Spoleto non è ancora pronta – nonostante annunci, proclami ed eclatanti esercitazioni buone più per la tv che per la cittadinanza – a gestire al meglio situazioni di crisi come quelle causate da eventi naturali, come ha confermato anche il terremoto di mercoledì notte, 23 aprile, quando una scossa ha toccato magnitudo 3.6 della Richter, avvertita da Terni a Perugia, da Acquasparta a Norcia.
Che la situazione sia al limite dell’accettabile lo dimostra anche la riunione che si è tenuta poche ore dopo presso il Coc dove le urla di alcuni dei presenti rischiavano di arrivare fino in centro storico.
A denunciare i ritardi e le falle della gestione sono però i consiglieri Alessandra Dottarelli e Gianmarco Profili (Alleanza civica) che in una nota ricostruiscono le 12 ore seguite al terremoto in cui ai ritardi nelle decisioni operative si sono aggiunti quelli nella comunicazione alla cittadinanza (anche da autorità prive di titolo), per non parlare di deliberazioni al limite del paradosso come quella di aver chiuso persino le scuole dotate di moduli antisismici o il divieto di apertura al pubblico dei soli uffici comunali.
Leggiamo la nota. “È passato appena un anno dalla grande esercitazione “Ponziano” dell’aprile 2024, ma qualcosa nella macchina comunale di Spoleto sembra non funzionare nella gestione di un’emergenza, nella fattispecie quella sismica” scrivono Profili e Dottarelli “Il terremoto di magnitudo 3.6 sulla scala Richter delle 23.31 della scorsa notte ha fatto nuovamente temere il peggio alla popolazione spoletina, ancora scossa dal ricordo del 2016. Sui social e nelle chat si è rapidamente diffuso il panico, alimentato da informazioni frammentarie e non ufficiali. Fortunatamente, l’evento sismico non ha provocato danni, ma solo un comprensibile spavento. In questo contesto, l’Amministrazione comunale, con il Sindaco Sisti, quale massima autorità locale di Protezione Civile, ha scelto giustamente una linea di massima prudenza. Nulla da eccepire su questo. Tuttavia, il resto della gestione lascia spazio a molte perplessità. Secondo quanto ricostruito, la decisione di chiudere scuole e uffici comunali sarebbe stata presa nelle primissime ore del 24 aprile, poco dopo la mezzanotte. Eppure, l’ordinanza ufficiale è stata firmata solo intorno alle ore 7:00 del mattino, mentre le comunicazioni pubbliche sono giunte poco prima”.
Delle 7,30, a otto ore dal terremoto che per fortuna non registrato scosse di rilievo, l’alert sul canale whatsapp istituito proprio dal municipio per le emergenze (si fa per dire) e comunicazioni varie.
“Paradossalmente, è stata la Presidente della Regione ad annunciare la chiusura già poco dopo la mezzanotte – un annuncio che però non trovava riscontro in nessun atto ufficiale del Comune, tanto che alcuni cittadini lo hanno ritenuto un “fake”. Anche l’attivazione del Centro Operativo Comunale (COC), con la delibera n. 51, è avvenuta solo intorno a mezzogiorno (?), ben dopo l’emergenza iniziale. Alla luce di ciò, sorgono spontanee alcune domande. Se la decisione di chiudere scuole e uffici era stata presa poco dopo la mezzanotte, perché ci sono volute quasi sette ore per firmare l’ordinanza e informare ufficialmente la popolazione? Se la chiusura era motivata dalla necessità di verificare la sicurezza degli edifici, perché i dipendenti comunali sono stati fatti entrare prima delle ispezioni? Perché la chiusura non ha riguardato anche altri uffici della pubblica amministrazione presenti sul territorio e alcuni anche in sedi storiche? Perché sono state chiuse anche le scuole Dante Alighieri e la scuola di San Martino ospitate nei moduli? Cosa si doveva controllare se non creare disagi alle famiglie?” continuano i consiglieri di Alleanza civica. Ma non è tutto.
Operazione Ponziano: Terremoto, è il giorno dell’esercitazione. Evacuazioni diretta video | Foto e Video
Terremoto, l’area attrezzata dimenticata
“Come ben sa il Sindaco, Spoleto non dispone più di un’area attrezzata di Protezione Civile per le emergenze, in quanto attualmente occupata dai moduli della scuola Dante Alighieri. Un’area alternativa, da urbanizzare proprio nelle vicinanze, era stata annunciata e progettata: ad oggi però resta solo sulla carta. Uno spazio del genere, come è evidente, potrebbe rivelarsi fondamentale in situazioni come quella appena vissuta. Purtroppo, quanto osservato nella gestione di questa situazione (come successe nello sciame sismico del dicembre 2023) restituisce l’immagine di una macchina ancora lenta e una gestione incerta e approssimativa della catena di comando che fa capo al Sindaco. Quella che doveva e deve essere una “gloriosa macchina operativa”, come più volte descritta dal Sisti, rischia di assomigliare invece alle poco efficaci “gloriose macchine da guerra” di certi fumetti” concludono Dottarelli e Profili.
Per la cronaca c’è anche chi alla ordinanza sindacale di chiusura degli uffici municipali al pubblico ha voluto dare una interpretazione a dir poco estensiva: come la Fondazione del Festival di Spoleto che “richiamata l’ordinanza del sindaco a seguito dell’evento sismico” ha deciso di non aprire affatto gli uffici. Per la gioia dei dipendenti per l’inaspettato quanto lungo ponte di festa.
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(ultimo aggiornamento alle 16.15)