Per aderire ad analoga richiesta delle Organizzazioni sindacali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM, FISMIC, UGL e USB, nella giornata di ieri si è svolta, in call conference , presso il Palazzo del Governo, una riunione presieduta dal Prefetto Emilio Dario Sensi per la disamina di talune problematiche afferenti la presunta vendita del sito produttivo Acciai Speciali Terni da parte della Thyssenkrupp, gruppo industriale tedesco con focus sulla lavorazione dell’acciaio.
Scenari
Nel corso dell’incontro, è emerso che la decisione della multinazionale tedesca si inserirebbe in una strategia di riorganizzazione interna e di rivisitazione del core business aziendale, anche a causa delle perdite subite dal mercato dell’acciaio in seguito all’emergenza Covid-19. Nel particolare, per lo storico polo siderurgico ternano è stata prefigurata una prospettiva di ricerca di una partnership industriale o di soluzioni nuove e più solide al di fuori della Thyssenkrupp.
I sincadati
Per tali ragioni, i rappresentanti delle segreterie territoriali del comparto metalmeccanico hanno manifestato forti preoccupazioni circa l’assenza di garanzie per il futuro di AST, tenuto anche conto che l’annunciata vendita potrebbe mettere a rischio gli accordi raggiunti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, recentemente rinnovati nel mese di giugno del decorso anno per il periodo 2018-2020, con i quali sono stati assicurati significativi investimenti pari a circa 60 milioni di euro, unitamente al mantenimento dei livelli occupazionali e alla strategicità del polo siderurgico per il core business della multinazionale tedesca.
I sindacati, nell’evidenziare come l’attività produttiva del sito di Terni rappresenti circa il 13,5% del Pil dell’intera regione Umbria, hanno altresì evidenziato come l’annunciato avvio del processo di vendita potrebbe comportare un pericoloso, definitivo indebolimento della posizione nazionale nel mercato dell’acciaio, declassando l’Italia da attuale produttore a mero importatore.
Crisi e Tk
Il suddetto intervento di mercato, inoltre, si inserirebbe in una fase storica particolarmente delicata come quella attuale, condizionata dall’emergenza epidemiologica in atto, che potrebbe mettere a rischio il processo di ristrutturazione aziendale, con conseguente riduzione dei livelli occupazionali e perdita definitiva di strategicità del polo ternano.
Nel veicolare le istanze e i timori dei lavoratori, le organizzazioni sindacali hanno dunque manifestato l’opportunità di un attento monitoraggio sulla programmata vendita, allo scopo di non privare di efficacia il contenuto degli accordi nazionali precedentemente richiamati e di garantire la massima tenuta dei livelli occupazionali, tutelando il valore economico e sociale che AST ha sempre avuto per la regione e l’intero Paese.
Il Prefetto, nel prendere atto di quanto riferito, ha assicurato il proprio impegno a monitorare la situazione, avendo cura di segnalare al competente Ministero dello Sviluppo Economico le forti preoccupazioni manifestate dai rappresentanti dei lavoratori.