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Umbria gialla Covid, il retroscena | Ordinanza scuola e negozi

L’Umbria attende venerdì che l’ordinanza del ministro Speranza la riporti in zona gialla del rischio Covid. L’andamento dei contagi, l’ampliamento dei posti letto per i pazienti Covid (anche attraverso l’approvazione dell’ulteriore Piano di salvaguardia) e il costante monitoraggio anche nelle case di riposo, insieme all’indice Rt sceso a 0,71 come certificato dall’Istituto superiore di sanità, consentono la “promozione” dalla zona gialla a quella arancione.

Covid, da domenica Umbria
in zona gialla: tutte le nuove regole

Un miglioramento della situazione che in realtà avrebbe potuto dare il via libera al passaggio di fascia anche nella settimana precedente. Ma l’accordo tra il Governo ed altre Regioni che si trovavano nella stessa condizione dell’Umbria aveva portato ad attendere ancora un’altra settimana per allargare le maglie, così da far raffreddare ulteriormente la curva dei contagi e la pressione sulle strutture ospedaliere. Patto rotto dal ritorno in zona gialla di Liguria e Sicilia.

Novità accolta con una certe irritazione da Palazzo Donini. Non tanto perché la presidente Tesei smaniasse per riaprire le maglie (le varie ordinanze della Regione Umbria sono state sempre un po’ più restrittive rispetto al Dpcm). Quanto perché non dava conto del lavoro fatto insieme al consulente Bertolaso soprattutto allestire i nuovi posti letto.

Venerdì, comunque, l’Umbria attende l’annuncio per il ritorno, da domenica, in zona gialla. Cosa che implica la riapertura di alcune attività (bar e ristoranti possono accogliere clienti fino alle 18) e soprattutto dà la possibilità di poter varcare i confini comunali senza bisogno di autocertificare lo stato di necessità.

Il passaggio in zona gialla, tra le altre cose, toglie i cacciatori (soprattutto chi pratica la caccia in braccata del cinghiale) dalle incongruenze emerse in zona arancione.

Ma venerdì sarà anche il giorno della nuova ordinanza della presidente Tesei che varrà per tutto il territorio regionale.

La scuola

C’è molta attesa per quel che riguarda il ritorno alle lezioni in presenza delle classi seconde e terze delle medie. Soluzione che dovrebbe essere adottata da mercoledì 9 dicembre, sulla base delle valutazioni fatte giovedì dal Comitato tecnico scientifico regionale. Quelle sulle quali la presidente Tesei ha giustificato i precedenti provvedimenti con l’obbligo della didattica a distanza. E che molti genitori hanno contestato, chiedendo che i dati venissero resi pubblici.

Scuola, sport, negozi:
pubblicata l’ordinanza regionale

Quei genitori che hanno presentato il ricorso al Tar chiedendo l’immediato ritorno in classe di tutti gli studenti delle medie. Il Tribunale ha respinto la sospensiva d’urgenza. Una decisione che dalla Regione è stata accolta come il riconoscimento del proprio corretto operato, con la materia sanitaria che nella pandemia prevale su quella scolastica.

Un ritorno in classe dalla prossima settimana renderebbe vano il giudizio di merito (udienza fissata addirittura per il 12 gennaio, quando anche le superiori dovrebbero tornare in classe, in base al nuovo Dpcm). Altrimenti, i genitori sono pronti a presentare un’altra istanza di sospensione.

I negozi

Tolti invece i divieti locali relativi alle aperture domenicali dei negozi. In Regione intendono dare possibilità ai commercianti di risollevare un po’ una stagione disastrosa. Sin dal ponte dell’Immacolata, quando tradizionalmente iniziano gli acquisti per i regali di Natale.

Le regole del nuovo Dpcm

Da venerdì 4 gennaio entrano però in vigore le nuove norme del Dpcm sul commercio. In tutta Italia dal 4 dicembre al 6 gennaio i negozi restano aperti sino alle 21.

IL NUOVO DPCM

Ma dal 4 dicembre al 15 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi nei centri commerciali saranno aperti solo alimentari, farmacie e parafarmacie, tabacchi, edicole e vivai.

(aggiornamento 3 dicembre)