Truffa gazebo fotovoltaici, finisce l'incubo delle rate: Bbva annuncia annullamento contratti - Il testo della lettera - Tuttoggi.info

Truffa gazebo fotovoltaici, finisce l'incubo delle rate: Bbva annuncia annullamento contratti – Il testo della lettera

Redazione

Truffa gazebo fotovoltaici, finisce l'incubo delle rate: Bbva annuncia annullamento contratti – Il testo della lettera

Mar, 28/08/2012 - 19:55

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di Francesco de Augustinis

Si vede la luce in fondo al tunnel per le centinaia di famiglie umbre rimaste vittime della vicenda dei “Gazebo fotovoltaici” di Ener e Energesco, dopo l'annuncio della finanziaria Bbva della sospensione e del rimborso delle rate mensili per i pannelli mai realizzati. Dopo oltre un anno dagli inizi della brutta vicenda, che ha visto protagoniste oltre 250 famiglie solamente in Umbria indotte a contrarre mutui da oltre 22 mila euro per acquistare delle pensiline fotovoltaiche da una società – la Energesco – scomparsa poi nel nulla, l'incubo dei debiti e delle rate sembra essere giunto al termine.

Secondo quanto appreso da Tuttoggi.info, infatti, la finanziaria spagnola Bbva, che insieme alla Santander è una delle società che hanno elargito i mutui per l'acquisto degli impianti fantasma, ha comunicato ad alcune delle vittime la sospensione delle rate e il rimborso di quelle già pagate. “Gentile Cliente”, scrive la finanziaria in una delle lettere giunte ad alcuni 'truffati', “a seguito dell'inadempimento da parte della società Energesco e del mancato perfezionamento dell'accordo volto alla realizzazione dell'impianto fotovoltaico da parte di un altro fornitore, siamo con la presente a comunicarle la chiusura definitiva del contratto indicato in oggetto”. Oltre alla sospensione di tutte le rate, la finanziaria annuncia nella raccomandata anche il rimborso di tutte le rate versate dalle vittime: “Alla luce di quanto sopra”, si legge ancora, “le comunichiamo inoltre che qualora fossero state corrisposte delle rate, le stesse saranno oggetto di rimborso direttamente sulle coordinate bancarie da Lei indicate al momento della stipula del contratto di finanziamento”.

La sospensione delle rate, la chiusura dei contratti dei mutui e il rimborso degli importi erano gli obbiettivi inseguiti nell'ultimo anno sia dai tantissimi cittadini che hanno reagito per vie legali, sia dalle associazioni di consumatori che si sono impegnate nella vicenda.

Le tanto attese lettere di annullamento del contratto sono arrivate per ora solo ad una piccola parte delle vittime, in Umbria e in altre regioni come il Lazio e il Veneto, ma le motivazioni addotte dalla finanziaria fanno supporre che l'annullamento sarà esteso a tutti quanti hanno contratto i finanziamenti. “Dette iniziative -si legge ancora nella lettera – sono dettate dalla volontà di Bbva Finanzia Spa di tutelare, sotto ogni aspetto, la propria clientela”.

Sotto il peso dei debiti – I mutui con le finanziarie furono contratti tra il 2009 e il 2010 per un importo di oltre 22 mila euro. Solo in Umbria sono circa 350 le famiglie che avevano aderito all'iniziativa, promossa nella maggior parte dei casi da comuni e comunità montane del territorio.

Fino all'arrivo delle lettere le vittime di questa vicenda sono rimaste sotto il peso delle rate da 235 euro al mese, che solo in teoria avrebbero dovuto essere pagate dal conto energia degli impianti fantasma. Sin dal primo momento i legali e le società di consumatori – in particolare la Federconsumatori – avevano chiesto l'annullamento delle rate, accusando le finanziarie di aver avviato i pagamenti prima che venissero realizzati gli impianti, senza chiedere sufficienti garanzie ad Energesco, società che vantava un capitale sociale di soli 10mila e 200 euro.

I responsabili – La vicenda Energesco vede ancora diverse procure in tutta Italia, comprese quelle di Perugia e Terni, al lavoro su diversi procedimenti penali, anche per reati come truffa e ricettazione. A livello “politico”, solo all'inizio dell'estate il caso era finito in Parlamento con un'interpellanza al Ministero dell'Ambiente presentata dalla senatrice umbra Anna Rita Fioroni, per chiedere conto degli inspiegabili patrocini concessi all'iniziativa-truffa dalle istituzioni.

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