Jacopo Brugalossi
Come un fulmine a ciel sereno. Così i 30 lavoratori dei cinque supermercati che hanno chiuso i battenti a Spoleto e dintorni, affiliati Tigre ma gestiti dalla Agrifin spa, hanno ricevuto la notizia del licenziamento. Nessuna spiegazione, solo una decisione “presa dall’alto”, che ha gettato nello sconforto e nell’incertezza sul futuro ben 30 famiglie. “E’ inaccettabile che i licenziamenti siano stati decisi senza il minimo preavviso – ha spiegato a Tuttoggi.info Stefania Cardinali della Cgil Filcams di Perugia – e senza l’apertura, da parte della Agrifin, di una qualsiasi procedura di mobilità. Per non parlare del fatto che i dipendenti stavano ancora aspettando gli stipendi di aprile”. Stando a quanto riferisce la sindacalista le lettere arriveranno nei prossimi giorni ma i licenziamenti sarebbero già stati comunicati a tutti, tanto che qualcuno dei lavoratori avrebbe già fatto richiesta dell’indennità di disoccupazione.
Salta l’incontro – Alcuni punti della vicenda, inoltre, rimangono piuttosto oscuri. Come la rassicurazione dei vertici aziendali Agrifin ai dipendenti circa l’interessamento da parte del Gruppo Tigre a rilevare la gestione diretta dei 5 punti vendita appena chiusi. Sia nel comunicato diramato due giorni fa che nella telefonata di ieri, Stefania Cardinali ha confermato di aver personalmente contattato la dirigenza del Gruppo, ottenendo però risposte negative. Avrebbe dovuto essere l’incontro programmato per il pomeriggio di ieri tra sindacati e dirigenti Agrifin a far luce sulla questione, incontro che però è saltato a causa della rinuncia di questi ultimi, comunicata per telefono poco prima dell’orario di inizio concordato.
Testimonianze – Alle parole di Stefania Cardinali fanno eco quelle di una dei 30 dipendenti freschi di licenziamento, che si trova ora nella più completa incertezza sul futuro. “E’ stata una doccia gelata – ha detto la donna – che ci è stata comunicata dall’oggi al domani senza un perché e che ci lascia interdetti. Nonostante ci fossimo resi conto che qualcosa non andava a causa del minor numero di consegne delle merci nei giorni scorsi, l’azienda ci aveva rassicurato di recente. Ora, invece, ci ritroviamo senza un lavoro, e pensare che avevo ottenuto il contratto a tempo indeterminato appena un mese fa”.
Chiusi per sempre? – Stando a quanto scritto nei cartelli affissi alle vetrine dei punti vendita, le speranze di una prossima riapertura, evidentemente sotto una nuova gestione, sarebbero concrete. In tutti, infatti, si parla di “chiusura per inventario” e di “prossima riapertura”. Nel punto vendita di Viale Trento e Trieste ci si sbilancia addirittura sulla data di ripresa dell’attività, il 13 giugno. Difficile prevedere cosa accadrà, di certo i residenti del Viale della Stazione sono molto spazientiti per l’ennesima chiusura imprevista del punto vendita “di tutti i giorni”, specialmente gli anziani soli che non hanno un auto a disposizione e che farebbero difficoltà a raggiungere altri supermercati cittadini.
SEL chiede un “tavolo” – Della vicenda si è interessato prontamente il Circolo “Sinistra Ecologia e Libertà” del comprensorio spoletino, attraverso un comunicato stampa. Eccone il testo: “Il Circolo SEL “Enrico Berlinguer”, di Spoleto, Campello, Castel Ritaldi e Montefalco esprime la massima solidarietà alle 30 lavoratrici della Agrifin S.p.A. del Gruppo Tigre, in servizio presso cinque minimarket dello Spoletino, oggetto di prossimo licenziamento da parte dell’azienda. Lavoratrici che già interessate nel corso del tempo dapprima dalla chiusura dei supermercati Vega,e con gravi penalizzazioni per mancata erogazione di spettanze relative a stipendi e liquidazioni, quindi transitate nel Gruppo Sigma e solo da un anno incorporate nella Agrifin S.p.A. con simili problemi di corresponsione delle retribuzioni, si vedono oggi con la prospettiva ulteriore di perdere il lavoro, nel disinteresse piratesco della proprietà, acuendo così la grave crisi economica e occupazionale in cui langue il nostro territorio e che si unisce alla già conclamata vertenza IMS (ex Pozzi). E’ più che mai necessario che le Istituzioni Locali, Comune e Regione dell’Umbria, come sta richiedendo la FILCAMS CGIL unitamente alle altre OO.SS. di categoria, convochino con la massima urgenza un tavolo ove ricercare soluzioni a tutela dell’occupazione e dei diritti di queste 30 lavoratrici. SEL sostiene e sosterrà con forza questa sacrosanta rivendicazione delle Organizzazioni Sindacali”.
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