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THYSSEN KRUPP-BASELL, APPROVATO DOCUMENTO SU CRISI INDUSTRIALE E POLO CHIMICO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE

Redazione

THYSSEN KRUPP-BASELL, APPROVATO DOCUMENTO SU CRISI INDUSTRIALE E POLO CHIMICO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE

Lun, 11/07/2011 - 19:25

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Il Consiglio provinciale di Terni ha approvato poco fa un ordine del giorno sulla vicenda Tk Ast e sul polo chimico ternano che è stato formulato a seguito della seduta aperta del 30 giugno scorso. Nel documento il Consiglio chiede “di rigettare in ogni sede la possibilità di una disgregazione dell’acciaieria ternana, che trae il suo maggiore punto di competitività e di forza dall’integrazione delle sue attività e dall’articolazione produttiva attraverso le partecipate(Aspasiel, Tubificio, SdF); di chiedere, insieme a tutti gli altri soggetti istituzionali locali, il coinvolgimento e la massima condivisione intorno alle scelte che verranno compiute dalla TK in merito alle strategie di scorporo del settore inossidabile, con particolare riferimento alla necessità che le rappresentanze sindacali italiane siano compartecipi, così come avviene nel sistema tedesco, delle eventuali determinazioni; adoperarsi di concerto con tutti gli altri livelli istituzionali umbri, con i parlamentari, con le parti sociali, affinché proseguano i contatti e l’interessamento del Governo Nazionale, a partire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fino alla formale presa in carico in quella sede dell’intera vicenda industriale ternana, tenendo ben presente la diversità di approccio fra la vicenda AST-TK e quella del Polo Chimico; di lavorare di concerto con tutte le parti interessate alla ri-convocazione dei soggetti che hanno siglato il Patto di Territorio del 2005 per procedere al suo necessario aggiornamento con l’obiettivo di collocare il territorio dentro una strategia che rilanci la leadership industriale ternana nei settori produttivi tecnologicamente più avanzati della siderurgia, delle energie rinnovabili e della chimica verde; di sostenere insieme alla Regione dell’Umbria, in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri, la proposta di rilancio del Polo Chimico Ternano in chiave fortemente innovativa, avanzata dalla Novamont anche attraverso l’attivazione di strumenti che consentano l’impiego di agevolazioni pubbliche a sostegno dell’iniziativa; di lavorare affinché tutti gli attori coinvolti nelle vertenze in atto e nell’evolversi della vicenda TK-AST superino ogni differenziazione reciproca evitando azioni individuali o l’attivazione di canali difformi da quelli da tutti riconosciuti come legittimi e trasparenti nel prioritario interesse del territorio e del suo futuro economico e sociale; di sollevare, sempre di concerto con tutti gli attori interessati, la questione del ruolo industriale dell’Italia nel consesso europeo con particolare attenzione al quadro normativo di riferimento attuale e futuro, a partire dal coinvolgimento della delegazione italiana al Parlamento europeo.
La crisi economica globale ha prodotto e produrrà i suoi più pesanti effetti su quei lavoratori e quei territori che fanno della vocazione industriale il loro principale asset di sviluppo. È evidente che siderurgia e chimica, che tanto hanno pagato nell’ultimo triennio alla contrazione dei consumi mondiali, producono pesanti ricadute sugli assetti produttivi e organizzativi in particolare in quei Paesi come l’Italia a più maturo sviluppo industriale. Alla luce di ciò, si sente oggi più che mai la necessità di una strategia condivisa di politica industriale che argini innanzitutto i rischi per i livelli occupazionali e quindi quelli di perdita di competitività rispetto alle aree industriali emergenti. Una necessità ancora più urgente alla luce delle intenzioni annunciate lo scorso maggio dalla Tyssen Krupp di scorporo del settore inossidabile e dei rischi per il futuro che sta vivendo ormai da più di un anno il polo chimico ternano a seguito della vertenza Basell. Il territorio ternano, già nel 2004-2005 ha subito un pesante ridimensionamento del settore siderurgico, ultimo di una lunga serie di vicissitudini che hanno riguardato uno dei siti industriali maggiormente strategici per l’economia nazionale. In quella circostanza si è messo in campo uno strumento – il Patto di Territorio – di coordinamento e di iniziativa condivisa che ha coinvolto tutte le istituzioni locali e il Governo Nazionale. Uno strumento che ha inaugurato soprattutto un approccio di lavoro utile al rafforzamento dei livelli di competitività dell’industria ternana e umbra attraverso 4 assi di riferimento, in sintesi:
1) sostegno alle attività di R&S e di quelle formative; 2) miglioramento delle condizioni infrastrutturali e logistiche dell’area; 3) approvvigionamento energetico a costi europei; 4) strumenti concreti di agevolazione e sostegno allo sviluppo industriale.
A distanza di 6 anni dalla stipula del Patto di Territorio appare necessario –anche alla luce di un bilancio per gran parte positivo di quella esperienza- procedere, come previsto dallo stesso protocollo ad un suo aggiornamento alla luce delle rilevanti novità che riguardano la più grande industria del centro Italia e dell’evolversi delle vicende legate al destino del polo chimico ternano. Alla luce di quanto premesso Appare sempre più necessario procedere in tempi rapidi ad una revisione del Patto di Territorio che tenga conto, oltre che delle novità emerse in questi mesi, di quelle in tema di agevolazioni alle grandi imprese, della necessaria selezione delle priorità che riguardano i contenuti del 2005 ancora in sofferenza come nel caso delle infrastrutture. La stessa revisione del Patto di Territorio dovrà riguardare la riformulazione degli obiettivi strategici per ridefinire il complesso di strumentazioni utili al rilancio industriale dell’area ternana, prendendo atto che la situazione richiede l’attivazione di una cornice normativa che riconosca formalmente il territorio ternano quale “area di crisi complessa”. In particolare si ritiene necessario avere a disposizione strumenti concreti per sostenere: la diversificazione dell’industria di base che maggiormente ha subito le conseguenze della crisi economica e della competitività globale; lo sviluppo di attività di ricerca coerenti al rilancio industriale dell’area; la celerità nel completamento di quelle infrastrutture selezionate come prioritarie e da ultimo, ma non da ultimo, il sostegno alla formazione professionale tecnico-scientifica in grado di qualificare in modo coerente il capitale umano”.

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