di Carlo Ceraso
Hanno atteso per 15 anni. 3 lustri durante i quali, nella logica dell’alternanza politica con la vicina Foligno, la componente moderata del Pd (un tempo Margherita) ha cercato al suo interno il proprio leader. E lo ha trovato. Daniele Benedetti questa mattina non si è solo presentato da candidato alle Primarie del 5 marzo prossimo. No. In una sola operazione, grazie ad un discorso durato appena 15’ e fatto a braccio, ha chiarito e dimostrato tutto quello che c’era da chiarire e da dimostrare: che non è un candidato sceso dall’alto, che ha la competenza per guidare la città, che sa parlare e infuocare gli animi dei presenti, che sa ascoltare e rispondere a chiunque, che non sono i muscoli che gli mancano anche se avrebbe preferito non mostrarli. Sarà per questo che già lo chiamano il Barack Obama di Spoleto. Capace anche di emozionarsi quando vede nelle file più indietro i propri genitori entrare in punta di piedi: li aveva pregati di non andare.
L’inizio – Erano più di 250 oggi alla Sala Monterosso, tanti quanti ieri avevano voluto testimoniare il loro affetto per Cintioli. Fausto Libori, che introduce i lavori, precisa che “le sedie sono 120”. Ci scherza, ma dopotutto la sua non è solo una battuta (rivolta a TO® che ieri aveva contato quelle di Cintioli): c’è una fetta della stampa che su queste Primarie, fra dati e presunte dichiarazioni, ci sta ciurlando sopra. E allora “a Cesare quel che è di Cesare”. “Qui c’è una parte di Spoleto – dice Libori – non pezzi di partito, di forze politiche, di giunta. Abbiamo avuto poche ore per organizzare questo incontro, dopo l’accelerazione impressa dall’altro candidato, non abbiamo previsto alcuno schema, chiunque potrà dire la sua, anche attraverso il foglietto che abbiamo predisposto per porre le domande a Daniele”. La parola passa ad un giovane, uno dei tanti presenti, Claudio Scarabottini. Il suo breve discorso, da “giovane che non sa fare politica” come sottolinea, si può racchiudere nella sua stessa ultima battuta: “largo ai giovani vuol dire darci fiducia, coinvolgerci, responsabilizzarci per il bene della nostra città. Non facciamo che ‘largo ai giovani’ si trasformi in “giovani al largo’!”.
Il candidato – tocca a Benedetti. E’ di fatto il suo primo ‘comizio’. Tiene due foglietti in mano per non dimenticare quello che deve dire. “Fra noi c’è Marignoli che ha scritto la commedia ‘Tocca ringrazià ziu’ – esordisce Benedetti -, ebbene io non devo ringraziare nessuno. Non mi candido perchè qualcuno me lo ha chiesto, ma perchè credo in questa candidatura e in quello che il mio Partito ha saputo e saprà fare per la città. In questi anni abbiamo dimostrato, sia a livello regionale, sia nazionale, che sappiamo pensare da soli al nostro futuro”. Il programma vuole scriverlo con la gente, con gli spoletini “Il programma da oggi lo fate voi, lo facciamo insieme. Non possiamo più pensare di imporre scelte fatte dentro il partito, da 4 persone che si riuniscono da 4 mesi e dicono sempre le stesso cose, la gente non ci capisce… ci siamo stufati anche noi. Come per i Forum, dobbiamo aprirli ai citadini, dobbiamo noi andare nelle case e non pensare che la gente venga da noi”. Travolgente la chiusura: “concludo chiedendo di non appoggiarmi, se non avete la consapevolezza che ciò implica un vincolo dal quale nessuno, a partire da me, potrà tirarsi indietro!”.
I PRESENTI – non mancano i vertici del Partito, seduti un po’ quà, un po’ là per la Sala Monterosso. C’è Giampiero Bocci, Carlo Liviantoni, Pierluigi Castellani e ancora Brega, Petroni, Salari, Fusaro, Mesca, Forti. Insomma i quadri umbri della ex Margherita. Alcuni assessori della Giunta Brunini come Flamini, Stella e Cristofori. Anche i socialisti Colangeli e Castellana. E i consiglieri di riferimento con in più Vincenza Campagnani. E lo stato maggiore al completo della Cisl locale, capeggiato da Giancarlo Antonini. C’è anche Andrea Orlandi, il coordinatore del Comitato per Cintioli, che ha voluto portare il suo saluto al candidato-avversario. In fondo alla sala qualcuno ridacchia anche se appare più un riso dettato dal nervosismo. Durante gli interventi si assiste all’abbandono della sala di un po’ di persone. Il trio Castellana-Colangeli-Stella si avvia verso il parco di Villa Redenta. Di lì a poco anche Bocci e Liviantoni si allontanano, imboccando un’altra stradina. Si saranno incontrati, visto che tutte le stradine portano alla Sala Monterosso? Difficile dirlo. Di certo dopo una mezz’oretta buona sono riapparsi all’esterno della sala congressi. Sempre in ordine sparso.
LE DOMANDE DI TO® – Cosa pensa della questione morale e come pensa che la affronterà il Partito? Inoltre ha carichi penali pendenti? “Comincio da quest’ultima. No, fino ad oggi, per quanto ne so, non ho neanche un avviso di garanzia” risponde Benedetti. “Certo può capitare che si possa incappare in un problema giudiziario, anche involontariamente. Non voglio esser buonista, credo sia reale il rischio di avere dei problemi nell’esercizio delle proprie funzioni. E’ vero che c’è l’altro candidato che ha un rinvio a giudizio, come altri rappresentanti politici, ma il Partito ha delle regole, si è dato delle regole. All’accettazione della candidatura è un nostro preciso dovere dichiarare eventuali carichi penali pendenti. Che saranno a quel punto valutati dal Comitato di Garanzia”, dice rivolgendosi a Dante Rossi a cercar conferma del percorso burocratico che ogni candidato alle Primarie dovrà sostenere. Sul sito di Barack Obama c’è una proposta di legge sviluppata da una giovane spoletina, Ilaria Rapacchio. Qual’è il suo impegno per i giovani? “Non credo a strutture come un assessorato alle politiche giovanili o similari. Vi svelo una cosa che in questa sala sappiamo solo io e Fausto Libori. Un assessorato del genere mi fu offerto dall’ex sindaco Alessandro Laureti. Lo rifiutai allora perchè non credo che sia una soluzione; come in un certo senso neanche i Forum rappresentano la soluzione. I ragazzi e le ragaze hanno esigenze concrete, cercano un lavoro, vogliono fare figli, costruirsi una famiglia. Ecco allora cominciamo dalla politica, eleggiamoli in Consiglio comunale, portiamoli in Giunta, diamo loro deleghe su specifici settori. Non dobbiamo ricordarci di loro solo quando c’è da votare”.
GLI INTERVENTI – E’ il consigliere dell’Udc il primo a prendere la parola. Paolo Spedalieri traccia un discorso sulla falsa riga di quello che, domenica scorsa, Pina Silvestri aveva fatto per Cintioli: “disponibili al confronto sui programmi. Poi si parlerà di candidati”. Un lapsus brucia la chiosa: “il mio in bocca al lupo a Benedetti Valentini”. Risata generale. Ma con tutti questi politici dai nomi uguali è sempre più difficile non sbagliare (come aveva anticipato Tuttoggi.info – clicca qui). Antonio Sbicca ricorda a tutti che “ad una certa età è meglio andare in pensione”. A Marina Antonini, che ha chiesto gli sviluppi della vicenda Italmatch, Benedetti ha confermato che la Giunta sta lavorando anche “insieme all’assessore Bottini alla ricerca di risorse economiche che possano convincere l’azienda a traslocare lontano da un luogo abitato”. Silvio Marcelli ricorda come le Primarie siano “una ricchezza per il Pd e la città”. Poi, un po’ avventurosamente, butta là una domanda”perchè, per voi cambia qualcosa se è Daniele o Giancarlo il candidato sindaco?”. Sul malcapitato piove un fiume di fischi. “Certo che sì” è la risposta all’unisono. Anche Roberto Brucalossi si è detto convinto dello strumento delle Primarie auspicando che dopo il voto di marzo il Pd torni più compatto di prima. Singolare il discorso di Bruno Toniolatti che dopo aver ricordato che la ‘sfida’ interna al Pd è una sua “rivincita”, se la prende con gli organi di informazione che “continuano impropriamente a parlare di ex margheritini ed ex diessini”. Dimenticando, il Toniolatti, che sono proprio certi esponenti del Partito che lacerano lo stesso dall’interno. L’ex senatore Castellani comincia scherzando: “non so se devo parlare a nome degli anziani – dice alla platea –, ma è sicuro che Spoleto ha bisogno di un passaggio del testimone. Daniele siamo con te, vinci con noi e per noi, contro il centro destra, per il bene di Spoleto”. Va giù duro Fabrizio Luchetti che torna sulla questione morale: “a Spoleto c’è e va affrontata, prima lo facciamo meglio è per tutti”. E’ la volta di Dante Andrea Rossi: “Daniele ha tutte le carte in regola per essere un leader. Oggi lo ha dimostrato a tutti, anche a chi lo criticava”. Quello odierno non è solo il DDay di Benedetti. E’ la consacrazione anche di Dante Adrea Rossi, il segretario che sta traghettando il Pd verso le sue prime elezioni amministrative. Le parole che tutti hanno speso per lui, tanto ieri da Cintioli, quanto oggi da Benedetti, sigillano definitivamente il suo ruolo. E da domani sarà per tutti più difficile doversele rimangiare. La riunione è terminata. A Benedetti non resta che firmare il foglio per la propria candidatura (foto in home page).
IL CONFRONTO – è già possibile tracciare un primo confronto fra i due candidati del Pd. Più conservatore nello stile del linguaggio Cintioli, più diretto quello di Benedetti. Il primo ha voluto mostrare i propri pezzi da ‘90’ facendoli sedere al suo tavolo. Benedetti ha preferito invece affrontare la platea da solo, ad eccezione del moderatore dell’incontro (Libori) e del rappresentante dei giovani (Scarabottini). E ancora. Cintoli è stato attento a non menzionare pressochè mai il proprio avversario ‘interno’. Benedetti invece di Cintioli ha parlato: non solo sulla questione morale ma anche quando, rispondendo alla Antonini, ha riconosciuto al consigliere regionale di aver lavorato sodo e bene, quando era assessore di Spoleto, nel cercare di risolvere i problemi con la Italmatch. Due stili diversi, per due rappresentanti di generazioni diverse (60 anni Cintioli, 38 Benedetti). Come lo sono i due rispettivi Comitati. E' un po' lo stile di un pugile come Tyson, quello attuato dagli ex diesse, che rispettano la regola “chi mena per primo, mena due volte”. Assomiglia più ad un maestro di aikido, quello degli ex margheritini, dove il 'principio di non resistenza' consente di sfruttare la forza stessa del'avversario per metterlo k.o.. Anche se nè Marcelli, nè Libori hanno il fisico dei lottatori!
LE FIRME – in fondo alla Sala c’è chi raccoglie le firme. Alla presenza di un consigliere comunale, come da regolamento. Qualche polemica serpeggia perchè, stando ad alcune testimonianze e foto, sembra che ieri il Comitato per Cintioli abbia raccolto firme senza la prevista presenza di un consigliere. Ma anche questo sarà oggetto di discussione all’interno del Pd locale.
THE DAY AFTER – Finisce con oggi una intensa settimana. Forse quella più difficile dall’inverno del 2007. Domani sarà il Day after, il giorno più lungo, quello in cui ognuno dovrà fare il proprio bilancio. La corona del vincitore, a dispetto dei pronostici, non è stata assegnata. Fra Benedetti e Cintioli è pari e patta; le armi possono tornare a tacere. Da domani inizia una tregua politica, con la diplomazia che può tornare al lavoro. Come pure i Comitati. In vista del 8 marzo, quando si saprà chi sarà il candidato del Partito più importante di Spoleto. Semprechè qualcuno non ci ripensi.
Il discorso di Benedetti (1a parte) – clicca qui
Il discorso di Benedetti (2a parte) – clicca qui
(pubblicato alle 23.17 del 17.01.2008 – modificato alle 23.52)