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Banca Popolare Spoleto, tutte le ‘accuse’ di Bankitalia – Soci “pronti a class action” – Aggiornamento: Moody's taglia ancora rating a “Caa2”

Redazione

Banca Popolare Spoleto, tutte le ‘accuse’ di Bankitalia – Soci “pronti a class action” – Aggiornamento: Moody's taglia ancora rating a “Caa2”

Gio, 14/02/2013 - 18:20

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Carlo Ceraso
Gravi carenze gestionali, patrimonio insufficiente, sviluppo degli impieghi non in linea con il mercato, qualità del credito scarsa costi del personale in aumento del 8%, liquidità insufficiente, mancanza di controllo strategico da parte degli organi di rappresentanza della proprietà (Cda e assemblea dei soci), governance debole di fronte ad una gestione troppo aggressiva da parte del d.g. Tuccari rispetto al piano industriale. E, ciliegina sulla torta, misure carenti rispetto a quanto previsto dalla normativa anticiriclaggio. Possono racchiudersi in queste poche righe i rilievi mossi dalla Vigilanza alla Banca Popolare di Spoleto, commissariata ieri l’altro come pure la controllante Spoleto Credito e Servizi. Le ‘accuse’ sono scritte sinteticamente nelle 10 pagine che i commissari hanno letto martedì mattina al board e ai sindaci, documento che i diretti interessati tengono gelosamente stretto al petto.
I sindacati, che ieri erano stati ricevuti dal commissario Giovanni Boccolini, oggi hanno affisso nelle bacheche delle agenzie uno striminzito comunicato con il quale si dicono preoccupati ma pronti a seguire le vicende dell’istituto. La lunga lista di ‘accuse’ non ha sorpreso più di tanto alcune sigle, come quelle confederali, che nel rinnovare la fiducia nell’opera di Bankitalia hanno auspicato che i commissari si rapportino con i sindacati non solo in “relazione alla loro rappresentatività numerica ma anche alla loro onestà e trasparenza manifestata nel tempo”. Insomma fra i rappresentanti dei lavoratori c’è chi è disposto a dare una mano per fare quella “pulizia” di cui Bps sembra aver bisogno.
Le note di oggi – poco fa sul sito istituzionali i Commissari hanno ufficializzato quanto anticipato ieri su queste colonne, circa la sospensione dall’incarico del d.g. Tuccari. Una vera e propria doccia gelata per lui che ancora poche settimane fa tentava di convincere il board a raddoppiargli il compenso (da 400 a 800 mila euro circa l’anno). Poco prima era stato pubblicato l’invito ai correntisti: “I commisari straordinari – si legge nella nota, operano sotto la supervisione della Banca d’Italia e hanno avviato immediatamente tutte le iniziative idonee a consentire la normale funzionalità della Banca, nonché la piena tutela dei diritti dei depositanti e dei creditori sociali. La clientela potrà quindi, con rinnovata fiducia, continuare a rivolgersi agli sportelli della Banca, che prosegue regolarmente la propria attività”. Oggi gli inviati di Bankit, dopo la riunione di ieri con il management, hanno tenuto una riunione nelle Marche per incontrare i responsabili delle filiali Bps.
Filiale congelata – il nuovo board che agisce in amministrazione straordinaria procede a spron battuto e dopo la notifica del provvedimento di commissariamento di Bps e Scs, la sospensione del d.g. (incarico temporaneamente affidato al vice Conticini) e l’incontro con le organizzazioni sindacali, ha cominciato ad operare anche sul fronte operativo. A quanto risulta a Tuttoggi.info sarebbe stata congelata l’apertura della nuova filiale di Busto Arsizio, prevista per fine febbraio e per la quale Bps aveva assunto almeno già due dipendenti, mandati in questi giorni a supportare i colleghi dell’agenzia di Milano.
La class action – Tace per il momento l’ex padre-padrone Giovannino Antonini che, a quanto riferisce un quotidiano nazionale, avrebbe dato mandato al noto avvocato Federico Tedeschini di impugnare al Tar del Lazio il provvedimento di commissariamento della cooperativa. Una azione simile la starebbero studiando anche alcuni membri (non tutti, di sicuro non i consiglieri in quota Mps) dell’ex board Bps. Ma al lavoro ci sono in quel di Spoleto anche un paio di avvocati di quel comitato dei soci che si era costituito all’indomani della cosiddetta assemblea della “vergogna”, con la quale Antonini scongiurò la sfiducia del proprio Cda azzerandolo e ricreandone uno ex novo e di stretta fiducia. Al momento il comitato conta una ventina di soci Scs che vorrebbero avviare una ‘class action” nella convinzione, ora che Bankitalia ha azzerato i vertici, di poter incrementare il numero di azionisti decisi “a tutelare il patrimonio della cooperativa, messo in serio pericolo dalle scellerate scelte che hanno portato al drammatico provvedimento della Vigilanza”. La prima riunione è indetta per la prossima settimana in via del Mercato presso i locali di Rinnovamento, la lista civica che siede in consiglio comunale e che ha sempre tenuto i riflettori accesi su piazza Pianciani. Ancora ieri il consigliere Cardarelli (già presidente Scs che denunciò a Bankit la malagestione di Antonini & Co.), in conferenza capigruppo, ha denunciato l’immobilismo dell’intero consesso di fronte a quella che è la realtà più importante e prestiosa della città sul territorio regionale e nazionale.
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