Nella frazione umbertidese è stata chiusa anche la strada sottostante l'edificio sacro, Tesei in Altotevere "Situazione al momento sotto controllo"
E’ a rischio crollo il campanile di Pierantonio (Umbertide), dove il centro storico e la strada sottostante sono stati chiusi al traffico. La struttura, dichiarata inagibile insieme a chiesa e canonica, ha evidenti crepe che hanno fatto letteralmente “scivolare” la parte superiore (nella foto).
Nella stessa frazione, una delle più colpite dalle recenti scosse di terremoto, sono stati dichiarati inagibili anche il bar e la scuola media del paese. Anche la vicina chiesa di Sant’Orfeto è stata chiusa al culto, così come quella di Madonna della Neve a Pian d’Assino. Stessa sorte anche per la millenaria abbazia-basilica minore di San Salvatore di Montecorona, dove sono visibili lesioni con distacco d’intonaco della volta centrale in due punti, al di sopra del presbiterio e dell’altare e della navata, con conseguente inagibilità momentanea dell’edificio religioso.
In queste ore si stanno svolgendo numerosi sopralluoghi di vigili del fuoco e protezione civile, per capire quali azioni intraprendere in caso di strutture danneggiate. Alle ore 13 erano oltre 350 le chiamate in coda ricevute dal 115, di cui circa 200 dalla zona di Perugia e le restanti provenienti tra Umbertide e Pietralunga.
A Pierantonio e Umbertide stamattina (10 marzo) sono arrivati in visita anche il prefetto di Perugia Armando Gradone, la presidente della Regione Donatella Tesei, l’assessore Enrico Melasecche e il sindaco di Umbertide Luca Carizia. Tesei ha dichiarato: “La situazione è sotto controllo al momento. La macchina dei soccorsi si è subito messa in moto. L’efficacia e la velocità della protezione civile regionale comunale ha permesso di garantire un letto e un posto sicuro a coloro che non volevano rimanere nelle loro case per paura”.
Nella notte circa 200 persone hanno dormito fuori casa, la maggior parte nelle proprie auto, altri nei posti letto messi a disposizione dalla Protezione civile nelle palestre delle scuole. Tra questi vi erano anche 50 sfollati costretti giocoforza ad abbandonare le proprie case lievemente danneggiate.