Corte dei Conti, bilancio 2015 solido | Resta nodo partecipate - Tuttoggi.info

Corte dei Conti, bilancio 2015 solido | Resta nodo partecipate

Alessia Chiriatti

Corte dei Conti, bilancio 2015 solido | Resta nodo partecipate

'Criticità' per Umbria Mobilità | Presidente Marini, "razionalizzazione e contenimento della dinamica di spesa"
Mar, 28/06/2016 - 18:54

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E’ un bilancio sostanzialmente solido e regolare quello della Regione Umbria: a presentarne la parificazione, questa mattina, è stato il procuratore regionale della Corte dei conti, Antonio Giuseppone, il quale, di fronte al presidente Salvatore Sfrecola, nella sua requisitoria, ha parlato di una situazione sotto controllo, con alcune criticità. “Elementi – ha continuato il procuratore – che potrebbero incidere sull’andamento della finanza regionale, soprattutto se non tenuti adeguatamente sotto controllo, ma che si ritiene non influiscano negativamente ai fini del giudizio di parificazione”. Restano tuttavia alcuni nodi da sciogliere, come quello legato alle partecipate e in particolare per Umbria Mobilità. Continua invece il trend economico negativo per circa 225 milioni di euro per il risultato dell’esercizio 2015, in linea con quello dello scorso esercizio, in cui il risultato era stato negativo per circa 219 milioni di euro.

Ritardi sul rendiconto – Il procuratore Giuseppone ha rimarcato come in realtà lo scorso 21 giugno, in ritardo rispetto alla data stabilita per il 30 aprile, sia stato approvato il disegno di legge sul “Rendiconto generale dell’Amministrazione regionale per l’esercizio finanziario 2015”. Il termine di legge, si legge dunque nella requisitoria, “non risulta assolutamente rispettato“. Il rendiconto generale dell’esercizio 2015 della Regione Umbria evidenzia un risultato di amministrazione di circa 107 milioni di euro, dovuto ad una giacenza di cassa pari a circa 254 milioni di euro, residui  attivi pari a circa 1.214 milioni di  euro, residui passivi pari a circa 1.194 milioni di euro, un fondo pluriennale vincolato per spese correnti pari a circa 70 milioni di euro ed un fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale pari a circa 97 milioni di euro.

Riduzione del patrimonio – Se si guarda al Patrimonio netto si registra, anche per il 2015, una sua riduzione, essendo passato da circa 798 milioni di euro (al 31 dicembre 2014) a circa 573 milioni di euro del corrente esercizio, con una riduzione, quindi, di circa 225 milioni di euro, che rappresenta il risultato negativo del conto economico dell’esercizio. Ridotte di 12 milioni anche le ‘immobilizzazioni materiali’, che ammontano ora 307 milioni di euro. Nel patrimonio immobiliare, poi, figurano le riscossioni di affitti e canoni, pari a 1.903.770,47 euro, mentre per altri beni si è potuto constatare che ne è stato concesso l’utilizzo senza il pagamento di alcun corrispettivo. “Ciò determina, naturalmente, per il bilancio della Regione, la mancata realizzazione di componenti positivi. A ciò si aggiunga la spesa sostenuta dalla Regione per i contratti di locazione passiva, tra i quali si sottolinea il canone di euro 135.513,13 corrisposto all’Università per Stranieri di Perugia di un complesso immobiliare denominato ‘Villa Colombella’, per sede dell’ufficio Unesco”.

Questione partecipate – Il nodo partecipare resta ‘a parte’, tanto da meritarsi un paragrafo a parte nella requisitoria del procuratore Giuseppone. La Regione Umbria, già dallo scorso anno, aveva cominciato ad accorpare partecipare e altri enti, quali le Comunità montane, nell’ottica della semplificazione e di interventi legislativi orientati a ridurre il peso delle partecipazioni societarie in capo alla Regione stessa. Nel 2015 il processo è continuato e in tal senso spicca: il riordino e la digitalizzazione della pubblica amministrazione, la dismissione delle partecipazioni indirette detenute da Sviluppumbria S.p.A. (e da Umbria TPL e Mobilità s.p.a.); l’iscrizione delle finanziarie regionali (Gepafin s.p.a.) nell’albo unico delle società di intermediazione finanziaria. Eppure per la Corte dei Conti c’è una nota di demerito:  “la documentazione fornita dalla Regione risulta insufficiente – ha detto Giuseppone – in quanto alla data di approvazione del presente rendiconto per l’esercizio 2015 gli allegati delle suddette partecipate fanno riferimento ai dati del 2014 (nella Relazione della Giunta è specificato che, ai fini delle valutazioni delle partecipazioni nelle società partecipate/collegate, solo la società Umbria Digitale s.c.a.r.l. ha approvato il bilancio dell’esercizio 2015, mentre per tutte le altre società è stato utilizzato il bilancio dell’esercizio 2014)”. 

Nodo Umbria Mobilità – Il ‘demerito’ è in particolare riservato a Umbria Mobilità, per la quale persistono alcune criticità, “in merito alla gestione del credito che la Regione aveva concesso alla suddetta società nel corso del 2013“. La requisitoria della Corte dei Conti parla di difficoltà economico-finanziarie per la partecipata dei trasporti. E nonostante la Regione vanti un credito nei confronti di UM, Palazzo Donini “continua a versare alla società Umbria TPL e Mobilità s.p.a. la somma di 4.803.049,20 euro (al netto dell’iva), quale corrispettivo per la gestione dell’infrastruttura ferroviaria”. Il tutto se ad esempio si pensa che UM utilizza gratuitamente, come sottolineato nella stessa requisitoria, gli immobili ex F.C.U. (Ferrovia centrale umbra), impianti ed infrastrutture inerenti la linea ferroviaria Sansepolcro – Terni e diramazione Ponte San Giovanni – Perugia S. Anna.

Bilancio ‘solido’ – Per il quarto anno consecutivo il giudizio di parificazione emesso dalla Sezione regionale della Corte dei conti dell’Umbria dimostra la solidità del bilancio della Regione“, ha detto la presidente Catiuscia Marini, a margine dell’udienza. “In questi anni – ha sottolineato la presidente – abbiamo proseguito il lavoro di razionalizzazione e contenimento della dinamica di spesa. I dati del 2015 confermano, ancora una volta, una gestione regionale improntata alla prudenza e alla correttezza dell’azione amministrativo contabile, sempre ispirata al rispetto dei principi generali di finanza pubblica, quali l’unità, l’equilibrio, la flessibilità, nonché in coerenza con la programmazione regionale. Al termine dell’esercizio 2015 tutti i principali indicatori della gestione: capacità di programmazione e gestione, livello di indebitamento e gestione dei flussi di cassa si sono mantenuti a livelli positivi. Sono stati rispettati gli equilibri di gestione, sia di parte corrente che in conto capitale, ed il pareggio di bilancio. Non vi sono state anticipazioni di cassa, tradizionale segnale di solidità economico-finanziaria dell’Ente, abbiamo inoltre una sanità in equilibrio finanziario. Tutto ciò in un quadro di riferimento economico e finanziario che è stato particolarmente complesso e pesantemente condizionato dagli interventi statali di contenimento della spesa e dalla crisi che ha interessato anche la nostra regione. Siamo comunque riusciti a garantire il rispetto di vincoli sempre più stringenti di finanza pubblica senza incidere sui cittadini e sulla qualità dei serviziTerremo conto delle osservazioni avanzate dalla Corte dei Conti dell’Umbria” ha aggiunto poi la presidente evidenziando  come in merito alla questione di Umbria Mobilità, su cui la magistratura contabile ha rilevato alcune criticità “la Giunta regionale si è comportata responsabilmente per assicurare il funzionamento del servizio pubblico, dell’infrastruttura e la salvaguardia dei livelli occupazionali”.
“Non a caso – ha aggiunto Marini – abbiamo venduto il ramo d’azienda più importante della società ed abbiamo avuto un atteggiamento prudenziale nei confronti del prestito a garanzia del contributo della Regione e a favore delle Provincie di Perugia e Terni, dei Comuni di Perugia, Spoleto e dell’area Ternana che altrimenti non avrebbero potuto garantire il servizio ferroviario ed il trasporto pubblico regionale nelle aree urbane ed extraurbane”.

I commenti sono arrivati in giornata anche durante il Consiglio Regionale in corso nel pomeriggio di oggi. Il consigliere Claudio Ricci ha dichiarato: “la Regione Umbria deve dotarsi di maggiori strumenti per il controllo per la verifica delle azioni legislative/progettuali al fine dare più operatività agli indirizzi di governo tesi allo sviluppo socio economico”. E’ poi intervenuto anche Marco Squarta (FdI), il quale spinge sulla questione sanità: “da quattro mesi manca l’assessore, nonostante la voce occupi il 76 percento del bilancio regionale. Non ci siamo ancora con gli acquisti centralizzati né con la spesa farmaceutica ospedaliera e la Asl2 ha sforato il tetto del 138 per cento. C’è modo di razionalizzare le spese senza farsi rubare farmaci di ultima generazione dal ladro di turno armato di piede di porco?”.

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