Vicenda Pd, lettera choc ex presidente "Fra capibastone e dirigenti di palazzo" - Tuttoggi.info

Vicenda Pd, lettera choc ex presidente “Fra capibastone e dirigenti di palazzo”

Redazione

Vicenda Pd, lettera choc ex presidente “Fra capibastone e dirigenti di palazzo”

Ven, 14/03/2014 - 13:47

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Caro Direttore,
forse queste parole avrei dovuto pronunciarle di fronte all’assemblea comunale del PD, ma mi sono reso conto che quell’assemblea è formata per la maggior parte da persone che sono li per dire la propria senza ascoltare gli altri. Così ho scelto di affidare queste mie considerazioni a Te, con la certezza che avranno una platea sicuramente ampia e che qualcuno, forse, le prenderà in considerazione.
Stiamo attraversando un momento difficilissimo, come paese, ma soprattutto come città, e, in questa situazione, invece di pensare al bene di Spoleto e a tentare di risolvere gli enormi problemi che abbiamo, all’interno del PD non si fa altro che disquisire, da mesi, su chi dovrebbe essere il candidato sindaco del partito, dimenticando che lo strumento che il partito si è dato per definire figure di questo tipo è quello delle primarie; sostanzialmente si vuole ridurre la scelta all’interno degli organismi del partito e nemmeno tanto lì ma nelle segrete stanze.
A chi giova tutto ciò? Ci siamo sentiti proporre, ma sempre in modo informale e mai con una richiesta ufficiale di votazione in assemblea, una pletora di possibili candidati sindaci da corte dei miracoli, allo scopo di fermare il processo delle primarie ed attendere non si sa che cosa. Da un lato coloro che aspettano che il capobastone si pronunci e quindi possa toglierli dall’impiccio di dover scegliere, dall’altro tutti coloro che, resisi conto che un candidato eletto con le primarie è più difficilmente condizionabile di uno scelto dal palazzo, insistono per individuare un candidato condiviso (da chi poi ?) sia interno o esterno al partito, sia bianco o nero, non importa, purché possa rispondere alle loro logiche di potere.
Io sono veramente stanco, e quando, l’ultima splendida idea per evitare le primarie, è stata quella di proporre, sempre in modo strisciante, la candidatura del segretario provinciale, abbiamo veramente toccato il fondo. Cosa abbia fatto il segretario provinciale per il partito e per la città è perfettamente spiegato nel commento di IO C’ERO al Tuo articolo sull’assemblea di giovedì sera e non mi dilungo a ribadire concetti espressi da qualcuno che, peraltro, è molto addentro alle cose del PD spoletino e umbro, perché conosce perfettamente i fatti, anche quelli sconosciuti ai più.
Nessuno che parli delle cose da fare, nessuno che metta a disposizione del partito e della città le proprie competenze, la propria passione e la propria fantasia per costruire un programma che ci aiuti almeno a provare a superare le problematiche enormi che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi. Sono stanco di giovani vecchi che vengono a spiegarci non si capisce che cosa, affermando e contraddicendosi nell’arco di 5 minuti di intervento; sono stanco di persone che proclamate il nuovo (da sole) danno luogo a teatrini assolutamente insopportabili, e degni delle migliori tradizioni della politica della prima repubblica; sono stanco di persone che dichiarano che chi non è d’accordo con loro fa il male del partito; sono stanco di personaggi scelti per ricoprire ruoli di controllo su un territorio e per non consentire il corretto svolgimento dell’attività democratica; sono stanco di chi si erge a puro stigmatizzando chi si vede in incontri a cena e esaltando, lui ed i suoi amici, che hanno momenti di incontro (al ristorante ed alle 8 di sera); sono stanco di chi parla per ore e poi, quando si disambigua il suo discorso (cioè si eliminano tutti gli elementi inutili e tutto ciò che lo rende non comprensibile) il risultato è zero, cioè non ha detto nulla.
Sono pochissime le persone che invece hanno mantenuto la barra delle loro idee dritta e che non si fanno condizionare; non intendo citarne nessuna; alcuni sono anche lontani da me come pensiero politico ma vivaddio sono donne o uomini con i quali ci si può confrontare e con i quali si può anche discutere, ma senza dietrologie e senza secondi fini. Il precipizio verso il quale ci stiamo avviando è profondo, ma non è detto che dobbiamo buttarci per forza. Io ho tre figlie e tutte e tre lavorano fuori Spoleto; una bella percentuale il 100%. Ciò dovrebbe dare un minimo il senso della situazione di questa città. Tutti questi signori che pretendono di gestire il potere come pare a loro si accorgeranno ben presto che stanno litigandosi un osso spolpato e allora forse si domanderanno se potevano fare qualcosa di diverso: avere un’idea propria qualcuno, guardare meno ai propri interessi altri, essere più umili e rendersi conto che non è per loro amministrare altri ancora.
Il Pd era l’ultima speranza dei cittadini che credono nella possibilità di una politica non personalizzata cioè senza il culto della personalità, ma con idee e programmi, ma dopo Renzi e dopo la permanenza nel partito di tutti coloro che continuano a cercare di gestire il potere e basta, io ho perso le speranze e credo che con me le abbiano perse in molti.
Quando ho iniziato la mia, limitata, attività politica (con i democratici nel 1999), mi hanno detto che era necessario un percorso per poter avere voce in capitolo. Adesso, a distanza di anni, mi dicono che solo un percorso condiviso ci può portare ad identificare il nostro candidato alla figura di sindaco di Spoleto. Questo percorso mi sta cominciando a stufare, anche perché il percorso dovrebbe avere in se tutte le caratteristiche del viaggio, che tutti i grandi poeti e narratori, da Omero a Dante, hanno descritto come il fine ultimo dell’uomo.
Me il percorso non è bello se non si può decidere insieme dove andare, o se c’è qualcuno che, da fuori, cerca sempre di condizionare il tuo cammino, o se qualcun altro che dice di voler camminare con te poi decide sempre lui dove andare, quando partire, e soprattutto decide di affidarsi ad una guida incapace per poter poi condizionare tutto lo svolgimento del viaggio.
Mi scuso di questo sfogo, ma sono veramente stufo e soprattutto sono triste, perché non posso pensare che questa città, che io amo profondamente, sia trattata in questo modo barbaro. A questo punto credo che non assisterò a questo scempio perché se ci potete togliere le primarie, se ci potete togliere i sogni di una vita migliore, se ci potete imporre cose improponibili, non potete però impedirci di abbandonarvi al vostro destino, che sarà, spero, quello che meritate; se poi le mie considerazioni sono false e di parte, avrete lo stesso il destino che meritate. Non lancio nemmeno appelli ai cittadini, non sono necessari, le persone fanno quello che ritengono più opportuno. La mia amarezza mi impedisce di andare oltre e quindi, caro Direttore, ti saluto con affetto e ti ringrazio e ti pongo nel contempo una domanda: sei convinto che questa città meriti tutto ciò e che il nostro livello, come cittadini, sia tale da dover subire tutto questo?

Fabrizio Luchetti

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Caro Fabrizio,
non entrerò nelle dinamiche politiche del Pd (mi basta già registrarle e doverle offrire ai nostri lettori) ma è evidente che nessuna città, neanche un condominio, può meritare 'tutto ciò'. Non posso quindi che risponderti da osservatore e cittadino. Mi pare che il vostro partito, specie a Spoleto, di 'male' se ne è (e ne ha) fatto molto da almeno un ventennio. Forse non è un caso che la crisi del centrosinistra e del suo partito di riferimento coincida come un orologio svizzero con la ingloriosa fine della locale banca (con conseguenze devastanti per il partito di riferimento del centrodestra che l’ha governata).
Pensare dunque che il 'male' possa esser ricercato nelle responsabilità di una sola persona, come alcuni dirigenti hanno voluto far intendere, mi pare francamente ingeneroso e rende la ‘partita’ più simile a quella di un campionato di calcio che ad un vero interesse per la collettività. Non mi pare di aver sentito un solo dirigente di segreteria, assemblea o di sezione aver ammesso le proprie responsabilità. L’antico rito del capro da sacrificare per mondare i propri peccati non ha mai dato frutti, in politica (e lo sa bene il Pd a livello nazionale) e neanche nello sport; anzi ha incrementato gli ‘omicidi’: ma forse è la scusa migliore per continuare a mangiare l’abbacchio. Il problema qui è che la ciccia è finita e bene ha fatto, con non poco coraggio, chi ha evitato il commissariamento che avrebbe devastato la città (decisione che, non a caso, hanno persino condiviso quelle associazioni di categoria che sostengono il centrodestra).
Personalmente ritengo che il prossimo candidato dovrebbe proporre, con un impegno che sa più di ‘sfida’, 4 semplici cose prima ancora di stilare il programma: consegnare le proprie dimissioni nelle mani del segretario del partito responsabilizzando così, una volta per tutte, se stesso, la sua squadra e non di meno lo stesso partito (così nessuno avrà più scuse, né potrà puntare il dito); formare una giunta di persone dal curriculum specchiabile, culturalmente e professionalmente elevato, a cominciare dal vicesindaco, senza le solite marchette assicura-poltrone; nominare un capo di gabinetto degno di tale nome destinato alla sola attività amministrativa (incluso scudisciare, se del caso anche licenziare, visto che il decreto Brunetta qui non è stato mai applicato, quei dirigenti e funzionari che quotidianamente dimostrano la loro incapacità); indicare almeno 3 concreti progetti di sviluppo da realizzare nel primo biennio. Già queste basterebbero ad avviare un nuovo percorso politico e amministrativo.
Chiunque sia il candidato, di qualunque schieramento e partito, di centrodestra come di centrosinistra. Dunque, tornando alla Tua, chi dei 4 candidati (Benedetti, Cintioli, Rossi e Zampa) se la sentirà di accettare una simile sfida? Con l’occasione Ti saluto ringraziandoti per l’attenzione rivoltaci.

Il direttore

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