I vandali tornano a colpire a Città di Castello. Solo un paio di mesi fa, in via delle Terme, era apparsa una scritta a sfondo razzista (“Più affogano, meno sbarcano”, ndr) che aveva suscitato l’indignazione generale di tutta la comunità tifernate, a partire dal sindaco Bacchetta e dal vescovo Cancian, e addirittura spinto il consigliere comunale Luciano Tavernelli a cancellarla di proprio pugno.
Oggi, però, la situazione sembra essere peggiorata: nello stesso identico punto, quel muro a due passi dal bivio di Pozio, sono infatti apparse altre scritte, stavolta inneggianti al fascismo e contro la Chiesa. Una di queste proprio sopra la mano di vernice passata lo scorso agosto da Tavernelli.
Ma il “fenomeno” non si ferma qui: da qualche settimana, infatti, lo stesso Cva (Centro Vita Associata) della Madonna del Latte, a fianco della chiesa omonima, è stato letteralmente preso d’assalto, imbrattato su quasi tutte le pareti da altre diciture e motti “nostalgici”, accompagnati da insulti all’attuale segretario del Pd nazionale e alla presidente della Camera.
Un gesto quasi “furente” ma ancora più grave che, in questo caso, è stranamente passato sotto silenzio rispetto alla prima scritta contro i migranti. Forse un argomento più attuale come quest’ultimo vince per importanza sulla “nostalgia” del fascismo? Fatto sta che a rimetterci, oltre alla civiltà, sono anche le mura della città.