“Aritanga…a rompa coiota”, avrebbe detto il mitico Titino (Nino Manfredi) misteriosamente scomparso in Africa e ritrovato dal cognato Fausto (Alberto Sordi) in un film (CLICCA QUI) diventato culto per tanti amanti della commedia italiana degli anni ’60-’70.
In un sorta di Grammelot afro-ciociaro salta fuori in un momento tutta la scocciatura di essere “ritrovati” proprio quando non lo si vuole affatto.
A Spoleto la scena del film si replica a soggetto ormai da qualche tempo, immutabile e sempre con gli stessi attori. Nella parte di Titino la categoria dei giornalisti, tutta intera sia chiaro, senza particolarismi e localismi. In quella di Fausto, lo scocciatore, il presidente della Confcommercio di Spoleto, Andrea Tattini che ormai non manca un colpo, quando se ne presenta l’occasione, di sparare sulla categoria di chi usa la penna per raccontare.
Ultimo set della recita, la conferenza stampa di presentazione della Spoleto-Norcia in Mtb, un evento atteso e che ha in programma anche un importante momento di solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma dello scorso 24 agosto.
Ed è proprio il terremoto che per Tattini rappresenta l’argomento su cui agganciare la polemica consueta con i giornalisti (CLICCA QUI), rei di fare domande “da brividi” alla popolazione o agli intervistati in genere, fino ad arrivare alla soluzione finale.
“Io vieterei l’accesso ai giornalisti alle aree terremotate“, proferisce il presidente dei commercianti con sprezzo del pericolo o del ridicolo, non si sa. Alla radice dell’ukase tattiniano il fatto che i giornalisti parlino, udite udite, del terremoto in Umbria. Quello attuale e quelli storici del ’97 e degli anni ’70 e ’80. La cosa allontanerebbe i turisti, sopratutto perchè gli si fanno vedere le macerie. Tattini, peraltro, non è solo su questo pericoloso abbrivio. Di qualche ora fa il preannuncio di una interpellanza in Consiglio Regionale di Marco Vinicio Guasticchi, annunciata con un post su Facebook dallo stesso consigliere regionale e che segue in pieno la linea della cattiva informazione. “Rischiamo che i contraccolpi mediatici danneggino irrimediabilmente il turismo in tutta la Regione”. Addirittura! (Clicca qui per la nota integrale di Guasticchi)
Di irrimediabile, a nostro sommesso parere c’è l’ineleganza, diciamo così, di parlare di affari e commerci mentre ancora la tragedia è “calda” ed i morti ancora non sono stati tutti seppelliti. Ma sopratutto la “bruttura” del marketing pro domo nostra a sfavore di un territorio a pochi chilometri di distanza che ha problemi insormontabili da un punto di vista economico- aziendale generali e non solo nel settore turistico.
Mentre per il pronunciamento del Consigliere regionale Guasticchi la ratio sembra essere ancora una volta tutta politica, all’interno della faida regionale del Pd, per quello che riguarda Tattini, chi lo conosce (e noi un po’ lo conosciamo) sa che al presidente l’idea del traccheggiamento politico non piace e se una cosa non va bene si agisce e si risolve in casa propria senza tante storie. Ed è con lo stesso cipiglio agitprop che quindi Tattini dice che non vuole i giornalisti sulla scena del terremoto. Ma non li vuole li come da ogni altra parte in cui ci sia incrocio con “problemi” o “cose” che lo vedono protagonista nella sua qualità di presidente Confcommercio. I casi in cui il Tattini-pensiero sul giornalismo e i giornalisti si è manifestato sono più di uno, tra cui la vicenda del contributo della Bps al ConSpoleto per Don Matteo10 (CLICCA QUI), di cui ancora aspettiamo di sapere l’importo esatto, ma anche della stessa trattativa per riavere la fiction Don Matteo a Spoleto, di cui sembra non si possano sapere i dettagli e peggio ancora divulgarli ai lettori, pena il reato di lesa maestà. Mancava il terremoto, e non ce lo siamo fatti sfuggire. Insomma guai a disturbare chi lavora.
Per fortuna che c’è Titino-Per fortuna che Titino-giornalista c’era anche a l’Aquila, quella sfortunata terra che ha tremato prima di Lazio e Marche, e che con la loro presenza, prima e dopo, hanno fatto vedere a tutto il mondo come non si deve affrontare l’emergenza e la fase ricostruttiva dopo un terremoto. Per fortuna che c’è anche ora ad Amatrice, Accumuli, Arquata, Pescara del Tronto e anche Norcia e le sue frazioni, per fare in modo che anche con le domande da “brividi” si parli di quello che è successo, come ad esempio lo scandalo annunciato della scuola ristrutturata di fresco ad Amatrice e crollata, per fortuna senza bambini dentro. I Titino di tutto il mondo alla fine a qualcosa servono, aiutano a far uscire fuori i dettagli di chi le faccende ed i panni sporchi è abituato a lavarseli in casa lontano da occhi indiscreti. Peccato che molto spesso quei panni sporchi sono anche indumenti di tutta la società. Se nel Lazio e nelle Marche questa volta si farà un passetto in avanti nel gestire meglio le cose sarà anche perchè la pressione dell’informazione, in questo caso eccezionalmente pluralista, costante e puntuale non lascerà spazio agli errori del passato senza che questi vengano denunciati all’opinione pubblica.
E ci dispiace per Fausto-Tattini ed anche per Guasticchi-interpellante ma se l’informazione è corretta e puntuale allora i turisti non si spaventeranno di una foto della casa crollata o del racconto della tragedia. Quello è un fatto contingente che ha che vedere con la natura umana con la paura, un sentimento che non è gestibile dall’uomo solo al comando che magari vorrebbe dirgli,“venite è tutto a posto”. Purtroppo non basta dire “è tutto a posto”. Di certo il turista vorrà sapere come il nuovo albergo di Amatrice sarà ricostruito e se la prossima volta, speriamo più lontana possibile, correrà di nuovo il rischio di lasciarci la vita o no in quel luogo. Oppure il turista vuole sapere con certezza se i luoghi dove non ci sono stati crolli, ma il terremoto è passato per bene, siano luoghi sicuri per una vacanza.
Noi crediamo che l’informazione sia tutto, in un ambito di comunicazione sopratutto turistica e se il Presidente Tattini dovesse affermare il contrario o farne una questione di informazione “utile” o “non utile”, allora forse la Confcommercio ha un problema. La Regione nemmeno la citiamo perchè il problema ce l’ha da tempo e si è manifestato ante-terremoto.
Noi Titini– giornalisti di certo proseguiremo a svolgere il nostro mestiere finchè qualche legislatore deciderà di metterci il bavaglio. Vorrà dire che se incontreremo di nuovo Fausto-Tattini sospireremo di quando in quando rassegnati, “Aritanga…a rompa coiota”.
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