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UmbriaLibri, i mille volti della narrazione: da Cazzullo ad Affinati, Matano, Corsi e Pardo

Redazione

UmbriaLibri, i mille volti della narrazione: da Cazzullo ad Affinati, Matano, Corsi e Pardo

Dom, 08/12/2024 - 07:14

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Presentare la propria visione della Bibbia, immaginare nuovi viaggi, condividere l’idea di amore e raccontare aneddoti calcistici. UmbriaLibri porta a Terni diversi stili di scrittura e narrazione, grazie ad autori di primo piano come Aldo Cazzullo, Alberto Matano, Eraldo Affinati, Gabriele Corsi e Pierluigi Pardo, che hanno raccontato di sé e dei propri libri davanti a un vastissimo pubblico entusiasta.

“È stata la donna a dare il via alla storia dell’uomo”. Così Aldo Cazzullo ha lanciato il suo libro “Il Dio dei nostri padri” (Ed. HarperCollins), in cui spiega il valore della Bibbia nei tempi moderni. “È un libro meraviglioso, che va letto come un grande romanzo che contiene rimandi all’attualità. È il testo sacro per eccellenza che contiene le radici della nostra fede e della nostra cultura. È facile immedesimarsi nella Bibbia, perché tutti siamo stati Caino quando abbiamo odiato qualcuno o siamo stati David quando affrontato una sfida impossibile e quella sfida l’abbiamo vinta”.

Prima uscita a UmbriaLibri del libro di Alberto Matano, “Vitamia” (Ed. Mondadori), in cui racconta cosa accade quando l’amore finisce: “L’amore è la nostra vita: tutto ruota intorno all’amore, anche se poi finisce. I protagonisti del libro si ritrovano a 50 anni con l’esperienza degli anni vissuti e con la sorpresa di quello che succederà”. L’autore e conduttore televisivo confessa di esser particolarmente legato all’Umbria. “Ho frequentato due anni la scuola di giornalismo a Perugia. È una terra che mi è particolarmente cara, è un pezzo di cuore”.

Dalle relazioni interpersonali alla passione per i viaggi. Eraldo Affinati con “Le città del mondo” (Ed. Feltrinelli) descrive città non solo attraverso i luoghi ma anche attraverso ciò che evocano. “La geografia ha un potere evocativo nella letteratura – afferma Affinati – Quando si viaggia conta lo sguardo. Io le città le ho viste anche attraverso gli scrittori che ho letto. La letteratura, quindi, può essere una lente visiva che ci aiuta a comprendere le città che visitiamo”.

Tra risate e sketch comici, il conduttore televisivo Gabriele Corsi ha presentato il suo libro. “È nato da un sogno – afferma Gabriele Corsi – Perché ho sognato l’infermiere della casa di comunità che mi suggeriva di scrivere la storia dei degenti ospiti nella struttura perché andava raccontata”. Così l’autore di “Che bella giornata. Speriamo che non piova” (Ed. Cairo) spiega la scelta di scrivere un libro, cambiando la sua veste da conduttore televisivo e comico a scrittore. “Nel libro c’è il vero Gabriele Corsi, non il volto che si vede in televisione. Ho voluto parlare del rapporto con la malattia di mio padre e la mia esperienza al servizio civile in una comunità per degenti psichiatrici. Quando mio padre ha perso la memoria, a me è tornata in mente una parte della mia vita. Siccome mi consigliano spesso di raccontare a papà delle cose che mi riguardino per cercare di riaccenderlo, guardando dei quadri che ho nel soggiorno, ho raccontato storie di quei pittori a papà, dato che è un grande amante della pittura. Da lì è nato un monologo molto intimo in cui cerco di capire di più sulla mia vita”.

Sul filo del ricordo e delle emozioni calcistiche si è conclusa la giornata di UmbriaLibri con Pierluigi Pardo e i suoi “90 minuti. Storie di calcio e di campioni”. “Mi tornano alla mente episodi commoventi come l’addio di Del Piero o di Javier Zanetti – afferma Pardo – Il calcio è sorprendente e nelle pieghe di una partita apparentemente normale, viene fuori qualcosa di magnifico. La Ternana? Mi ricordo anche di Fabris: venivo spesso allo stadio Liberati a seguire le partite. Nonostante l’avvento delle moderne tecnologie il calcio è rimasto immutato. La passione e l’interesse restano immutate”.

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