Picchiata e minacciata ad un solo scopo: ottenere il permesso di soggiorno. E’ la drammatica storia di una donna che per lungo tempo è stata vittima dei soprusi del compagno che nelle scorse ore è stato arrestato scongiurando così nuove possibili e ben più gravi violenze. I fatti per cui gli uomini della Sezione Terza della Squadra Mobile, diretti dal Dott. Marco Chiacchiera e coordinati operativamente dall’Ispettore Capo Sergio Ragni, sono arrivati all’arresto partono da lontano. Un uomo di origine tunisina, pluripregiudicato e clandestino sul territorio nazionale, inizia una relazione con una giovane donna di origine polacca. In diverse occasioni tutte oggetto di denuncia-querela da parte della povera vittima, mette in atto una serie di comportamenti ossessivi, minatori e violenti al fine di convincere la donna, con la forza, a proseguire la loro relazione ed a poter riconoscere la figlia nel frattempo nata durante la loro relazione. Secondo gli inquirenti per il solo scopo di ottenere il permesso di soggiorno.
L’INCUBO Saadaoui Hassen, trentenne, fin dai primi mesi della sua relazione con la giovane polacca, aveva sempre manifestato tutta la sua violenza in casa, anche per motivi futili e banali. Quando nel marzo del 2013 la sua compagna dà alla luce una bambina, a seguito di una aggressione particolarmente violenta da parte dell’uomo, la donna è costretta a lasciare l’Italia ed a trovare rifugio nel suo paese di origine, la Polonia. Dopo qualche mese, però, deve fare rientro in Italia per sottoporre la piccola appena nata a determinate cure mediche delle quali ha bisogno, e così ricomincia l’incubo: in diverse occasioni il tunisino la chiama, le invia dei messaggi minatori e, aspettandola sotto casa, quando la vede la riempie di schiaffi, pugni e calci perché vuole assolutamente e prepotentemente ricongiungersi con lei e riconoscere formalmente la figlia per poter regolarizzare la sua posizione in Italia, ma in ognuna di queste occasioni, nonostante la Polizia giunga tempestivamente sul posto, lui riesce a dileguarsi ed a far perdere le tracce di sé. Nel maggio del 2013 viene finalmente individuato alla Stazione Ferroviaria “Fontivegge” ed immediatamente colpito da un provvedimento di espulsione del Questore di Perugia e subito dopo accompagnato materialmente al CIE di Trapani, ma da lì non solo continua a minacciare via sms la donna di inviarle dei “sicari” che le avrebbero sottratto la bambina, ma addirittura riesce ad allontanarsi, facendo nuovamente sprofondare la povera giovane nel più profondo terrore. Non passerà molto tempo che Saadaoui si farà trovare puntualmente sotto casa di un’amica della donna, dove la stessa, con la figlia, aveva intanto cercato rifugio inutilmente. Da qui il proposito definitivo di lasciare anche Perugia e di trasferirsi, con la piccola e la madre, dai familiari in provincia di Bergamo anche se, il tunisino riuscirà ad individuare la sua vittima anche questa volta.
LE INDAGINI Fin dalla prima querela, gli uomini della Squadra Mobile hanno profuso ogni sforzo possibile per poter mettere al sicuro la vittima dei fatti narrati e per assicurare alla giustizia il responsabile, attesa non solo la sua oggettiva pericolosità in ambito familiare e nei confronti della sua ex compagna, ma anche il suo spessore criminale, essendo particolarmente conosciuto per innumerevoli trascorsi criminosi: il suo proposito di regolarizzazione con il permesso di soggiorno, è ovviamente un modo per poter continuare a rimanere in Italia e continuare a svolgere i suoi traffici illeciti, non svolgendo alcuna attività lavorativa e potendosi permettere, al contrario, un elevato tenore di vita. Immediate le indagini del caso e tempestivo il provvedimento del Gip di Perugia Alberto Avenoso su richiesta del Pm Paolo Adragna: la scorsa settimana, ha emesso un provvedimento di cattura a carico del tunisino, sottoposto alla misura cautelare personale della custodia in carcere, per stalking e lesioni personali aggravate ai danni della ex convivente. Nonostante il felice esito della vicenda, la cattura dello stalker ha rappresentato il momento di maggiore preoccupazione del caso. Il Saadaoui, come anticipato, è stato rintracciato a Brembate (Bg), nelle immediate vicinanze del nuovo domicilio della sua ex compagna nel quale si era rifugiata certa e sicura che lì non sarebbe mai stata raggiunta. Il tunisino è stato accompagnato nella più vicina struttura carceraria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria perugina. Il medesimo vanta diversi precedenti penali per violazione delle norme sull’immigrazione clandestina, resistenza a Pubblico Ufficiale, lesioni personali, minaccia etc., inoltre è stato destinatario di ordine di espulsione sia del Questore di Perugia che del Questore di Milano.