Restaurata da Donatella Bonelli, la preziosa e famosa pala di altare con lunetta e predella della chiesa di San Biagio presso la Frazione di San Mamiliano, torna cosi all’originario splendore. Un restauro che ha riportato il preziosissimo dipinto su tavola ai suoi fasti, quando il pittore Giacomo Santoro da Giuliana detto Jacopo Siculo la realizzò su commissione della Universitas locale per 10 pezzi d’oro (decem aureis). Misura cm 470 X 265. “L’opera – spiega lo storico Carlo Favetti di Ferentillo autore del libro dal Belice all’Umbria – è stata sempre situata all’interno della chiesa della frazione dal 1538 in bella vista sull’altare maggiore. L’artista siciliano ha raffigurato nel dipinto la Madonna in Trono con il Bambino sotto una tenda, ai fianchi San Giovanni Evangelista e San Pietro Apostolo, sotto inginocchiati i Santi Mamiliano e Biagio, con le mitrie poggiate a terra. Nella predella sono distinte cinque formelle: ai due estremi i quattro evangelisti; l’adorazione dei Magi e tra essi S. Mamiliano; il martirio di San Biagio nudo tormentato dai pettini; il seppellimento di Giovanni da Parte di Lazzaro della vicina abbazia di San Pietro in Valle. Nella lunetta – continua – è riprodotto l’Onnipotente benedicente in trono tra otto teste cherubiche e la scritta: Sumtibus Universitatis 1538. Il dipinto rappresenta uno dei momenti più fecondi e completi artisticamente del pittore siciliano. Il Guardabassi – aggiunge – classifica questa opera come “una delle migliori opere del Siculo”. La composizione pur nella sua rigida simmetria si colloca in un ambiente realistico sulla linea dei maestri del tardo cinquecento con sacri personaggi dai volti caratteristici individuali. Secondo il Cavalcaselle, questo gruppo ha carattere raffaellesco e ricorda la Vergine col Bambino della raccolta Roge. Il riferimento è alla Pala Ansidei ora al National Gallery di Londra. L’opera – conclude – Si può avvicinare alla cosiddetta Pala Colonna realizzata dallo stesso Raffaello 1504-1505 per il convento di Sant’Antonio da Padova a Perugia ora al Metropolitan Museum di New York; il Brunelli la porta come esempio del Siculo raffaellista purissimo; il Barricelli ricorda nell’impostazione il Cesare da Sesto di San Giorgio”. In omaggio al grande pittore siciliano e’ stata dedicata nel 2008 la piazzetta del piccolo paese di San Mamiliano e il gemellaggio culturale tra Ferentillo e la cittadina di Giuliana in provincia di Palermo. A Ferentillo altre due dipinti importantissimi del Santoro sono alla Collegiata di Santa Maria a Matterella realizzate nel 1543, ultime sue opere, infatti morirà a Rieti nel 1544.
Ferentillo, restaurata pala di altare con lunetta e predella della chiesa di San Biagio
Ven, 11/01/2013 - 21:11