Perugia e tutta l'Umbria saluteranno oggi l'imprenditore Bruno Buitoni: i suoi funerali si terranno alle 15 nella chiesa di San Costanzo. Dopo i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni locali, è arrivata anche una comunicazione alla famiglia da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Apprendo con commozione la triste notizia della scomparsa di Bruno Buitoni che con le sue capacità innovative ha contribuito allo sviluppo dell'industria e alla crescita economica del Paese”. Così Napolitano ha voluto sentirsi vicino alla famiglia dell'ultimo amministratore dell'omonima azienda.
Il personaggio – Intere generazioni dei Buitoni hanno lavorato alla costruzione del famoso marchio: l'industriale Bruno è ricordato con affetto dai suoi concittadini anche per questo. E' stato anche, fino al 1976, amministratore delegato della Perugina, prima che il gruppo fosse ceduto a De Benedetti nel 1985, in un momento di crisi, e poi alla Nestlè, dalla quale la Buitoni incassò 1600 miliardi delle vecchie lire. Tempo fa al giornale di Confindustria Umbria aveva dichiarato: “alla Buitoni e alla Perugina ho legato tutta la mia vita”. Il lavoro di ogni giorno, svolto con passione tra gli operai, e con il suo primo stipendio da 23 miila e 700 lire, hanno scandito i giorni duranti i quali Bruno Buitoni ha contribuito a esportare il made in Italy nel mondo nel campo della gastronomia.
La storia – La pasta Buitoni nasce in un piccolo pastificio di Sansepolcro: di tempo ne è passato se pensiamo che ora è una delle icone dell'italian food, sebbene faccia parte, dal 1998, del gruppo svizzero Nestlè. L'azienda ha pian piano allargato i suoi settori, riuscendo ad acquistare una fetta sempre più ampia di consumatori: dagli anni sessanta, caratterizzati da un periodo di forte crescita, agli anni '80, durante i quali sorsero le prime difficoltà finanziarie ed organizzative. Buitoni e Perugina si fondono: nasce l'IBP, quotata in Borsa. Poi i gravi problemi finanziari, l'arrivo della Cir di De Benedetti e la fagocitazione del colosso alimentare svizzero Nestlè, nonostante la sua azienda, al momento della vendita, rifornisse del 13% il mercato italiano per la produzione di pasta e fette biscottate. Dal 2008 il vecchio stabilimento di Sansepolcro è in affitto al gruppo italo – svizzero Newlat. (Ale. Chi.)
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