L’operazione “Show must go on” raccoglie ancora risultati, ma tra gli ancora latitanti, c’era il referente livornese del sodalizio criminale, Habibi Abdelkader, tunisino del 1975, domiciliato a Livorno: il soggetto, pluripregiudicato per reati specifici e particolarmente noto alle forze dell’ordine in quanto pienamente inserito nel mondo del traffico di stupefacenti, costitutiva un vero e proprio punto di riferimento, a Livorno, per i suoi “colleghi” perugini. Una collaborazione continua ed affidabile, consolidatasi ulteriormente quando i “perugini”, sotto assedio a causa dei continui arresti della Squadra Mobile, nel corso dell’indagine, furono costretti a “riparare” in altre piazze, tra cui la stessa Livorno, in cerca di luoghi erroneamente ritenuti più sicuri per i loro traffici.
Habibi, che per gli affari si faceva chiamare “Ayari”, nel corso dell’attività investigativa, era monitorato in ogni suo spostamento: identificato nel giugno 2012, intratteneva una relazione sentimentale e “commerciale”, per via della fornitura di sostanze stupefacenti, con una coetanea livornese tossicodipendente, con la quale era solito frequentare SPA e centri benessere.
Nelle sue comunicazioni telefoniche con i suoi “collaboratori” o direttamente con i clienti, ostentava una certa eccessiva “sicurezza”, dato che, pur non alludendo esplicitamente alla droga, risultava però abbastanza agevole agli investigatori comprenderne il contenuto: il tunisino parlava spesso di “spesa” (es. “la spesa è sotto il letto…”) o di “vento” (ad indicare l’”hashish”).
La scorsa domenica, a Livorno, dopo mesi di ricerche ed appostamenti a cura delle Squadre Mobili di Perugia e Livorno, il latitante è stato individuato nei pressi di un bar che, con grande circospezione, frequentava convinto di non essere mai scovato dalla Polizia. Una volta notificata l’ordinanza di custodia cautelare relativa all’indagine in narrativa, è stato accompagnato presso la locale Casa Circondariale.