagnamento-assistenza che caratterizzerà il soggiorno sia di famiglie che di singoli nelle nostre comunità. Abbiamo dato la nostra disponibilità alle autorità che coordinano gli arrivi, per offrire a questa gente assai provata un’accoglienza dignitosa”.
Immigrazione, dagli sbarchi all’Umbria | A Perugia “spazi per l’accoglienza saturi”
Alle dichiarazioni di Bassetti, seguono quelle del consigliere regionale Marco Squarta (Fratelli d’Italia): “sono sorpreso e stupito dall’atteggiamento della Chiesa umbra, che metterebbe a disposizione 15 nuove strutture per l’accoglienza dei profughi“. Squarta, il quale riconosce alla Chiesa “il grandissimo lavoro che sta portando avanti a livello sociale“, ma si chiede “come può e con quali mezzi accogliere nuovi profughi addirittura senza status certo”.
“Il rischio – secondo Squarta – come sostengono anche molte categorie delle forze dell’ordine, è che questi immigrati, in realtà poi, senza una precisa regolamentazione e senza neanche una sufficiente capacità di accoglimento, possano diventare manovalanza della criminalità, più o meno organizzata“.
Squarta sottolinea che “mentre sempre più famiglie umbre devono fare i conti con la crisi, mentre per molte di esse diventa un problema insormontabile pagare i servizi scolastici per i propri figli, come scuolabus, mense, asili nido, il Governo Renzi spedisce in Umbria altri 400 profughi, come quota del due per cento sui 20 mila stabiliti a livello nazionale“.
Per Squarta “mancano strutture ed organizzazione per continuare ad accogliere profughi, per molti dei quali non si riesce a capire con certezza neanche se hanno le caratteristiche necessarie per godere del diritto di asilo politico. Quanto accaduto ieri, ad esempio, con alcuni profughi eritrei trovati a girovagare pericolosamente sulla E45 dopo essersi allontanati dall’ostello di Ponte Felcino, dimostra – conclude Squarta – un approccio estremamente approssimativo verso questo fenomeno”.