Un cinghiale a “passeggio” all’interno del parcheggio della Spoletosphera. La notizia è subito circolata tra i cacciatori spoletini. E non perché, ovviamente, qualcuno pretendesse di andare a risolvere il problema munito di fucile di precisione.
Il povero cinghiale, del resto, dopo essersi aggirato per un po’ tra muri e pilastri di cemento ha ritrovato la via d’uscita ed è tornato in mezzo alle campagne. Che comunque sono a ridosso del centro storico di Spoleto ed a poca distanza dalla statale Flaminia.
L’animale, in cerca di cibo e magari anche impaurito da quello spazio inusuale, non ha danneggiato le poche auto in sosta (era di notte) e dopo aver girovagato per un po’ nello spazio del parcheggio è fuggito via da solo. Il tutto, pare, ripreso dalle telecamere di sorveglianza.
Un accadimento curioso, che però ripropone il tema del proliferare in Umbria degli animali selvatici e in particolare dei cinghiali, che si sono riprodotti in modo esponenziale anche a causa di comportamenti scorretti, che hanno favorito l’introduzione di specie non autoctone, provenienti dall’Europa dell’Est e dell’Asia.
Ed anche di animali che sono stati fatti incrociare con suini, come probabilmente avvenuto nel caso dell’esemplare record (245 kg il suo peso) abbattuto nelle campagne tra Deruta e Perugia.
Ucciso un cinghiale da record: 245 kg
E se per i cacciatori norme più elastiche per aumentare gli abbattimenti sono magari un’opportunità, per agricoltori e allevatori si tratta di un’esigenza, come dimostra la grande manifestazione di protesta organizzata nei giorni scorsi da Coldiretti sotto palazzo Montecitorio.
Nei piccoli comuni un cinghiale ogni cinque residenti