Servono incentivi fiscali ed economici, mentre la sospensione delle tasse non serve ad evitare la desertificazione economica a cui stanno andando incontro intere aree dell’Umbria dopo le scosse di terremoto del 2016. Il riconoscimento del danno indiretto da terremoto, però, da parte del Governo, almeno per il momento, non c’è, come non c’è una ‘no tax area’ nel nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, pubblicato giovedì sera in Gazzetta ufficiale. L’assenza delle misure era già nell’aria da giorni, anche in base alle bozze del testo trapelate nei giorni passati.
Di questo si è parlato nei giorni scorsi a Scheggino, durante l’incontro “Sisma 2016: interventi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Le misure di interesse per le imprese” promosso da Confindustria Spoleto – Valnerina, guidata da Laura Tulli, e da Confindustria Terni, presieduta da Giammarco Urbani, che si è svolto alla sala polivalente. Un pomeriggio che ha visto anche emergere diverse problematiche concrete da parte delle piccole aziende locali, di Norcia, Cascia come anche Spoleto.
“Creare occupazione e sviluppo nel territorio”
Ad aprire l’incontro è stato il saluto del sindaco di Scheggino, Paola Agabiti, che ha lanciato un accorato appello: “Serve la possibilità di creare occupazione e sviluppo nel territorio, per evitare lo spopolamento e l’impoverimento che nuocerebbe all’Umbria tutta. Servono incentivi fiscali ed economici, – ha osservato – auspichiamo misure strutturali per le attività produttive, che sono fondamentali. Si dovrebbero creare le condizioni perché si torni a investire nei nostri Comuni. C’è stato un calo drastico delle presenze turistiche, – ha ricordato – questa situazione sta mettendo in ginocchio le attività ricettive e della ristorazione, settore strategico nel nostro territorio. Stiamo stati già feriti in passato dal terremoto, ci siamo rialzati, ora siamo pronti a riandare avanti”. La presidente locale di Confindustria, Laura Tulli, dopo i ringraziamenti ai presenti, ha evidenziato che “le priorità del Governo per il centro Italia ferito dal terremoto sono la scuola e il lavoro, due temi che tengono insieme la comunità, principi imprescindibili. Solo una ricostruzione sostenibile può contrastare lo spopolamento, dobbiamo farlo e favorire la crescita del comprensorio. Il mio invito è quello di porre al centro l’impresa, dando fiducia agli imprenditori che già operano nel nostro territorio e nelle aree interessate e prevedendo misure che possano attrarre possibili nuovi investimenti. Confido in un’azione politica tempestiva” ha aggiunto la presidente degli industriali di Spoleto e della Valnerina, sollecitando chiarezza sulle problematiche delle infrastrutture viarie, la redazione di un cronoprogramma e il monitoraggio del rispetto dei tempi.
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Fondi per le aree interne a supporto della Valnerina
A fare il punto della situazione è stato il dirigente della protezione civile della Regione Umbria Alfiero Moretti: “Stiamo affrontando una crisi sismica molto complessa, stiamo gestendo 4-5 terremoti in un territorio molto vasto e questo ha rallentato l’avvio della ricostruzione. La fotografia dei danni è cambiata tre volte in 6 mesi, abbiamo dovuto ricominciare da capo più volte. Nonostante questo si è lavorato con leggi ed ordinanze per mettere in piedi un processo di ricostruzione, con priorità per scuole e imprese: ogni impresa persa per il territorio è un grande problema”. Moretti ha ricordato come la novità di finanziare al 100% la ricostruzione delle seconde case in questi territori sia di fatto una sorta di misura di sostegno alle imprese, visto che esse sono un pezzo fondamentale di un’economia di quei territori. Quanto alle misure di sostegno, il dirigente regionale ha ricordato come il cratere coincida con l’area interna Valnerina (al di là di Spoleto), “un’area omogenea anche se il livello di danneggiamento è molto diverso tra i comuni, decisione finalizzata alla misura che già delle aree interne, che vede in campo 400 milioni di euro. Fondi che si accompagneranno alle azioni di ricostruzione”. Per Moretti, insomma, questi fondi potrebbero essere il palliativo per finanziamenti che non ci sono. Peccato però che i soldi per le aree interne siano vincolati (e questo il direttore prociv non lo ha ricordato) ai settori di scuola, trasporti e sanità. Oltre al fatto che Spoleto, nel cratere sismico con limitazioni e con ben più danni di alcuni dei comuni della Valnerina ternana, non è inserito nell’area interna.
Moretti ha anche ricordato come già da 3 mesi, grazie all’ordinanza numero 4 del commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, sia possibile intervenire immediatamente sugli edifici con danni lievi. “La burocrazia – ha spiegato – si adegua al cittadino, che può cominciare i lavori e mentre vengono effettuati l’ufficio speciale per la ricostruzione approva il progetto”. Annunciando poi vari provvedimenti per i professionisti effettivamente inseriti nel testo del nuovo decreto legge. Mentre presto dovrebbe aprire la sede di Norcia dell’Ufficio speciale per la ricostruzione (già operativo quello presso la sede della protezione civile regionale di Foligno), in un locale preso in affitto e sistemato.
Nessun riconoscimento danni indiretti, ma la disciplina Ue li prevede
A focalizzare l’attenzione sui problemi delle aziende e sulle loro richieste è stato Giuseppe Mele, funzionario di Confindustria nazionale a capo di uno specifico gruppo di lavoro. Che ha ricordato come inizialmente il primo terremoto, quello del 24 agosto, abbia danneggiato soltanto il settore agro-zootecnico, poi da fine ottobre in poi i problemi hanno riguardato molte altre imprese, come quelle manufatturiere. E dopo ogni sisma sono arrivati nuovi provvedimenti (tre i decreti legge, i primi due poi accorpati). “Questo modo di procedere per aggiunte risulta essere problematico – ha attaccato Mele – Confindustria fin dal primo decreto legge ha sollecitato un testo unico da utilizzare in caso di calamità naturali, anche per evitare poi osservazioni da parte della Commissione europea: è un consiglio che da tempo diamo visto che l’Italia ha avuto l’avvio di una decina di procedure d’infrazione sulle ultime calamità“. Criticata ovviamente l’assenza dell’ipotesi di zone franche urbane dal Dl, come il riconoscimento dei danni indiretti. “Il riconoscimento della riduzione del volume di affari – ha spiegato il rappresentante degli industriali – è riconosciuto nella disciplina dell’Unione europa ma non c’è nella disciplina attuativa“. Insomma, l’Ue prevede il cosiddetto ‘danno indiretto’ ma l’Italia no. Eppure, “non solo nel cratere, ma anche fuori, in zone dove si vive di turismo, interi comprensori rischiano la desertificazione economica”. Ci sono comunque varie misure a favore delle imprese nelle normative emanate dopo il terremoto, come investimenti per le imprese danneggiate e per le nuove, ma manca la possibilità di consentire insieme ricostruzione ed investimenti aggiuntivi.
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Rivedere la programmazione: non solo promozione turistica
“L’indennizzo per i danni – ha osservato Giuseppe Mele – risponde a procedure di un certo tipo, l’investimento invece ad altre norme che fanno competenza ad altri enti”. Soldi in campo da parte dell’Ue, comunque, ce ne sono, “il problema è avere una pianificazione che sia in grado di utilizzare questo programma. Nell’attuale programmazione infatti, per quanto riguarda il turismo abbiamo solo un riferimento alla promozione. Si tratta invece di riprogrammare misure turistiche: le Regioni si devono attivare, le risorse ci sarebbero”. Ed un’accelerazione andrebbe impressa anche sulle infrastrutture: “Certe procedure di recupero potrebbero essere velocizzate”. Anche se l’incontro dei giorni scorsi tra ministro Delrio, Anas e Regioni è un primo passo.
Gli imprenditori locali: ecco i nostri problemi
Ad alzare la voce durante l’incontro sono stati anche alcuni imprenditori locali. Come Damocle Magrelli, operatore del settore ricettivo, di Cascia: “Le sospensioni delle tasse non servono, non possono dare a noi la motivazione giusta per restare qui. Servono strumenti diversi, ci aspettavamo cose più concrete“. “C’è un problema a livello finanziario” ha osservato la signora Colacecchi, di Norcia, dell’omonima azienda di distribuzione a servizio delle attività alberghiere e ristorative. “Affronteremo un periodo difficilissimo, che vedrà molte aziende scomparire. I clienti non possono onorare gli impegni ed il tessuto sociale è inesistente. C’è un problema di ‘vendita’ del territorio a livello di marketing, di ristrutturazioni che devono avvenire in tempi rapidi e questo dovrà avvenire in modo intelligente per poter essere sfruttato. Il problema è ricreare un tessuto economico che si sta sfaldando”. Mentre a farsi portavoce di alcune problematiche specifiche che riguardano le aziende di Spoleto è stata una consulente aziendale spoletina, Lucia Polinori. Che ha raccontato, tra gli esempi, il caso di un albergo spoletino che ospitava le forze dell’ordine che da gennaio, però, di punto in bianco, lo hanno lasciato per disposizioni superiori. Svuotando quindi la struttura, che ora si trova senza lavoro ma impossibilitata a chiedere la cassa integrazione in deroga per i suoi dipendenti come fatto invece da altre visto che i termini sono scaduti a fine dicembre.
Rossetti: “Abbiamo chiesto al Governo che alcune misure non vengano attuate”
Per la cassa integrazione, dal 7 settembre ammontano a circa 6 milioni di euro le richieste autorizzate per la sospensione dei lavoratori sia con contratto a tempo determinato che indeterminato. Dal 2017, però, con la legge Fornero, la cig in deroga è stata tolta. A spiegarlo è stato il dirigente del settore attività produttive della Regione Umbria Luigi Rossetti. Che ha spiegato anche le difficoltà nell’applicare alcune disposizioni da parte del Governo e della protezione civile. E come alcune di esse siano inutili. “Mercoledì mattina a Roma, ad un incontro con le Regioni, abbiamo chiesto che alcune misure previste dal decreto legge non vengano attuate: non serve a niente ad esempio finanziare 30 commercianti che possano ripartire su migliaia che ne fanno richiesta perché i soldi non bastano! Inventiamoci piuttosto altro” ha detto Rossetti. Di recente alcune misure specifiche sono state attivate per i lavoratori autonomi che esercitano nell’area del cratere ed i rappresentanti (che devono avere il 50% della propria attività nel cratere). “In meno di una settimana da quando abbiamo attivato la piattaforma web per le domande, ne abbiamo ricevute circa 600 domande” ha rivelato.
“Solo con l’affinamento continuo degli strumenti si crea un supporto per chi vuole continuare a credere in questi territori” ha concluso Rossetti.