“Avremo vinto il giorno in cui avremo distrutto le urne elettorali ed avremo creato il Califfato con le munizioni e la decapitazione“. E’ solo uno dei tantissimi post inneggianti al martirio, alla guerra santa, ai combattenti dell’Isis, che i quattro arrestati nell’ambito dell’operazione della polizia postale di Perugia, ‘DaWa’ hanno pubblicato sui loro account Facebook, da cui – secondo gli inquirenti – cercavano di fare proselitismo di matrice jihadista.
In carcere – I quattro uomini, due detenuti nel carcere di Milano, uno a Mantova e uno a Monza, sono stati arrestati (uno era già in carcere per una pena definitiva per reati comuni) mercoledì mattina, poche ore prima che un ‘lupo solitario’ come teoricamente potrebbero essere uno di loro, decidesse di lanciarsi sulla folla con un Suv e, armato di due coltelli facesse piombare nel panico Londra e l’Europa intera.
Attentati – Stavolta, visto che ormai sono in carcere, non potranno gioire come hanno fatto in occasione di altri attentati di matrice islamica, come fecero per Parigi e Bruxelles. Venerdì mattina, i primi due di loro sono stati interrogati da un gip per rogatoria a Milano ed entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nei prossimi giorni anche gli altri due detenuti verranno sentiti da un gip.
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I profili – E’ probabile che neanche loro daranno alcuna spiegazione per tutta quella attività di apologia del terrorismo che hanno fatto nei loro profili Facebook che, in un primo momento erano pubblici e poi, invece, sono diventati privati e impossibili da consultare ai non amici. Nelle tantissime pubblicazioni in cui inneggiano al Califfo, e invocano la guerra santa, anche moltissime foto e video con contenuti anche talvolta macabri.