Attivare il Comitato per il monitoraggio e la valutazione affinché “si controllino in modo approfondito le società che confluiranno in Umbria salute e Servizi, che assorbirà tutte le funzioni informatiche sanitarie di Umbria Digitale e di verificare le funzioni di ciascun organo all’interno della società consortile”. E’ quanto chiede il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (gruppo Misto-Umbria Next), a proposito della riforma che interesserà Umbria Salute, che già gestisce il Cup (Centro unico di prenotazione regionale) che verrà trasformata in Umbria Salute e Servizi, società consortile a responsabilità limitata, che assorbirà tutte le funzioni informatiche sanitarie di Umbria Digitale.
Una rivoluzione che a giudizio di De Vincenzi (e timori, in tal senso, sono stati espressi anche da alcuni rappresentanti sindacali) non dà nessuna garanzia occupazionale ai 90 dipendenti a tempo indeterminato e ai 22 collaboratori interinali di Umbria Digitale, “perché la nuova società – afferma il consigliere regionale – non potrà assumere impiegati né a tempo indeterminato né a tempo determinato”.
Umbria Digitale, nata nel 2014 specificamente per generare servizi di supporto informatico anche per tutta le rete sanitaria pubblica regionale, verrà di fatto svuotata nelle sue funzioni con una legge regionale finalizzata al post sisma e finanziata con fondi pubblici da dedicare alla ricostruzione.
De Vincenzi accoglie con favore la velocità con cui l’Umbria si sta dotando degli strumenti normativi per avviare la ricostruzione, ma è perplesso circa la scelta di svuotare i Umbria digitale delle sue funzioni.
“La presidente Marini e l’assessore Barberini – continua De Vincenzi – non hanno lesinato rassicurazioni rispetto al mantenimento del personale di Umbria Digitale. Tuttavia questa operazione, vista l’impossibilità da parte della nuova società Umbria Salute e Servizi di assorbire dipendenti a tempo determinato e indeterminato, fa nascere una domanda: chi e come erogherà i servizi informatici? Ci sorge il dubbio – afferma l’esponente di Umbria Next – che i servizi potrebbero essere affidati a partecipazioni esterne. Se così fosse, abbiamo seri dubbi che si stiano tutelando gli interessi reali dei cittadini umbri, i quali – ipotizza – potrebbero pagare assai salata questa ennesima scelta gestionale di una Giunta regionale che naviga ormai a vista, almeno apparentemente”.