File interminabili e disordini, fino all'intervento delle forze dell'ordine
“Serve un immediato cambio di passo nella gestione della campagna vaccinale nel folignate. È evidente, visto il caos totale che via via è cresciuto negli ultimi giorni (fino a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine) che la ASL2 ed i sindaci della zona hanno compiuto qualche errore“. Lo dice senza mezzi termini Andrea Russo, coordinatore Valle Umbra Sud della Uil, dopo le segnalazioni e i malumori dei giorni scorsi per gli episodi avvenuti a Ca’ Rapillo.
“Struttura di Ca’ Rapillo non adatta per numeri elevati”
“In altri punti vaccinali umbri la situazione non presenta particolari criticità: la dimostrazione che, se si vuole, vaccinazioni e tamponi si possono tranquillamente garantire. Quale sia il problema a A Ca’ Rapillo è evidente – prosegue Russo – quella struttura non è adatta per i numeri che si stanno facendo, considerato oltretutto che lì si effettuano anche i tamponi. Senza considerare i rischi della situazione, visto che in mezzo al caos è normale che possano esserci persone in quarantena che, dovendo fare il tampone ma non capendoci più nulla, scendano dall’auto e vadano a chiedere informazioni in mezzo alla gente in fila per vaccinarsi. Cosa che, a quanto risulta, potrebbe già essere accaduta“.
Mancanza di spazi
Il problema, per Russo, sono la mancanza di parcheggio, di spazi sufficienti al chiuso per non far attendere le persone alle intemperie ma, soprattutto, “si apre alla vaccinazioni senza prenotazione quando le dosi scarseggiano e non ci sono posti prenotabili in queste zone, generando confusione e tensioni: non si comprende se tutto ciò dipenda da incapacità di gestire i processi o da una specifica volontà di non far funzionare i servizi pubblici.
Serve, senza ulteriore ritardo, una soluzione diversa, che impegni Ca’ Rapillo solo per le vaccinazioni o i tamponi e nei limiti delle reali potenzialità. Nel frattempo, c’è da sperare che anche i sindaci di questi territori si facciano sentire: a subire tutto questo sono i loro concittadini, che meritano di essere tutelati”.