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Vice, Presidenza, Direzione, Segreteria: ecco la squadra Pd “dell’allenatore” Bocci

Redazione

Vice, Presidenza, Direzione, Segreteria: ecco la squadra Pd “dell’allenatore” Bocci

Tanti giovani, ma anche qualche cavallo di ritorno che tenta la risalita: tutti i nomi
Sab, 05/01/2019 - 19:21

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Sono Cristian Betti, Francesco De Rebotti e Cristina Falchetti Ballerani i vice segretari che affiancheranno Gianpiero Bocci nella guida del Pd umbro. Linea verde e gestione collegiale, come aveva promesso Bocci alla vigilia delle primarie e come aveva ribadito all’indomani della netta affermazione su Walter Verini.
La Presidenza dell’Assemblea regionale del Pd Umbria, eletta all’unanimità dai delegati, è composta dal Presidente Walter Verini e dai vice Emanuela Morì e Sandro Corsi.
Questa la Commissione di Garanzia: Alessandro Borscia, Luca Meucci, Federica Grimani, Claudio Bianchi, Carlo Emanuele Trappolino. Supplenti: Stefania Ercolanoni e Vittorio Massetti. Tesoriere Renzo Renai.
Così la Direzione che indicherà strategie e scelte del Pd umbro:
Simonetta Formica
Andrea Cernicchi
Erika Borghesi
Antonello Chianella
Lucia Ranuncoli
Franco Ciliberti
Maria Pia Bruscolotti
Fabio Nicchiarelli
Monia Del Piano
Nicola Mariuccini
Elena Ranfa
Ilio Liberati
Sandra Allegrini
Marino Mencarelli
Francesca Vagniluca
Joseph Flagiello
Margherita Lezi
Moreno Conti
Giselda Bruni
Paolo Pallucchi
Cinzia Cenni
Michele Bettarelli
Donatella Casciarri
Stefano Bucari
Simona Berretta
Valdimiro Orsino
Vincenzina Annamaria Martino
Michele Pennoni
Benedetta Baiocco
Federico Gori
Sara Giovannelli
Daniele Longaroni
Mario Tosti
Massimiliano Presciutti
Sandro Pasquali
Sergio Batino
Mirco Rinaldi
Guido Fabbri
Andrea Castellani
Giuliano Nalli
Alessandro Coccia
Virna Venerucci
Francesco Filippetti
Mariella Macchini
Giovanni Rubini
Moreno Rosati
Roberta Isidori
Mirko Ceci
Lavinia Pannacci
Marco Gambuli
Chiara Pepi
Marko Hromis
Carla Erbaioli
Fabrizio Puggioni
Claudia Dionisi
Stefano Vinti
Sarah Bistocchi
Giovanni Patriarchi
Tiziana Chiodi
Marsilio Marinelli
Daniela Pimponi
Jonathan Monti
Sonia Berrettini
Leonardo Patalocco
Rita Zampolini
Stefano Lisci
Pasquale Borgarelli
Maurizio Terzino
Luca Gammaitoni
Luca Ferrucci
Marina Sereni
Claudia Bastianelli
Gianluca Rossi
Roberto Loretoni
E la Segreteria:
Giampiero Giulietti
Paolo Baiardini
Alfio Todini
Nando Mismetti
Emilio Giachetti
Simona Meloni
Andrea Pensi
Domenico Caprini
Sauro Cristofani
Andrea Orlandi
Francesco Maria Giacopetti
Federica Lunghi
Ramona Furiani
Letizia Guerri
Francesco Rossi
Mario Zeno Rosi
Letizia Michelini
Valeria Cardinali
Emanuela Mori
Diego Pierotti
Francesco Lubello
Sara Giovannelli
Patrizia Cavalaglio
E’ la squadra che “l’allenatore” Gianpiero Bocci, come lui stesso si è definito, intende riportare alla vittoria alle amministrative del prossimo anno ed alle regionali del 2020.

L’intervento di Bocci

Unità, ripartenza, partecipazione, giustizia sociale sono state le parole d’ordine dell’intervento del segretario Gianpiero Bocci che, insieme ai 250 delegati eletti in assemblea, ha lanciato spunti e temi per i prossimi mesi e messo in campo i nuovi organismi, larghi, collegiali e pronti a misurarsi con le sfide complicate che si pongono. “È necessario – ha detto il segretario – recuperare un profilo unitario e mettere a leva le migliori energie, perché ci aspetta lavoro difficile. Questo è l’appello che ci hanno consegnato i quasi 20mila elettori delle primarie e che anche stamattina, da questo palco, in molti, a partire da Francesco Innamorati, ci hanno affidato. È una speranza che dobbiamo rinsaldare anche ritrovando la capacità di stare insieme”. L’altro auspicio è quello di una ripartenza, che apra le porte del Pd a chi negli ultimi anni si è allontanato, deluso, amareggiato. “Ho ascoltato – ancora Bocci – interventi impegnativi stamattina è da qui in tanti ci chiedono di ripartire. Questa è la casa di tutte le democratiche e i democratici e il nostro impegno a far tornare le tante persone che non ci sono più vicine deve essere fermo. Dobbiamo condividere prospettive, valori, diritti, responsabilità, essere protagonisti del futuro del Paese, rispettosi e consapevoli degli elementi che ci uniscono”, ha detto il segretario citando le parole del presidente Mattarella. “Sono parole, queste – ha detto – che rappresentano per noi indirizzi da seguire. Parole che appartengono alla nostra storia e alla speranza di tanti democratici che non intendono arrendersi alla cultura dell’odio”. Europa, accoglienza, integrazione, giustizia sociale sono solo alcuni dei temi su cui il Pd “deve dare battaglia”, riappropriandosi dei suoi valori non inseguendo solo il consenso, con “energie positive e prassi democratiche”. Per farlo è necessario, prima di tutto, “un partito unito, coeso, capace di dialogare e anche di scontrarsi, ma sui contenuti e mai su fatti e vicende personali. Il nostro compito è assicurare la qualità della democrazia, altrimenti sarà difficile recuperare le fratture”. Ecco perché il “Pd deve essere non solo organizzativamente ma anche e soprattutto culturalmente riconoscibile, capace di un’identità, plurale e con culture diverse, sui temi, rispetto all’inclusività, non nella rivendicazione di quote di appartenenza o nell’omologazione della spartizione del potere”. Denominatore comune è la “coscienza democratica”. “Abbiamo bisogno – secondo Bocci – di costruire un’identità che si caratterizza per una grande, forte, profonda coscienza democratica. Questa – dunque – non può essere solo l’assemblea di 250 eletti ma un’assemblea costituente che aggiorna i principi che hanno fatto nascere il Pd e che rafforza la coscienza democratica. Non basta dire che siamo contro, ma a noi compete costruire un’alternativa credibile a questo governo che considero tra i rischi più pericolosi per la qualità della democratica del Paese”. Ovviamente “la coscienza democratica è qualcosa che deve andare ben oltre il Pd. Il Pd deve essere il motivatore, la spina dorsale; per questo abbiamo fatto bene a portare gli alleati di ieri a confrontarsi con noi alla nostra prima assemblea, perché sono convinto che il primo errore che potremmo commettere è quello dell’autosufficienza. Non è tempo di contrapposizione ma di riconciliazione, che non deve riguardare solo il nostro rapporto con il centrosinistra ma deve partire all’interno del Pd”.

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