Scintille Brunini-Rossi / Ex sindaco “Non ha polso, se l’è squagliata alla prima occasione” - Tuttoggi.info

Scintille Brunini-Rossi / Ex sindaco “Non ha polso, se l’è squagliata alla prima occasione”

Redazione

Scintille Brunini-Rossi / Ex sindaco “Non ha polso, se l’è squagliata alla prima occasione”

Immediata risposta del segretario provinciale “Era assessore prima che io nascessi, vero cambiamento è il nostro”
Sab, 03/05/2014 - 15:57

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La campagna elettorale è ufficialmente entrata nel vivo. Dopo le “scintille” verbali tra Dante Andrea Rossi e Massimo Brunini durante il confronto tra i sei candidati sindaco targato Tuttoggi, arrivano quelle scritte, con un comunicato “al vetriolo” della coppia Brunini-Mariani (rispettivamente candidati a sindaco e consigliere comunale della lista Vince Spoleto) indirizzato al Partito Democratico, che nei giorni scorsi ha ufficializzato la loro espulsione. Leggiamo:

“Abbiamo appreso dai giornali locali di essere stati espulsi dal P.D. Non intendiamo per ora affrontare la legittimità del provvedimento: quale organismo lo ha approvato? Chi lo ha firmato? Entriamo invece nel merito. Nel comunicato si fa riferimento a “progetto politico contrapposto a quello del PD”. Intendiamo chiarire i motivi della contrapposizione.

Cominciamo con lo svelare il “segreto di Pulcinella”: i dirigenti del PD locale non hanno voluto le primarie per il candidato Sindaco perché non sapevano come impedire la partecipazione di Massimo Brunini. La competizione avrebbe probabilmente portato Brunini ad essere scelto come legittimo candidato Sindaco per il PD. Successivamente parte degli stessi dirigenti hanno boicottato ogni tentativo di coinvolgimento delle liste civiche e della società civile per un progetto di città con un candidato Sindaco condiviso. Interventi di dissuasione sono stati avanzati anche sulla soluzione raggiunta per un candidato (degnissimo) che aveva trovato l’approvazione iniziale del PD anche a livello regionale, delle liste civiche vicine a Grifoni, di Fabrizio Cardarelli e dello stesso Brunini.

Sono continuati, da parte degli stessi, vari tentativi di creazione di alleanze (compreso quello di offrire la candidatura allo stesso Cardarelli) contrassegnati tutti da una pregiudiziale: non era ammessa la partecipazione di Brunini. Dopo tutto questo movimentismo Rossi ha deciso (o aveva già deciso?) di attribuire a se stesso il ruolo di candidato Sindaco. La scelta dopo tutti i noti tira e molla è stata approvata, a maggioranza dei presenti, dalla Direzione comunale del PD per (a detta di molti) disciplina di Partito. Non abbiamo condiviso la scelta di candidare Rossi alla guida di Spoleto perché non ha il polso, la determinatezza e la costanza necessaria per fare bene il Sindaco di Spoleto.

Rammentiamo, a chi lo avesse dimenticato, che nelle precedenti elezioni, che videro eleggere Sindaco Benedetti, una parte del PD, preoccupata per la scelta, decise di far confluire su Rossi un altissimo numero di preferenze affinché avesse la forza necessaria, come Vicesindaco, di svolgere un forte ruolo di stimolo. Tutti sanno che appena ne ha avuto l’occasione se l’è squagliata.

A chi ci parla di problemi di coscienza chiediamo se sia più riprovevole per la propria coscienza appoggiare acriticamente una persona che obiettivamente non si ritiene idonea al ruolo importantissimo di Sindaco di Spoleto o sia più riprovevole disobbedire ad una richiesta di disciplina di gruppo e lottare per una soluzione più adeguata? Non siamo in contrapposizione con il PD, siamo la parte del PD in contrapposizione a Rossi”.

Ma la risposta del Pd arriva a stretto giro di posta, a firma dello stesso Rossi. Una nota piuttosto lunga e densa di spunti, in cui il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra spiega perché, a suo dire, quello che il Pd sta tentando di instaurare a Spoleto è un cambiamento vero. Ecco il testo:

In risposta al comunicato a firma Brunini-Mariani ho piacere di esprimermi nella massima chiarezza sulla situazione politica della città di Spoleto. Inizio col proporre un’azione: prendete le dita di una mano e iniziate a contare: 1970, ’80, ’90, 2000, 2014. Totale 44 anni. Nel 1970 Massimo Brunini era assessore al Comune di Spoleto, Matteo Renzi, Segretario nazionale del Pd e oggi Presidente del Consiglio non era nato, e neanche io. Una piccola riflessione per far comprendere che cosa sta accadendo e che cosa vuole il Partito Democratico a livello nazionale e di conseguenza nei livelli locali quando parla di cambiamento. Stefano Bonaccini, responsabile nazionale degli Enti locali e membro della Segreteria nazionale del Pd, mio caro amico, è stato colui che insieme al Segretario regionale Giacomo Leonelli mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi alla guida del Comune di Spoleto a nome delle rispettive Segreterie. Declinare coerentemente il cambiamento ad ogni livello.

Ora, prima riflessione: quanti leader del Pd, a livello nazionale, hanno fatto un passo indietro e oggi hanno, con generosità, permesso la nascita di una stagione politica davvero nuova? A livello regionale e nazionale provate a trovare candidati del Partito Democratico che 44 anni fa già ricoprivano il ruolo di assessore comunale. Non troverete nessun esempio. La delega alla rappresentanza nelle istituzioni pubbliche sempre alle stesse persone evidenzia una democrazia malata. Quali realtà vedono una situazione simile in Italia? Quasi nessuna, dobbiamo guardare a regimi totalitari per trovare analoghi esempi. Dare la disponibilità a candidarsi, chiesta dalla quasi unanimità dell’Assemblea comunale del Pd, è “squagliarsela” dai problemi drammatici che vive la nostra città? Sono stato in questi anni eletto Segretario provinciale per conto del Partito Democratico. Sono stato riconfermato nel mese di novembre 2013.

Altra riflessione: nessuno spoletino prima aveva raggiunto tale risultato. Risultato raggiunto con determinazione e confronti veri sempre interni al partito e non con cooptazioni, con la capacità di non isolarsi politicamente, come sempre accaduto nella nostra Spoleto, ma cercando di rappresentare, con umiltà, la volontà di unire e non di dividere.

E ancora: fare squadra con i territori di Terni e di Foligno, con la Regione dell’Umbria e con il Governo nazionale può aiutare Spoleto ad uscire da una crisi economico-sociale senza precedenti? Il Sindaco di Terni, Leo Di Girolamo, quello di Foligno, Nando Mismetti, Catiuscia Marini, presidente della Regione, Stefano Bonaccini del Pd nazionale e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio saranno tra i tanti che verranno a sostenere il Pd di Spoleto, la sua coalizione e la mia candidatura. Ora per andare oltre la retorica, come si può pensare di progettare il futuro della città isolandoci e contrapponendoci verso tutto e tutti come fatto nel passato? La nuova Asl Terni-Spoleto-Foligno può prevedere la sede legale nella nostra città vista la sua centralità? Può prevedere una programmazione condivisa e con pari dignità? Alleandoci e facendo squadra, sicuramente sì. Uscire dall’isolamento infrastrutturale cercando di unire la Quadrilatero con le esigenze delle città di Spoleto (Tre Valli e potenziamento dell’attuale Flaminia) e Terni è una strada percorribile? Insieme e uniti ai territori limitrofi sì. L’esempio che dobbiamo seguire è quello di Pietro Conti, nostro amato concittadino, primo Presidente della Regione dell’Umbria.

Tutto ciò premesso come può essere comprensibile che mentre il Pd spoletino si confrontava in maniera trasparente per trovare la proposta maggiormente condivisa, un ex sindaco (Brunini) da settimane svolgeva iniziative per conto e per nome di una lista civica personale, fuori dal partito arrivando a spedire una lettera a tutti i cittadini in cui dichiarava di candidarsi Sindaco? Un ex sindaco (Brunini) può querelare un Segretario dell’Unione comunale soltanto perché gli ha ricordato che il Direttore generale del Comune di Spoleto, oggi sotto inchiesta per il buco di bilancio, venne portato al vertice comunale proprio da lui? O perché si ricorda che il Palatenda, la questione Poreta, un Prg 2003 pensato per 60mila abitanti sono stati degli errori? Noi dobbiamo avere il coraggio di cambiare atteggiamento culturale e stile. La Spoleto litigiosa, divisa e isolata è una Spoleto destinata a una crisi senza fine.

Ho preteso che a capo della lista del Pd ci fosse il più giovane, Diego Catanossi, al secondo una donna, Laura Zampa e al terzo Massimiliano Capitani. Riprendete le dita di una mano e ricominciate a contare: capirete che il cambiamento è già in atto. Concludo facendo mio l’appello che mi rivolgeva Angelo Mariani qualche settimana fa, invitandomi a cambiare con coraggio. Ad Angelo, con stima e affetto, racconto un piacevole aneddoto: nei primi giorni del 2013, il nostro caro e comune amico Gianpiero Proietti, mi invitava a tornare a impegnarmi direttamente per la mia città di fronte ad altri comuni amici.

Invito anche Angelo a prendere le dita di una mano e iniziare a contare. Dobbiamo cambiare includendo tutti i contributi di idee e di esperienze, ma con la generosità e con la consapevolezza che per praticare il cambiamento e renderlo credibile deve esserci chi il testimone lo cede e chi lo riceve tenendo unite le diverse generazioni senza mai perdere di vista le dita della mano per contare e misurare il cambiamento.

 

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