L'allarme del sindacato confederale e della categoria dei Pensionati in relazione all'invecchiamento costante.
Un processo di invecchiamento che sta portando il sistema economico verso una fase di non sostenibilità. E’ questo l’allarme del segretario generale Uil Umbria, Maurizio Molinari e della segretaria generale UilP, Elisa Leonardi, che chiedono “uno sforzo per un’idea di futuro inclusiva, capace di tenere insieme tutte le fragilità, ma soprattutto di impostare un rilancio sostenibile socialmente ed economicamente”.
I numeri dei rapporti Aur
Molinari e Leonardi commentano i dati Istat contenuti nella pubblicazione ‘Popolazione e crisi demografica: il caso dell’Umbria in un’Italia che invecchia’ elaborata dall’Aur. “Un contesto, quello nazionale e locale – dicono Molinari e Leonardi – arrivato ormai al limite della sostenibilità economica. In Umbria la percentuale degli over 65 è del 25 per cento, i minori da 0 a 10 anni sono di meno degli over 70 di ben 94mila unità. Calando i giovani, la popolazione attiva si ridimensiona vertiginosamente. In Umbria, nel prossimo decennio, si perderanno 26mila unità, riducendo la fascia da 15 a 64, deputata al sostegno economico dell’intera popolazione regionale. La diminuzione della popolazione in età lavorativa si stima pari all’8,5 per cento (in Italia del -7,8) con una perdita di 44mila unità. Ventiduemila sarebbe la riduzione degli under 35, mentre gli over 65 sarebbero 36mila in più. Questo fenomeno porterebbe il tasso di dipendenza strutturale della popolazione (ovvero la quota delle fasce estreme su quella in età lavorativa) vicino al 72 per cento, ovvero 100 persone potenzialmente occupabili che dovrebbero sostenere, oltre loro stesse 72 persone in età non lavorativa. Parallelamente alla riduzione delle nascite, all’invecchiamento c’è anche il trasferimento dei giovani con media o alta formazione. Il tutto non compensato dagli arrivi, considerando che gli immigrati assumono velocemente i nostri comportamenti riproduttivi”.
“Questo quadro demografico – proseguono Molinari e Leonardi – che va avanti contestualmente agli stipendi più bassi d’Italia, fa sì che l’Umbria e i nostri governanti a tutti i livelli, si trovino di fronte a sfide diverse per il futuro. L’obiettivo che dovrebbe essere proprio e comune è quello di progettare un sistema di welfare che sia sostenibile, diffuso e gratuito, con l’idea di non lasciare indietro nessuno. Accogliamo con soddisfazione il dato della Fondazione Gimbe, secondo la quale l’Umbria faccia meglio della media nazionale per gli ultra 75enni non autosufficienti assistiti in trattamento socio sanitario residenziale. In audizione al Senato, il presidente Cartabellotta ha reso noto come a fronte di una media nazionale di 40,2 anziani assistiti non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale per 1.000 abitanti, l’Umbria risulta sopra media con questo dato che sale a 46 (nel 2021). Un dato positivo che non ci farà arretrare né tantomeno abbassare la guardia sui diritti all’assistenza delle persone, come sull’attuazione degli investimenti relativi alla Missione 6 del Pnrr, sulla sanità. È fondamentale che Case e ospedali di comunità procedano a ritmo spedito, ma è altrettanto necessario che non siano cattedrali nel deserto: serve il personale necessario per farle funzionare”.