Nel periodo più buio della sua storia il mondo del fitness, per ora, si aggrappa alle parole del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che questa mattina ha annunciato, in una informativa urgente al Senato sulle misure anti Covid, che “palestre, centri sportivi e centri danza di tutta Italia saranno riaperti entro e non oltre il 25 maggio”.
La prima certezza per il settore
Finalmente una certezza, dunque, una data che sorvola sopra i tanti dubbi ancora rimasti sul “come” si dovranno riprendere le attività delle strutture sopracitate, che vanno da ipotetici ingressi ridotti alla sanificazione continua di strumenti ed attrezzi. Ma questi dettagli verranno sciolti solo dal prossimo Dpcm, previsto per il fine settimana.
“Possibile riapertura anticipata se…”
Spadafora ha comunque spiegato di “aver già inviato le linee guide per la ripresa dello sport di base al Comitato tecnico scientifico”, sottolineando che, “in caso di risposte positive da quest’ultimo, la riapertura potrebbe addirittura essere anticipata”.
Protocollo
Il ministro ha evidenziato come il protocollo proposto sia stato elaborato “tenendo conto delle esigenze e delle tante realtà dei territori”, dalle strutture di centinaia di metri quadri a quelle molto più piccole, infatti, “tutti devono avere la possibilità di riaprire e garantire la sicurezza ai proprio utenti”.
Risorse in arrivo
“Metteremo a disposizione risorse per tutte quelle realtà che dovessero avere problemi ad attuare in tempi rapidi questo protocollo – ha aggiunto Spadafora – si tratta di una cifra pari a circa 17 milioni di euro per sostenere tutte le associazioni e società sportive per adeguare i propri impianti e sanificarli”.
Impasse calcio
Per quanto riguarda il calcio il Cts, per l’eventuale ripresa, resta intransigente su: intera squadra in quarantena anche in caso di un solo giocatore positivo e responsabilità ai medici dei club per il rispetto del protocollo. Punti fondamentali e stringenti che dovranno comunque essere presi in considerazione dalla Figc per riadattare il protocollo sulla ripresa degli allenamenti dal 18 maggio.
“Perché – spiega Spadafora – se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude mentre nel calcio, nello stesso caso, un’intera squadra va in quarantena? Perché nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, nel calcio non è possibile: i calciatori devono infatti marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’auto-isolamento per tutti”.