Non solo automobilisti e ambientalisti, l’ordinanza di chiusura al traffico per le auto fino ad euro 3 nei giorni di lunedì e martedì, scontenta anche i commercianti. La soluzione adottata dall’amministrazione, in particolare dall’assessore di competenza Emilio Giacchetti, non ha trovato il favore dell’opinione pubblica, che ha giudicato la misura inadatta a risolvere il problema del traffico. L’inquinamento a Terni è considerato come problema strutturale e non come una circostanza transitoria, per questo motivo il blocco del traffico è guardato con occhio negativo da tutte le categorie che sono penalizzate. In sostanza, il provvedimento serve ad abbassare temporaneamente i livelli di pm10, ma certo non risolve il problema. Ecco la nota con la quale Confcommercio attacca il Comune:
“Confcommercio della Provincia di Terni esprime disappunto per l’ordinanza di blocco della circolazione emanata in coincidenza delle festività natalizie nel comune di Terni e richiede al Sindaco Di Girolamo, ricorrendone i presupposti di legge, di revocarla quanto prima.
Confcommercio richiede inoltre che l’amministrazione Comunale informi le imprese e i cittadini di quali interventi di lungo periodo si stanno facendo o si intendono fare, proprio per affrontare concretamente il problema dell’inquinamento dell’aria ed evitare il moltiplicarsi per il futuro delle ordinanze di blocco del traffico.
Il disappunto è doppio perché questo intervento coincide anche con il rifiuto dell’Amministrazione Comunale di Terni alla nostra proposta di anticipare a queste festività natalizie una mini-sperimentazione di rimodulazione della ZTL che consentisse una parziale riapertura della stessa al fine di creare e sostenere nella popolazione abitudini di promozione dello shopping nella fascia serale dalle 16.00 alle 21.00.
Il fatto che le ordinanze di blocco del traffico siano atti dovuti al verificarsi del superamento dei limiti di legge della presenza delle polveri nell’aria, non può essere usato come deresponsabilizzazione e nemmeno può tacitare la legittima preoccupazione delle imprese.
Il problema dell’inquinamento dell’aria delle aree urbane non è di facile soluzione. Occorrono investimenti e un approccio concreto e sistemico per ottenere risultati. E’ proprio per questo che affrontare un tema così complesso con le sole ordinanze di blocco del traffico non è una risposta accettabile.
I necessari interventi di lungo periodo presuppongono investimenti dedicati e interventi mirati al “cambio di passo” nello sviluppo delle auto elettriche e del teleriscaldamento, oltre a soddisfacenti controlli sull’inquinamento di origine industriale. Non possiamo non rilevare che esistono città come Pechino, Los Angeles e Praga dove in questo momento sono in funzione impianti di abbattimento delle polveri atmosferiche, così come esistono altre città molto più vicine a noi, come Roma, Milano e L’Aquila che li stanno sperimentando. E a Terni? Quanto viene fatto in questa direzione, poco o tanto che sia, non è evidentemente sufficiente, perché le ordinanze di blocco del traffico si moltiplicano invece di diventare sempre meno frequenti.
Le ordinanze restrittive sono risposte di emergenza, di facile applicazione, che possono essere utili per difendere una immagine “ambientale” di una amministrazione, ma dovrebbero essere rimedi estremi, perché la loro efficacia non appare particolarmente elevata mentre molto alti sono i disagi per i cittadini e le imprese.
I commercianti respirano la stessa aria degli altri e non sono insensibili alle ragioni ambientali, ma non ci stanno a essere la categoria ultima che paga con una ulteriore difficoltà a fare impresa un problema che è generale e che andrebbe affrontato in altro modo. Quando poi le ordinanze di blocco del traffico, come quella attuale, coincidono con il periodo natalizio e con una crisi senza precedenti, l’insoddisfazione e la rabbia prendono il sopravvento. A nessuno giova alimentare “guerre tra poveri” ma non può sfuggire che l’accettazione dei gravosi disagi e delle diseconomie che le ordinanze determinano dipende dal livello di condivisione di un serio programma di interventi sistemici di lungo periodo e dal livello di fiducia sulla capacità e la determinazione delle amministrazioni di portarlo a successo.
Altrimenti è difficile sfuggire all’impressione che le ordinanze di blocco siano più funzionali a giustificare di fronte all’opinione pubblica l’insufficienza complessiva degli interventi, piuttosto che a intervenire concretamente. Sarebbe logico invece aspettarsi che il protrarsi pluriennale di questa situazione, avesse ormai sviluppato negli uffici preposti anche quella competenza e abilità tali da prevenire le situazioni di rischio inquinamento nel periodo natalizio, proprio per evitare di trovarsi nella necessità di emanare ordinanze restrittive”.