Casciari torna in Regione | Consiglio di Stato respinge ricorso Biancarelli - Tuttoggi.info

Casciari torna in Regione | Consiglio di Stato respinge ricorso Biancarelli

Alessia Chiriatti

Casciari torna in Regione | Consiglio di Stato respinge ricorso Biancarelli

La decisione dopo il pronunciamento del Tar | PD 12 seggi a 21
Gio, 17/12/2015 - 17:12

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Dopo settimane di attesa, il Consiglio di Stato ha deciso: Carla Casciari, del Pd, entra a far parte dell’Assemblea legislativa dell’Umbria dove prende il posto di Giuseppe Biancarelli, di Umbria più uguale. Biancarelli si era infatti rivolto al Consiglio di Stato per la sospensiva, dopo il pronunciamento del Tar dell’Umbria. Il Consiglio di Stato, con i giudici Torsello, Amicuzzi, Durante, Franconiero, tarantino, ha così respinto il ricorso di Biancarelli contro la decisone del Tar favorevole alla prima dei non eletti del Partito democratico, che aveva impugnato la proclamazione a componente dell’Assemblea legislativa dell’altro candidato. Casciari ha dal suo canto ringraziato chi le ha accordato “la fiducia nelle elezioni di maggio del 2015“, ha scritto, e chi in questi mesi le è stato “vicino, anche solo con il pensiero“. Biancarelli preferisce invece non rilasciare dichiarazioni, almeno per il momento.

Secondo la Casciari – rappresentata dall’avvocato Mario Rampini – il seggio in Consiglio “era stato illegittimamente attribuito” a Biancarelli, la lista del quale “non aveva raggiunto la soglia di sbarramento del 2,5%”. Il giudizio a lei favorevole al Tar era stato poi appellato al Consiglio di Stato dal candidato di Umbria più uguale (entrambi i partiti sono collegati alla presidente eletta Catiuscia Marini) e i giudici, nell’ottobre scorso, avevano sospeso la decisone del Tribunale amministrativo umbro. Il TAR aveva infatti  accolto il ricorso, stabilendo che, come si legge anche nella sentenza del Consiglio di Stato, per voti espressi nell’intera circoscrizione regionale debbano intendersi anche i “voti assegnati solamente ai candidati alla presidenza della Giunta”. Su questa premessa, rilevato che la cifra elettorale della lista “Umbria più uguale Sinistra ecologia e libertà – La sinistra per l’Umbria”, pari a 9.009 voti, si attestava al di sotto della soglia di sbarramento (il 2,5% dei 373.679 voti complessivamente espressi è infatti pari a 9.342), il giudice di primo grado aveva proceduto a correggere conseguentemente il risultato elettorale, proclamando alla carica di consigliere regionale la ricorrente in sostituzione di Biancarelli.

Voti validi – Ad oggi dunque i giudici del Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso di Biancarelli, confermando l’elezione della Casciari. E’ proprio la soglia del 2,5% a essere dirimente: il punto decisivo consiste nello stabilire se anche per la soglia di sbarramento pari al 2,5% “dei voti validamente espressi nell’intera circoscrizione” debbano essere considerati o meno i voti espressi in favore solo della coalizione del presidente eletto. A questo riguardo, ha stabilito il Consiglio di Stato, le deduzioni di Biancarelli si infrangono sul dato letterale della norma, nella quale si fa riferimento a tutti i voti validi, senza che ci sia specificato che per questi si intendono solo i voti di lista. “La decisione del Consiglio di Stato – ha detto all’ANSA l’avvocato Rampini – è definitiva in quanto sarebbe appellabile solo in caso di difetto di giurisdizione che in questo caso non è configurabile. Mi preme sottolineare comunque che la politica non c’entra ma si tratta solo di una questione rigorosamente giuridica“. Ciò che non vale è il voto disgiunto: “la Sezione – si legge sempre nella sentenza del Consiglio di Stato – ha invece escluso che potesse indurre ad opinare in senso contrario la possibilità del voto disgiunto. Il che a fortiori rileva nel caso di specie, atteso che per le elezioni regionali il legislatore umbro ha precluso questa possibilità, come sopra ricordato”.

Rappresentanza – Si apre ora una partita del tutto legata ai voti di rappresentanza di liste che hanno raggiunto meno consensi al termine della sfida elettorale. Un po’ quello che vorrebbe evitare la formazione di un consiglio bipartitico, con due blocchi quasi monolitici, uno di centro-destra e uno di centro-sinistra. Questione in parte riconosciuta anche dal Consiglio di Stato: “anche sul piano sistematico – si legge – le esigenze di precludere l’accesso al consiglio regionale a forze politiche non sufficientemente rappresentative, che connotano la funzione tipica della soglia di sbarramento, e che prescindono dalle questioni concernenti invece il riparto, esterno ed interno di seggi, tra le diverse liste, inducono ad una lettura della previsione di cui al comma 6 dell’art. 15 conforme al dato letterale. Deve infatti sottolinearsi che il voto al solo candidato presidente è comunque espressivo di una scelta “in negativo”, ovvero di non votare nessuna delle liste facenti parte della coalizione ad esso collegata, per cui di tali voti non può conseguentemente non tenersi conto al fine di misurare la rappresentatività delle varie forze politiche”.

Si riforma così un’assemblea che aggiudica al Pd 12 seggi su 21. Immediate le reazioni: per il gruppo dei Radicali, attivi nella battaglia a proposito della legge elettorale regionale denominata Umbricellum, si tratta “dell’ennesimo frutto avvelenato. Una legge che consente al PD di ottenere ben 12 su 21 (il 57,14%) a fronte del 35,76% dei voti ottenuti nell’urna. L’umbricellum ha manifestato così tutti quegli effetti antidemocratici che abbiamo denunciato sin dalla sua presentazione in aula, una legge costruita su misura dal partito egemone in Regione per conservare, anzi incrementare, il suo potere pur in presenza di una sensibile erosione del suo consenso rispetto alla consultazione del 2010. Un vero e proprio delitto perfetto compiuto contro i più semplici principi democratici, contro i pareri di illustri giuristi e contro il buon senso. Il Comitato per la Democrazia in Umbria continuerà con ancor più vigore la sua battaglia per far correggere questo obbrobrio istituzionale, a cominciare dalla richiesta che avanzeremo a tutti i gruppi consiliari di cancellare le parti incostituzionali della legge. Ricordiamo infine che è in programma il prossimo 18 febbraio l’udienza presso il Tribunale Civile di Perugia per il ricorso presentato da oltre 50 cittadini contro la Regione Umbria per ottenere la cancellazione dell’Umbricellum”.

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