Questa mattina ospiti al Comune di Campello sul Clitunno, l’ISUC (L’Istituto per la Storia dell’ Umbria Contemporanea) e la delegazione montenegrina di civili sopravvissuti alla prigionia nei campi di detenzione di Pissignano e Colfiorito, durante la Seconda guerra mondiale.
“ E’ una grandissima emozione per me vivere questo momento- ha affermato il Sindaco Paolo Pacifici nell’accogliere la delegazione in Sala Consiliare insieme a Giampalo Loreti, ore presidente della sezione ANPI di Spoleto.
Dopo la consegna di alcune pergamene che l’Amministrazione ha voluto donare in ricordo dell’ amicizia con la popolazione montenegrina, ci si è spostati all’ex campo di Pissignano dove è stato inaugurato un monumento che simboleggia l’unità tra il popolo italiano e quello montenegrino e ricorda le vittime di quegli anni.
Prima del taglio del nastro una breve “lezione di storia” del sindaco Pacifici ai ragazzi delle scuole elementari A. Moro e L’Arcobaleno e agli studenti della Media Francolini, intervenuti per assistere alle cerimonia: “Ognuno di noi possiede una memoria personale che viene conservata nella nostra testa e una memoria collettiva che si conserva in luoghi come questo- ha affermato Pacifici- voi tutti dovete tenere gli occhi ben aperti sulla vostra libertà e dovete difenderla consapevoli che è il frutto del sacrificio di persone come quelle che sono qui ora e che oltre 60 anni fa, hanno lottato anche per voi”.
Fa eco alle parole del Sindaco la voce rotta di commozione di uno dei superstiti dell’ex campo di Pissignano Lyubo Sekulic, vicepresidente dell’Associazione dei Combattenti della Guerra Popolare di Liberazione in Montenegro: “ Vorrei poter saper raccontare le parole espresse dal Sindaco Pacifici- dice Sekulic interrotto da un applauso scrosciante- questo luogo era uno scenario triste, oggi, grazie a questo momento diventa la visone di un futuro migliore. Vorrei ringraziare sentitamente il Sindaco Pacifici, l’ISUC per il suo lavoro e il Prof. Dino Renato Nardelli che si occupa costantemente di ricostruire storicamente gli episodi legati al Fascismo.”
Poi il monumento, una struttura in ferro che vuole sintetizzare la congiunzione tra i due popoli viene poi spogliato della bandiera italiana che lo riveste e mostrato al numeroso pubblico.
L’opera ricalcando i confini del Mar Adriatico, simboleggia l'idea dell'annullamento di ogni confine territoriale, mostrando il mare come spazio aperto che favorisce incontri ed unioni tra i diversi popoli del mondo.
