Unistrapg, laurea honoris causa a Bartolomeo I, "artigiano di pace" - Tuttoggi.info

Unistrapg, laurea honoris causa a Bartolomeo I, “artigiano di pace”

Alessia Chiriatti

Unistrapg, laurea honoris causa a Bartolomeo I, “artigiano di pace”

Il riconoscimento accolto dal pubblico in Ateneo, "Axios (sei degno)" | Il patriarca in Umbria per il convegno "Sete di pace" ad Assisi
Lun, 19/09/2016 - 15:34

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L’Umbria, terra che ha dato i natali a San Francesco e Santa Chiara, consapevole di essere trait d’union di “tessere, colori e forme” per il mondo della cultura, ha ospitato questa mattina il conferimento della laurea honoris causa a Bartolomeo I, patriarca ecumenico ed arcivescovo di Costantinopoli. La cerimonia si è svolta nell’aula magna dell’Università per Stranieri di Perugia, ateneo che, alla presenza del corpo docenti e del Rettore, Giovanni Paciullo, ha materialmente conferito il titolo dottorale in Relazioni Internazionali e Cooperazione alla Pace e allo Sviluppo al patriarca. Un riconoscimento al quale tutto il pubblico presente ha partecipato, pronunciando insieme al prorettore Marco Impagliazzo, la formula “Axios“, ossia “sei degno“.

Ad aprire i lavori in mattinata è stato lo stesso Rettore, il quale rivolgendosi al Patriarca ha detto: “è un privilegio e un motivo di profonda emozione accoglierla, in questo Palazzo, testimonianza di una lunga storia di solidarietà tra i popoli e luogo di dialogo nella trasmissione della conoscenza“. Una cerimonia, quella della Laurea Honoris causa di oggi, collegata con le giornate del convegno “Sete di pace” che ad Assisi in questi giorni stanno facendo rivivere “l’emozione e la ragione dello spirito di Assisi”, ha detto Paciullo. “Il dialogo interreligioso – ha aggiunto il Magnifico – è la condizione per guadagnare ampi e stabili spazi di comprensione e di cooperazione tra i popoli, ristabilendo e preservando la pace in regioni tormentate da conflitti. A queste grandi questioni e a quelle collegate e relative alla tutela dell’ambiente e della equa distribuzione delle risorse naturali – ha proseguito Paciullo – si lega l’impegno di una ecologia che si fondi su un’antropologia, su una correzione, cioè, della natura umana”. Al centro resta il Mediterraneo, il mare che unisce le terre, simbolo di conflitti ed ospitalità, che va vissuta con “valore evangelico. Siamo tutti immersi in una faticosa quotidianità – ha concluso il Rettore – nella quale a noi è chiesto di testimoniare il portato del modello etico dell’università che è la responsabilità verso tutti, verso tutto, verso la complessità del creato del quale non siamo i padroni, ma solo i custodi”.

All’intervento del Rettore sono seguiti quello del cardinale Gualtiero Bassetti, che ha definito la laurea come “un avvenimento memorabile per Perugia e l’Università“, di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio che ha materialmente organizzato l’evento “Sete di Pace”. Riccardi ha parlato di un “giusto riconoscimento, dopo 25 anni di patriarcato per le relazioni tra i popoli. Riferimento di pace la chiesa di costantinopoli. Guerra fredda e Eta della globalizzazione e dei conflitti. Artigiano di pace e costruttore di dialoghi. Attore apprezzato dai governi europei e degli Stati Uniti e altrove. Senza mai essere un politico ha dimostrato come si possa fare politica. Politica attenta agli uomini alle donne e agli umili. Testimonial della lingua e della cultura italiana. Patriarca ben accolto ieri e oggi.

Al prorettore Marco Impagliazzo, professore dell’Università per Stranieri, è spettata la laudatio, prima della votazione con le fave bianche e le fave nere del corpo docente che ha deciso, all’unanimità di conferire la laurea a Bartolomeo I. Impagliazzo ha parlato del “paziente lavoro pastorale ad Istanbul promosso dal patriarca“, così come della “guerra in Siria, che i potenti sembrano non essere in grado di fermare”. Poi la lezione di Bartolomeo, con la sua dissertazione tutta basata sul dialogo tra le culture e la pace, sulle connessioni con la fede. “La definizione di pace – ha detto – è stata ampiamente studiata nei secoli. Si distingue la pace antropologica (la cui definizione trova fondamento nella sociologia non solo come assenza di conflittualità a tutti i livelli), dalla pace imposta (intesa come pax romana, elaborata da Cicerone che ad essa collegava i concetti di libertas e securitas), e ancora dalla pace ascetica (ossia la riconciliazione tra cielo e terra)”. Bartolomeo I cita anche Martin Luther King, che ha inteso la pace anche come presenza di giustizia. L'”artigiano della pace“, così come lo ha definito Impagliazzo, ha fatto un accenno al perdono, alla purificazione e al discernimento come le vie possibili per raggiungere la pace. Perché, ha concluso, “non ci può essere pace senza amore, giustizia, perdono, discernimento e rispetto“.

Prima della cerimonia in Unistrapg, il patriarca Bartolomeo I è stato accolto dal cardinale Gualtiero Bassetti ai piedi della gradinata della cattedrale di San Lorenzo insieme all’arcivescovo Renato Boccardo, segretario della Ceu, al vescovo ausiliare Paolo Giulietti e all’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa. Alla presenza dei vescovi dell’Umbria, dei rappresentanti delle Chiese ortodosse e di altre confessioni cristiane e di diverse religioni partecipanti all’evento internazionale di Assisi “Sete di Pace. Religioni e culture in dialogo”, Bartolomeo I ha tenuto il suo discorso incentrato sulla pace.

Poiché non vi può essere pace senza amore – ha evidenziato Bartolomeo I –, ecco che il nostro incontro con voi è testimone di quell’amore che lega la Chiesa di Costantinopoli alla Chiesa di Perugia. Ogni comunità cristiana, fedele all’insegnamento del suo Maestro, è un luogo di amore in cui i fratelli si trovano per pregare e per spezzare il Pane insieme”.

A precedere nella parola il Patriarca è stato il cardinale Gualtiero Bassetti nel porgere il suo affettuoso saluto all’illustre ospite, presentando Perugia come una città “crocevia di popoli e di culture, un luogo di incontro di giovani di tutto il mondo, che qui giungono per motivi di studio o di lavoro. Per i giovani studenti stranieri, molti dei quali provenienti dalla Grecia, dall’Europa dell’Est o dal Medio Oriente, tantissimi appartenenti alla Chiesa ortodossa – ha sottolineato il porporato –, hanno trovato nella Chiesa perugina la loro seconda comunità di fede“.

Il cardinale ha anche ricordato l’impegno concreto della Chiesa cattolica nel processo di accoglienza-integrazione sociale e spirituale dei cristiani ortodossi a Perugia, menzionando l’opera del compianto mons. Elio Bromuri, “che si è speso per tutta la vita a favore del dialogo interreligioso e della fraterna accoglienza, fondando anche il Centro Ecumenico San Martino e l’Ostello della Gioventù“. Una fraterna accoglienza che rappresenta “un frutto dell’amicizia e dell’amore che lega le nostre comunità cristiane e che, con l’aiuto di Dio – ha detto il cardinale –, speriamo di rafforzare sempre di più, seguendo anche l’esempio di Papa Francesco e di Vostra Santità, che domani tornerete ad incontrarvi nella città di Assisi, per rafforzare i vincoli di carità tra le nostre Chiese e incontrare uomini di fede e cultura di diverse provenienze etniche, sociali e religiose”.

Quella di oggi è una giornata storica per la nostra città che ha avuto l’onore di ospitare Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico”. Queste le parole del Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, presente agli appuntamenti organizzati in occasione della visita del Patriarca nel capoluogo umbro. Momenti intensi e di profonda fratellanza quelli vissuti prima nella cattedrale di San Lorenzo, dove Bartolomeo I è stato accolto dal cardinale Gualtiero Bassetti ed ha presieduto la preghiera ecumenica per la pace, e poi all’Università per stranieri. “La visita – ha sottolineato Romizi – rappresenta un momento importante per Perugia che ospita da oltre 40 anni una nutrita comunità di fedeli della Chiesa greca che fa riferimento al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Ci onorano le parole e l’apprezzamento che il Patriarca ha espresso nei confronti della nostra città. Gli incontri odierni cementificano sempre più i rapporti tra le due Chiese e mettono l’accento ancora una volta sullo spirito di apertura culturale e di accoglienza che caratterizzano Perugia”.

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