«Vivere con coerenza e verità il nostro essere cristiani, fedeli alla Chiesa, alla famiglia, alla vita sociale e politica, al futuro di Dio: questo è l’insegnamento che ci viene dal nostro patrono Ponziano che ha sempre considerato Cristo il valore a cui fare riferimento». È un passaggio dell’omelia che l’arcivescovo Renato Boccardo ha tenuto il pomeriggio di lunedì 14 gennaio, nel Duomo di Spoleto, nei secondi Vespri Pontificali di S. Ponziano. Moltissimi i fedeli accorsi a questo ulteriore momento di preghiera in onore del Patrono.
La Processione– Al termine, è partita la processione (fino all’ultimo si è temuto di non poterla fare per le avverse condizioni meteorologiche, ndr) per riportare la reliquia del Santo nella Basilica a lui dedicata. Già in mattinata, invece, il Comitato dei festeggiamenti di S. Ponziano, presieduto dall’Economo della Diocesi Comm. Filippo Pupella, aveva stabilito di non far prendere parte i cavalli alla processione: la minaccia costante della pioggia e le strade bagnate da quella già scesa non garantivano i parametri di sicurezza né per gli animali, né per i cavalieri, né per le persone che sarebbero andate in processione, né per quelle che, generalmente, si sistemano ai lati della strada ove passa il corteo.
Giunti nel piazzale della Basilica di S. Ponziano l’arcivescovo Boccardo ha preso in mano la reliquia di S. Ponziano ed è entrato in chiesa. Il popolo spoletino ha salutato il “ritorno del Santo” con un lunghissimo applauso. Il Presule, prima di impartire la benedizione finale, ha ringraziato tutti i presenti che, seguendo S. Ponziano nelle vie della città, hanno seguito Gesù. «È stato molto bello – ha detto mons. Boccardo – vedere lungo il tragitto molte famiglie con i passeggini. La preghiera di quanti eravamo in processione è andata a tutte quelle persone anziane e malate che ci guardavano dalle finestre di casa. Aver sfidato le minacce della pioggia, anche se alla fine è arrivata, ci ha fatto pensare alle minacce ben più gravi (ad esempio la perdita del lavoro, ndr) a cui la gente deve far fronte. L’esserci riuniti in tanti attorno al nostro patrono è un segno di speranza: solo insieme riusciremo a superare le attuali difficoltà; solo il “lavorare” insieme porta frutto. A tutti noi è chiesto di fare il massimo per il bene della nostra Città, senza deprimerci ma investendo sulla solidarietà». Poi, un breve passaggio su qualche polemica per l’assenza dei cavalli: «In Città gira voce che l’Arcivescovo non ha voluto i cavalli alla processione. Ciò non corrisponde a verità. Questa mattina, insieme al Comitato organizzatore della festa di S. Ponziano, viste le avverse condizioni del tempo, nel dubbio se avviare addirittura la processione, si è convenuto di non far uscire gli animali per evitare ogni possibile pericolo». Mons. Boccardo ha concluso dicendo: «S. Ponziano prega per noi, prega con noi».
Il servizio dei Ministranti– In mattinata il maltempo e la pioggia non hanno scoraggiato gli spoletini: davvero in tanti si sono ritrovati nella Basilica Cattedrale. C’erano anche numerosi fedeli giunti dalle altre parrocchie della Diocesi: il martire Ponziano, infatti, è anche patrono, insieme a S. Benedetto e all’Assunta, dell’intera Chiesa di Spoleto-Norcia. Una cinquantina di bambini ha svolto, affiancando i seminaristi e i ragazzi più grandi, il servizio di “ministranti”. Sta prendendo dunque corpo quanto chiesto dall’arcivescovo Renato Boccardo nella relazione tenuta all’assemblea diocesana del 14 ottobre 2012 e cioè la costituzione nelle parrocchie, ove possibile, di un “gruppo ministranti” composto da quei ragazzi e ragazze dai dieci anni in su che non solo prestano un servizio concreto nelle celebrazioni della comunità, ma che con la loro stessa presenza possono aiutare l’assemblea a vivere sempre meglio l'azione liturgica. I bambini hanno aperto la processione dei presbiteri e del Vescovo dalla Basilica di S. Eufemia al Duomo e in mano portavano un ramo di palma a ricordo del martirio di S. Ponziano: nell’iconografia cristiana, infatti, la palma è associata al martirio e il suo significato è quello della vittoria, dell’ascesa, della rinascita, dell’immortalità.
Incontro con gli operai Ims- In Piazza Duomo c’era un presidio degli operai della IMS (Industrie Metallurgiche Spoleto) da mesi senza stipendio e con un futuro lavorativo molto incerto. Ancora una volta hanno chiesto alla città di non essere abbandonati. L’Arcivescovo prima di entrare in Cattedrale si è recato da loro ed ha espresso la vicinanza della Chiesa a loro e alle loro famiglie. Erano presenti anche numerose autorità civili e militari: dal presidente della Giunta regionale dell’Umbria Catiuscia Marini a vari parlamentari, dal sindaco di Spoleto Daniele Benedetti a quello di Norcia Giampaolo Stefanelli, da altri sindaci dei Comuni della Diocesi a rappresentati delle forze dell’ordine. La liturgia è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo, alla quale si sono aggiunti anche membri di vari cori delle parrocchie della Diocesi.
L'Omelia– Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato come S. Ponziano, con la sua testimonianza, ricorda che il più grande male non è perdere la vita ma, per amore della vita fisica, perdere le ragioni del vivere. «Proponendo oggi alla nostra venerazione la figura del giovane Ponziano – ha detto l’Arcivescovo – la Chiesa dichiara vero il suo modo di giudicare: “riconoscere Cristo davanti agli uomini” implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche se con l'intenzione di salvare la propria vita. In questo sta il valore perenne della testimonianza di Ponziano, non solo per la comunità cristiana, ma anche per la comunità civile. Se, infatti, i padri hanno voluto porre la nostra città sotto la protezione di un martire è perché egli ha continuamente qualcosa da ricordarci; il fatto che la memoria storica di Spoleto sia radicata nella testimonianza di Ponziano, ci richiama all'esigenza di fondare la nostra convivenza nel significato che ha il martirio cristiano». E il significato sta nel fatto che il martire scelga di morire piuttosto che tradire la propria coscienza: in questo risplende l'intangibilità della dignità della persona umana. «È una dignità – ha proseguito mons. Boccardo – che a nessuno è consentito di svilire, di deturpare, di contrastare, sia pure per supposte buone finalità. Proviamo a domandarci: nella nostra società risplende una luminosa esaltazione della dignità dell'uomo? O non ne vediamo piuttosto preoccupanti umiliazioni? Penso al pur sempre alto numero di aborti che vengono compiuti; penso all’attuale crisi economica che rivela che una parte del nostro benessere (del quale andavamo fieri) era solo fumo, considerazione esagerata ed artificiale dei beni e quindi fonte di uno stile di vita fondato sul nulla; penso alle preoccupanti difficoltà in cui versano tanti lavoratori e tante famiglie (e saluto con pensiero fraterno e solidale quelli che anche questa mattina hanno voluto ricordare a tutti il loro disagio); penso alla crescente disoccupazione giovanile, alle condizioni spesso disumane e disumanizzanti dei carcerati, ai gravi disagi in cui si trovano tante persone anziane e ammalate, specialmente se povere».
S. Ponziano con la sua testimonianza ricorda che esistono confini oltre i quali nessun potere può spingersi. «Egli – ha sottolineato l’Arcivescovo – afferma così che la vera libertà dell'uomo consiste nella sua sottomissione alla verità e che il vero pericolo che insidia la nostra democrazia è il suo progressivo allontanarsi dalla verità. La trasparenza nella pubblica amministrazione, l'uso giusto ed onesto del denaro pubblico, il rifiuto di ogni mezzo equivoco od illecito per conquistare o mantenere il potere, non trovano nessun fondamento solido se non nella certezza che esistono leggi morali intangibili e che il non riconoscerle e rispettarle non è libertà, ma schiavitù».
Al termine dell’omelia mons. Boccardo ha invitato i presenti a pregare affinché la memoria di S. Ponziano, discepolo di Gesù, «corrobori la nostra fede ed ispiri la nostra testimonianza; rafforzi la grandezza e la bellezza della nostra Città e della nostra Diocesi; ricordi a tutti le esigenze della vera libertà; custodisca i responsabili della cosa pubblica nel vero servizio al bene comune. E la sua intercessione ottenga a tutti noi di vivere giorni sereni e tranquilli, in dignità e sicurezza, con la benedizione di Dio».