Terremoto, Visso città fantasma | Un paese distrutto dal sisma - Tuttoggi.info

Terremoto, Visso città fantasma | Un paese distrutto dal sisma

Luca Biribanti

Terremoto, Visso città fantasma | Un paese distrutto dal sisma

Sopralluogo in zona rossa, ancora rischi crolli | Manoscritti di Leopardi trasferiti a Bologna
Ven, 28/10/2016 - 06:30

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Un paese fantasma, ferito nel profondo e vie spettrali, oggi a Visso si respira un’aria di dolore dopo il tremendo terremoto che ieri ha fatto tremare la terra tra Umbria e Marche.

Il centro storico è totalmente inagibile, la zona rossa presidiata da Polizia e Vigili del fuoco inizia poco prima di Piazza Garibaldi, il cuore del paese.

Ma la percezione del disastro si ha subito poco prima di entrare a Visso, nella frazione di Villa Sant’Antonio, colpita duramente dal sisma. La chiesa è collassata, il tetto è crollato e il campanile, ancora in piedi, è seriamente compromesso. La facciata è stata squarciata, ma a salvarsi è stato un mosaico in vetro che lascia ancora filtrare una luce sul vuoto che il terremoto ha lasciato dietro di sé.

Chiesa di Valle Sant'Antonio

Chiesa di Valle Sant’Antonio

Lungo le strette vie di accesso possono transitare solo i mezzi autorizzati a senso unico alternato per consentire ai Vigili del fuoco e alle ditte specializzate di rimuovere i cumuli di detriti che rendono ancora più stretta la strada che conduce dritta a Visso.

Da qui sono iniziate le prime verifiche sulla tenuta statica delle abitazioni, tutte con almeno un segno lasciato dalla scossa di terremoto: alcune sono state sventrate, altre deformate, altre ancora crollate. Difficile che una sola abitazione possa, al momento, essere dichiarata agibile dai caschi rossi.

Ufficio postale Visso

                                    Ufficio postale Visso

Qualche metro più avanti si trova l’ufficio postale, anche questo completamente aperto nel retro e gravemente danneggiato sulla facciata.

Altri 50 metri e si arriva direttamente al paese, proprio in corrispondenza della zona rossa, all’ingresso di Piazza Garibaldi con i presidi di Polizia, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forestale, Polizia Municipale e Guardia di Finanza.

C’è qualche cittadino che spera di poter passare oltre per raccogliere qualche effetto personale dalle proprie abitazioni, o magari qualche farmaco, come nel caso di una signora che ha necessità dell’insulina, lasciata ovviamente in casa al momento della fuga. O un altro signore piuttosto anziano che vorrebbe alcune compresse difficili da trovare in commercio. Qualche giovane è fermo davanti al bar a ridosso della zona rossa, ma nessuno ha voglia di parlare.

Ad accoglierci al confine della zona rossa è l’ingegner Nicola Ciannelli, dirigente della squadra USAR (Urban, Search and Rescue) di Firenze, lo stesso reparto specializzato dei Vigili del fuoco intervenuto ad Amatrice due mesi fa. La raccomandazione, prima di entrare nell’area perimetrata, è quella di camminare al centro della strada perché è ancora elevatissimo il rischio di nuovi crolli e di caduta di tegole.

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La piazza del paese

Nel silenzio che regna intorno non si vedono che macerie e distruzione. Alcuni istanti della vita quotidiana sono stati fissati dai segni del terremoto; tavolini e sedie dei bar sommersi da detriti, voragini che hanno inghiottito edifici come quello del teatro del quale è possibile vedere il retro del sipario dalla ‘finestra’ aperta dal sisma.

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Il Teatro

“Stiamo ancora verificando la tenuta degli edifici – spiega l’ingegner Ciannelli – il pericolo di crolli c’è ancora. Al momento, comunque, la situazione sembra piuttosto stabile, ma continueremo a monitorare l’area finché sarà necessario”.

Stride l’atmosfera surreale di isolamento con gli spaventapasseri preparati per la festa del paese, oggi gli unici ‘abitanti’, spettatori silenziosi e immobili delle rovine.

terremoto visso crolli (2)

terremoto visso (12)

Intanto, fuori dal centro cittadino, il sindaco Giuliano Pazzaglini è in riunione operativa permanente con i propri cittadini per cercare di gestire l’emergenza nel campo allestito sul piazzale della Croce Rossa. Sono momenti frenetici, tutti vogliono avere notizie sulle proprie abitazioni e sugli alloggi provvisori che dovranno ospitare coloro che sono rimasti privi della casa.

I cittadini di Visso mantengono grande contegno e decoro, senza lasciarsi andare a scene di disperazione, affrontano l’emergenza con lucidità e razionalità. Qualità che hanno sicuramente contribuito a i manoscritti di Giacomo Leopardi, tra i quali anche “L’infinito” e “La sera del di’ di festa”, conservati al museo di Palazzo dei Governatori, ma subito trasferiti a Bologna per evitare che possibili crolli potessero distruggere un altro dei tanti patrimoni artistici messi a repentaglio dal terremoto.

 © Riproduzione riservata – A seguire la fotogallery completa del post terremoto a Visso.
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