Gentile Direttore,
data l’attenzione che la sua testata da sempre rivolge alle vicende del Festival, ho pensato che questa fosse la giusta sede per esporre le mie perplessità sul trattamento che la “nuova” Fondazione ha riservato ai giovani spoletini che avrebbero voluto in qualche modo partecipare a questo nuovo corso della famosa manifestazione cittadina. Un po’ di tempo fa leggevo sul Messaggero – cronaca locale- che “i giovani spoletini non considerano il Festival come fonte di occupazione” dato che su 100 curricula arrivati solo 1 proveniva da una giovane spoletina: a meno che la notizia non fosse esatta, e quindi ci fosse più di un curriculum “autoctono”, la giovane spoletina è la sottoscritta. Nel presentarmi alla Fondazione non chiedevo certo un trattamento di favore solo perché spoletina, ma senz’altro un minimo di considerazione, per lo meno un chiarimento pubblico sulle modalità di reclutamento del nuovo personale, sulle qualifiche richieste, i profili cercati, le procedure seguite. Purtroppo, dopo aver inviato a dicembre il curriculum al Comune, attuale sede provvisoria della Fondazione, essermi presentata di persona per avere notizie in proposito e aver poi, non appena resi pubblici i nuovi recapiti, di nuovo mandato il curriculum alla Fondazione stessa, non ho ricevuto, a quasi quattro mesi di distanza, alcun tipo di risposta, neanche un “no grazie la sua candidatura non ci interessa”. Penso che, in un periodo in cui si sente tanto parlare di “fuga di cervelli” e disoccupazione giovanile, una maggiore trasparenza sulla questione “personale” della nuova Fondazione sarebbe stato un gesto gradito e quasi dovuto ai tanti giovani di Spoleto, che, forse, non hanno neanche mandato il curriculum, perché nessuno li ha interpellati o perché, magari, le pur brevi esperienze nell’attuale mondo del lavoro li hanno già resi meno “illusi e fiduciosi” della sottoscritta. Cordiali saluti, V.M.
Cara V.M.,
la Sua non mi coglie molto di sorpresa, anzi rende una certa ufficialità alle tanti voci che da giorni si accavallano sul Festival in tema di coinvolgimento della Città. Perchè a quanto risulta a TO®, cominciano a esser diversi i c.v. inviati dagli spoletini, come pure le visite al Teatro Nuovo di chi è in cerca di lavoro.
Voglio credere che il poco tempo a disposizione della macchina organizzativa abbia portato anche a questi disguidi. Ma spero altrettanto che il M° Ferrara (che ovviamente tutto non può fare) e i suoi consulenti e collaboratori (loro sì che hanno il dovere di fare) sappiano presto tener fede alle promesse annunciate anche a mezzo dei quotidiani. Ribadite per giunta giovedì scorso quando lo stesso Ferrara ha indicato in Nora Guazzotti la responsabile per i colloqui di lavoro.
Non sfugge ormai ai più che da Milano son venuti un po’ in tanti – come se qui in Umbria non ci fossero professionalità all’altezza di svolgere vari ruoli – ma voglio sperare che ci sia ancora spazio per i giovani, meno giovani e per tutti coloro che nel Festival hanno maturato una grande esperienza. E che non si pensi a loro solo per la bassa manovalanza.
Nemo propheta in patria? Forse, ma perserverare è diabolico. E di questo deve farsi carico la poltica locale, regionale e persino tutti quei candidati alle prossime elezioni del 13 aprile. In tal senso l’auspicio è che si battano i quattro membri del Comitato di gestione (a cominciare dai due vicepresidenti, Massimo Brunini e Gilberto Stella, e gli stessi presidenti di Banca Popolare di Spoleto e Cassa di Risparmio di Spoleto). Che non dovrebbero aver problemi a contare sull’appoggio degli altri due colleghi (l’assessore regionale Silvano Rometti e quello provinciale Carlo Antonini) per imporre qualcosa al M° Ferrara e, sopratutto, ai suoi consulenti. Non è un caso che anche i sindacati confederali siano sul piede di guerra, avendo da due mesi richiesto un incontro con il Presidente senza aver ottenuto ancora una risposta (in ballo c’è il 25% degli emolumenti che devono prendere le maestranze impegnate nell’edizione dello scorso anno).
Il rilancio del Festival è senz’altro una grande occasione.
Speriamo che non lo sia solo per gli “altri”.
Mi faccia sapere e in bocca al lupo,
Carlo Ceraso
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