Arcaleni (Castello Cambia) ha portato la questione in Consiglio comunale "In tutto il comprensorio aumento esponenziale di cucciolate e felini morti"
Nel territorio di Città di Castello sarà presto attivata una cabina di regia tra Comune, Usl Umbria 1 ed Enpa sulla gestione dei gatti randagi.
E’ quanto è emerso in Consiglio comunale, dove il primo cittadino Luca Secondi ha risposto ad una interrogazione di Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) proprio sul randagismo felino, comunicando “l’intenzione di incontrare i responsabili dell’Usl per affrontare la situazione, coinvolgendo il gestore del nostro canile comprensoriale Enpa, come associazione di riferimento del mondo del volontariato impegnato su questo versante”.
La rappresentante di minoranza ha fatto presente l’esigenza di “affrontare una situazione sempre più emergenziale, non solo nel nostro Comune ma in tutto il comprensorio, per l’aumento esponenziale di cucciolate e felini morti, che mette a dura prova anche chi se ne occupa in maniera del tutto volontaria e con notevole dispendio di energie e risorse”. Nel far presente come “la cura delle colonie feline sia di competenza dell’amministrazione comunale, responsabile della sua gestione e protezione”, Arcaleni ha ricondotto l’aumento dei felini in circolazione al fatto che “sia diminuita molto la capacità di sterilizzazione della filiera pubblica-privata”.
“La situazione non è delle migliori – ha puntualizzato la consigliera – non perché l’Usl non risponda ma perché ci sono situazioni in cui non può intervenire, o perché non c’è servizio immediato (il primo disponibile è a Perugia), o perché spesso, quando un privato segnala la situazione gli viene detto di portare gli animali con propri mezzi presso il servizio deputato. Altre Usl offrono una diversa disponibilità, con modalità di trasporto messe a disposizione dei privati. Ci sono Comuni in cui il problema viene affrontato mettendo in sinergia Usl, Comune e associazioni come l’Enpa, che potrebbe farsi parte diligente per campagne di sterilizzazioni gratuite, perché fuori dall’Usl costano”.
Il sindaco Secondi ha letto in aula la comunicazione pervenuta dall’Usl Umbria 1, che ha chiarito come “la legge tuteli i gatti che vivono in libertà, in particolare quelli appartenenti a colonie feline, che devono avere un gestore responsabile dell’alimentazione e salute degli animali. L’Usl ci fa sapere che il servizio veterinario si occupa di sterilizzazione gratuita dei gatti regolarmente censiti e appartenenti ad una colonia e che a oggi non esistono liste di attesa, in quanto tutte le richieste vengono esaurite nel giro di una settimana. Il tempo dedicato alla chirurgia, che da due giorni è passato a tre, è superiore a quanto richiesto dall’utenza e l’Usl ha puntualizzato che non sarà possibile ampliare la disponibilità per questa tipologia di interventi, vista la carenza di personale”.
L’azienda sanitaria ha reso noto che le colonie censite nel territorio sono 62, di cui la maggior parte in stand-by perché sono terminati animali da sterilizzare. Nel 2022 il numero dei gatti sterilizzati è stato di 219 e nel primo semestre del 2023 risultano essere 93 hanno fatto sapere i responsabili sanitari, che hanno spiegato come “le prestazioni rivolte ai gatti randagi e di colonia prevedano operazioni chirurgiche, visite cliniche e terapiche, vaccinazioni, sverminazioni, trattamenti antiparassitari, test diagnostici e analisi cliniche, per un totale di 206 interventi effettuati sui gatti nel primo trimestre 2023”.
Secondi ha sottolineato di rilevare una “discrasia” tra quanto testimonia l’Usl e quanto percepito dalle segnalazioni ricevute dai cittadini, in particolare sulla questione del censimento delle nuove colonie e sterilizzazioni. “Ecco perché – ha precisato – la mia intenzione è aprire un confronto sulla questione con Usl ed Enpa, punto di riferimento con un mondo del volontariato che non è facile identificare e coinvolgere, ma che attraverso il gestore del nostro canile comprensoriale è magari possibile far partecipare”.
Arcaleni ha replicato evidenziando come la risposta dell’Usl “non sia stata soddisfacente“. Anche a me risultano differenze rispetto a questi dati, non mi sembra ci sia una corrispondenza realistica. E’ necessario aprire un confronto su una situazione che sta sfuggendo di mano. Vorrei infatti capire cosa può fare in più l’Usl, perché serve una maggiore disponibilità e chiarezza rispetto agli impegni che essa può prendere nei confronti dei volontari, considerando che in altri territori vengono messi a disposizione anche mezzi di trasporto per rendere possibili le sterilizzazioni”.