Nei giorni scorsi il M5S di Terni, dopo aver appreso che la torre di Colleluna era stato messo in vendita sul portale online subito.it, aveva lanciato l’idea di attivare un’iniziativa di crowdfunding per permettere alla città di acquistare l’immobile e non disperdere un patrimonio storico del territorio. Ai pentastellati ha risposto l’assessore all’Urbanistica di Terni, Francesco Andreani, che ha fatto sapere, tramite una nota, che esiste già un impegno del Comune per il recupero dell’area discoteca. Secondo quanto riferito dall’assessore: “Il recupero della torre di Colleluna è legato alla trasformazione e riuso della vicina discoteca ormai da lungo tempo in abbandono: l’intervento prevede oltre ad un incremento del 30% della volumetria esistente, una pluralità di destinazioni d’uso per attività alberghiere ed extralberghiere e, con una variante esaminata in 1° commissione consiliare ed all’attenzione del Consiglio, attrezzature sanitarie”.
Sulla torre storica la soluzione potrebbe essere quella di mantenere la proprietà privata dell’immobile e, tramite convenzione, inserire l’immobile a un uso pubblico: “Per la torre storica – prosegue Andreani nella nota – al fine di impedirne ulteriori degradi e preventivamente alla realizzazione dell’intervento, si prevede o la cessione gratuita all’AC della stessa, sottoposta ad intervento di consolidamento, e di una porzione di area adiacente che consenta la creazione di un giardino pubblico dedicato, o il recupero mediante restauro e risanamento scientifico con il mantenimento della proprietà privata e, tramite convenzione da inserire nel piano attuativo, la definizione di opportune modalità di uso pubblico”.
‘Una torre che balla’ – Gli interventi sulla torre dunque, non possono essere separati da quelli connessi all’area della discoteca, anche perché è già stato avviato l’iter burocratico che consentirebbe al Comune di entrare in possesso gratuito del bene storico: “Pertanto la vendita separata della torre rispetto all’area della discoteca – conclude Andreani – renderebbe impossibile l’intervento; d’altra parte l’AC ha predisposto il meccanismo normativo proprio per entrare in possesso gratuitamente della torre e non può quindi negare tale scelta comprando il bene in forma separata”.