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Test per il Coronavirus nei laboratori privati: le modalità

Redazione

Test per il Coronavirus nei laboratori privati: le modalità

Servirà comunque la prescrizione di un medico, risultati vanno comunicati all'azienda sanitaria. Cosa succede in caso di test positivo al Coronavirus
Mar, 05/05/2020 - 14:51

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La Regione Umbria ha definito le modalità con le quali si possono effettuare i test per il Coronavirus nei laboratori privati.

L’infezione da SarsCoV2 pone grossi problemi di sanità pubblica per far fronte ai quali la Regione Umbria ha infatti definito un Protocollo con una serie di prescrizioni per l’esecuzione dei test sierologici presso i laboratori privati.

Le prescrizioni per i test per Coronavirus

In base al documento che delinea l’attività delle strutture private, il test per rilevare la positività al Coronavirus dovrà essere eseguito previa prescrizione di un medico. L’esecuzione dell’esame deve avvenire nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza e protezione, definiti dal laboratorio, per evitare la diffusione del contagio. Inoltre, deve essere raccolto il consenso informato del soggetto all’esecuzione del test e alla trasmissione dei risultati ai Servizi dell’Azienda Sanitaria Locale ai fini del controllo epidemiologico e di sanità pubblica. L’informazione al soggetto al quale viene effettuato l’esame deve specificare le caratteristiche del test e le finalità, nonché i limiti e il significato dei risultati dell’esame e la necessità di isolamento in caso di test positivo.

Cosa succede in caso di test positivo al Coronavirus

In caso di positività (sia per IgM, che per IgG, che per IgM+IgG), si deve invitare il soggetto a rientrare al proprio domicilio e quindi a mantenere l’isolamento, anche dai propri familiari, mentre il laboratorio che ha effettuato il test sierologico deve immediatamente segnalare il caso positivo al Servizio di Igiene e sanità Pubblica competente per i provvedimenti del caso; la tracciabilità della prestazione deve essere garantita anche per i test sierologici rapidi in immuno-cromatografia. Inoltre è richiesto un referto firmato, contenente le specifiche del test utilizzato.

L’esito va comunicato all’azienda sanitaria

L’esito dell’esame, sia positivo che negativo, deve essere comunicato all’Azienda Sanitaria tramite inserimento nei sistemi informatici regionali di biosorveglianza.

Il documento prevede la costituzione di un Comitato per il controllo e monitoraggio dell’attuazione di tutte le disposizioni e dei risultati dei dati elaborati dal sistema di sorveglianza. Inoltre sarà soggetto a rivalutazione in relazione all’evoluzione degli scenari epidemiologici e delle conoscenze scientifiche e in base all’esito del monitoraggio previsto dal Decreto del Ministero della Salute del 30.4.2020 “Emergenza COVID-19: attività di monitoraggio del rischio sanitario connesse al passaggio dalla Fase 1 alla Fase 2”.

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