L'esperienza dei giornalisti locali formati dalla Thomson Foundation | Firmato un documento di sostegno e per la sicurezza dell'informazione indipendente
L’Ucraina invasa, ma anche i racconti dagli altri scenari di guerra. Al Festival del giornalismo ci si interroga sul ruolo di una corretta informazione in un contesto dove opposte propagande cercano di disinformare l’opinione pubblica.
Scenari di guerra dove, come nel caso dell’Ucraina, diventa fondamentale il ruolo della stampa locale, di coloro che sono sul territorio e che hanno maggiore possibilità di accesso ai luoghi e alle fonti e possono quindi verificare le notizie diffuse dalle forze coinvolte nel conflitto. Thomson Foundation ha formato più di 1500 giornalisti nei recenti programmi in Ucraina. Alcuni di loro hanno condiviso le loro esperienze “sul campo” al Festival del Giornalismo, dove è stato anche siglato un documento di sostegno alla stampa indipendente, per avere accesso alle informazioni, ma anche per poter lavorare con il maggior livello di sicurezza possibile.
Due “guerriere” per il finale del Festival del Giornalismo
E per il finale di domenica il Festival del Giornalismo 2022 porta a perugia due autentiche “guerriere”. Cecilia Strada, attivista impegnata con la missioneResQ – la nave che salva vite umane e Francesca Mannocchi, pluripremiata giornalista autrice di importanti inchieste sul traffico di esseri umani, alle ore 21 nella Sala dei Notari, sono le protagoniste dell’ultimo appuntamento della giornata ‘Cammina, guerriera, cammina’. Evento moderato da Arianna Ciccone, cofondatrice del Festival Internazionale del Giornalismo.
Cecilia Strada e Francesca Mannocchi sono due donne che hanno messo la propria vita al servizio dei più bisognosi, per salvarli o per raccontare quel mondo che li schiaccia sotto gli orrori della guerra. Due “guerriere” che hanno deciso di percorrere un cammino attraverso il dolore e l’abisso della disperazione per portare luce e salvezza là dove altrimenti sarebbe impensabile immaginarla. ‘’Conoscere da vicino la loro storia – scrive sui social Arianna Ciccone – significa anche capire che “chi ha paura, perde tempo” e che – come diceva Teresa Sarti, co-fondatrice con Gino Strada e prima presidente di Emergency “se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”.