Tribunale ecclesiastico, 231 cause per divorzi in Umbria nel 2014 - Tuttoggi.info

Tribunale ecclesiastico, 231 cause per divorzi in Umbria nel 2014

Redazione

Tribunale ecclesiastico, 231 cause per divorzi in Umbria nel 2014

Il cardinale Bassetti, "difendere la famiglia. Valore reale" / In crisi le coppie tra i 31 e i 50 anni
Mar, 10/02/2015 - 17:53

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Sono state in totale 231 le cause di nullità matrimoniale trattate lo scorso anno – di cui 128 quelle pendenti dal 31 dicembre 2013, 102 quelle introdotte nel corso del 2014 e una riassunta – dal Tribunale ecclesiastico regionale umbro (Teru) che ha sede a Perugia nel complesso della cattedrale di San Lorenzo.
Delle 231 cause, quelle espletate sono state 104 (erano 79 nel 2013) mentre quelle pendenti al 31 dicembre 2014 sono 127: la relazione sull’attività del Teru nell’anno 2014 a cura del vicario giudiziale, padre Cristoforo Pawlik (“al di là delle statistiche – ha detto – non bisogna dimenticare che ci sono dietro persone che soffrono e che attendono giustizia”), è stata illustrata stamani a Perugia nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, che si è aperto con il saluto del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, moderatore dello stesso Tribunale oltre che presidente della Ceu.
La famiglia va trattata non come ideale astratto ma in maniera reale, con la consapevolezza della complessità dei problemi al suo interno”, ha affermato Bassetti rivolgendosi ai presenti intervenuti nella sala del Dottorato delle Logge di San Lorenzo, presenti, tra gli altri, il vescovo di Terni e autorità del tribunale civile. “Forte è il sostegno a favore delle famiglie nelle diocesi e in tutta la regione – ha ancora sottolineato Bassetti – per cercare di contrastare i drammi che queste vivono al loro interno soprattutto dovuti alle crisi in atto, economica e morale“. Ma per Bassetti “grazie a Dio ci sono segnali positivi, segni che il Signore non si stanca dell’umanità e alimenta così la speranza”.
Il cardinale ha poi evidenziato le parole del Papa in merito “alla necessità che la giustizia della Chiesa si svolga in tempi ragionevoli” ed al fatto che “la strada da seguire è quindi quella dello snellimento delle procedure perchè alcune sono lunghe e pesanti”. Secondo Bassetti “non si può far aspettare anni una sentenza per dire se un matrimonio è valido o no”. Fortemente voluta da Papa Francesco, la riforma del processo matrimoniale canonico è stata poi al centro di una presentazione tenuta dal professor Paolo Moneta, membro della Commissione speciale di studio per la riforma del processo matrimoniale canonico. Moneta ha messo l’accento comunque sulla “necessità di fare attenzione, visto che lo snellimento rischia di andare a discapito della verità e dell’obiettività del giudizio”.
La linea da seguire per il cardinale Bassetti rimane “quella della giustizia, ma anche della carità“. Altro concetto ripreso sempre da Papa Francesco è stato quello del “fare giustizia gratuitamente, separando l’interesse spirituale da quello economico“.
Ed in merito alle “notizie non vere che circolano relativamente ai costi per chiedere la nullità del matrimonio” è intervenuto padre Pawlik il quale ha spiegato che il contributo della parte attrice che invoca il procedimento (per quanto riguarda la distribuzione del sesso, in totale nel 2014 sono state 62 le donne attrici e 42 gli uomini attori) è di 525 euro, mentre la parte convenuta non è tenuta a contribuzione e solo nel caso in cui si costituisca deve pagare 262 euro.
Relativamente alla durata del processo di prima istanza, dalla relazione presentata sull’attività 2014 del Teru emerge invece che delle 104 cause di nullità espletate sono 41 quelle comprese nel periodo “da un anno ad un anno e mezzo“, 38 “da sei mesi ad un anno“, 14 “da un anno e mezzo a due anni“, sei per “meno di sei mesi” e cinque “oltre due anni“. C’è inoltre una preponderanza del ricorso a patroni stabili rispetto ad avvocati esterni, mentre la condizione sociale delle parti vede in cima alla classifica gli impiegati, seguiti principalmente da operai, medici, commercianti, disoccupati. Infine, l’età delle parti all’introduzione del procedimento riguarda soprattutto la fascia dai 31 ai 50 anni.

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