VINI, CLAMOROSO MONTEFALCO CONTRO DOC TREBBIANO SPOLETO. BOTTA E RISPOSTA TRA SINDACI - Tuttoggi.info

VINI, CLAMOROSO MONTEFALCO CONTRO DOC TREBBIANO SPOLETO. BOTTA E RISPOSTA TRA SINDACI

Redazione

VINI, CLAMOROSO MONTEFALCO CONTRO DOC TREBBIANO SPOLETO. BOTTA E RISPOSTA TRA SINDACI

Mar, 29/03/2011 - 20:30

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Carlo Ceraso
Altro che brindisi per festeggiare la doc del Trebbiano “Spoleto”. Tra gli amministratori della patria del prelibato bianco e quelli del sagrantino a momenti ci scappa il lancio dei bicchieri con tutte le bottiglie. Perché il primo cittadino di Montefalco, l’avvocato Donatella Tesei, ha deciso di dare l’assalto al decreto che riconosce l’areale del Trebbiano piazzando un ricorso al Ministero dell’Agricoltura che ora rischia di far passare qualche notte insonne al collega di Spoleto, Daniele Benedetti, e ai produttori del Consorzio Trebbiano (presieduto dall’imprenditore Stefano Novelli). La diatriba è fin troppo nota. Alcuni comuni viciniori a quello spoletino contestano lo studio scientifico alla base della certificazione che esclude alcuni territori. Il sospetto, più che fondato, è che la maggior parte dei viticoltori di sagrantino – vino che sta attraversando il periodo più ‘nero’ della sua storia – vogliano riconvertire le proprie produzioni in Trebbiano.
Il 9 novembre scorso fu Tuttoggi.info a denunciare il tentativo di assalto da parte di alcuni Comuni, i cui produttori nel 2005 non avevano neanche risposto alle richieste del Consorzio di fornire dubbi e richieste in merito all’area che i tecnici avevano definito. Salvo poi, con la crisi del mercato che attanaglia da un biennio il sagrantino, cercare di ribaltare quella situazione.
Il 17 dicembre scorso il Ministero ha riconosciuto con apposito decreto la doc al bianco “Spoleto”, appena due settimane dopo l’agguerrita audizione pubblica nel corso della quale il sindaco Benedetti (fra gli applausi anche dell’opposizione) rispose per le rime ai sindaci che contestavano l’areale individuata. Bisognava attendere solo un eventuale ricorso, da presentarsi entro 90 giorni. Nulla faceva presagire che la procedura sarebbe stata attivata quasi allo scadere del tempo, tanto che il Consorzio, invitato da Vinitaly, aveva deciso di festeggiare il prestigioso riconoscimento il prossimo 7 aprile in quel di Verona alla presenza del sindaco della città del festival.
Invece il ricorso, come Tuttoggi.info può anticipare, è arrivata sul fil di lana, anche se trapela solo in queste ore. Un vero e proprio ‘schiaffo’ a Spoleto, secondo i più, il cui territorio era stato a suo tempo escluso dall’areale del sagrantino.
Duro il commento del sindaco Benedetti raggiunto al telefonino “avrei compreso che fosse stato un produttore ad avanzare un ricorso, che l’abbia fatto un comune è allucinante. Che il Trebbiano non si possa produrre in alcuni territori lo afferma lo studio tecnico-scientifico elaborato a suo tempo e che ha ricevuto il benestare della Commissione vini, della Regione e del Ministero. Ciononostante ci sono molte possibilità per i produttori che non rientrano nell’areale”.
“E’ proprio alla luce di questi riconoscimenti che ci sentiamo tranquilli, tanto che ho confermano proprio stamani la mia partecipazione a Verona per l’evento legato al nostro prodotto” conclude il primo cittadino.
“Ma quale schiaffo e schiaffo – replica stizzita il sindaco Tesei – ho solo tutelato gli interessi del mio territorio perché è assurdo che mezzo comune rientri nell’areale e mezzo no. Dovrebbero spiegare invece come mai ci si spinge fino a Casone di Foligno dove c’è una discarica o a Corvia dove non c’è una vigna, e non si sia preso in considerazione una parte del nostro comprensorio che è da sempre a vocazione vitivinicola. Chi opera così non ha a cuore il territorio umbro”. La Tesei smentisce di aver chiesto sostegno a parlamentari del Pdl per sollecitare il ricorso al neoministro Romano.
“E’ strano che il sindaco Tesei si stupisca – dice a TO® Stefano Novelli, in questi giorni a Dusseldorf per la manifestazione Prowein – mi pare che anche l’areale del sagrantino includa quella di Casone. Se si ragionasse così bisognerebbe fare l’areale ‘Italia’” commenta sarcastico. “Ho la sensazione che questo ricorso abbia più il sapore di un dispetto che altro. Non credo sia campanilismo, sicuramente è ignoranza dei mercati. L’impressionante accelerazione data al sagrantino, passato in 4 anni da 100mila bottiglie a 4 milioni, si è rivelata un clamoroso autogol. E’ stata rovinata così un’altra doc, non consentiremo di rovinare anche quella del Trebbiano”.
Ora non resta che attendere la risposta della Commissione Vini al ricorso presentato da Montefalco. Se sarà respinto (ma lo si saprà non prima di un paio di mesi), tutto rimarrà com’è e si potrà finalmente (e serenamente) brindare alla nuova certificazione. Se sarà invece accettato, bisognerà con ogni buona probabilità ricominciare tutto daccapo.

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