Terni, uccise a coltellate la moglie | Franco Sorgenti condannato a 18 anni - Tuttoggi.info

Terni, uccise a coltellate la moglie | Franco Sorgenti condannato a 18 anni

Luca Biribanti

Terni, uccise a coltellate la moglie | Franco Sorgenti condannato a 18 anni

Comune e associazioni parti civili
Mer, 22/07/2015 - 17:50

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Aggiornamento ore 19.40 – E’ arrivata la sentenza che condanna Franco Sorgenti a 18 anni di carcere. Il gip Massimo Zanetti ha disposto che l’imputato rimanga in carcere. La pena richiesta di 17 anni è stata ridotta a 18 per l’accesso al rito abbreviato.

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Laura Livi, 36 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito Franco Sorgenti, 67 anni, il 28 dicembre 2014, all’interno dell’appartamento di Via Gramsci che condividevano con le figlie minori di 3 e 8 anni. L’accusa, sostenuta dal pm Camilla Coraggio, ha chiesto per l’ex operaio Ast 27 anni di reclusione, è quella di omicidio volontario con l’aggravante del rapporto di coniugio. A breve la sentenza.

Nell’ambito del processo anche il comune di Terni e le associazioni delle donne si sono costituite parti civili, richiesta accolta dal giudice del Tribunale di Terni. Il primo cittadino si è recato a far visita al presidio delle associazioni di genere che oggi hanno voluto far sentire, insieme ai familiari della donna assassinata, la loro presenza davanti al tribunale. “Ho voluto portare la vicinanza ai parenti di Laura Livi. Come Amministrazione Comunale abbiamo accolto con convinzione dichiara il sindaco Leopoldo DI Girolamo l’invito delle associazioni a difesa delle donne e per le politiche di genere di costituzione del Comune come parte civile nel processo a carico della persona accusata dell’omicidio di Laura Livi, la giovane donna uccisa il 29 ottobre del 2014. E’ un atto doveroso da parte del Comune in quanto il femminicidio è una ferita per tutta la società civile, l’omicidio di una donna alla quale viene così negata anche la propria dignità e la propria volontà contrasta con le norme di una comunità basta sul rispetto e il diritto, danneggia tutta la comunità ad iniziare dall’Ente, il Comune, che meglio di ogni altro la rappresenta. L’omicidio di Laura Livi ha distrutto una vita umana ma ha anche leso le finalità per le quali il Comune agisce, finalità previste nello Statuto dell’Ente e nell’attività quotidiana per le politiche di genere, per la prevenzione dei reati contro le donne, per l’assistenza a chi è vittima di abusi, compresi i minori legati alla donna. Nel Comune di Terni è attivo il centro pari opportunità, una casa rifugio per le donne maltrattate, così come è attiva la casa delle donne e il centro antiviolenza. Un lavoro intenso, che può non bastare ma che doveroso mettere in campo nell’ottica della prevenzione e della educazione. I servizi sociali comunali si attivano per fornire assistenza e aiuto ogni volta che giunge una segnalazione di maltrattamento o abuso. E’ su questi elementi giuridici che l’avvocatura comunale ha basato la sua istanza di costituzione di parte civile. Esprimo soddisfazione per l’accoglimento da parte della magistratura di questa nostra richiesta. Colgo l’occasione per ribadire, soprattutto in un frangente come questo, momento di ricordo e di grande dolore, la vicinanza dell’Amministrazione Comunale alle figlie di Laura Livi, ai parenti tutti e a tutte le persone che le sono state amiche e che hanno avuto modo di apprezzarla nella sua breve esistenza”.

Anche il senatore Gianluca Rossi ha accolto con favore l’accoglimento della richiesta: “Nel corso del processo per il femminicidio di Laura Livi il Giudice ha accolto la costituzione di parte civile da parte del comune di Terni e delle associazioni femministe ternane, si tratta della prima volta a Terni ed è un gradissimo passo avanti per chi, come me, ritiene che sia un reato che affonda le sue radici in un retroterra culturale fatto di stereotipi da sconfiggere, quelli che vedono la donna come elemento inferiore all’interno delle società e quindi nelle famiglie. La violenza è figlia di questo e oggi abbiamo fatto un passo avanti: le vittime siamo anche noi, l’intera società”. Così il Senatore del Partito Democratico Gianluca Rossi commenta la notizia che giunge dal Tribunale di Terni, relativa al processo per l’omicidio di Laura Livi per mano del marito.  Rossi prosegue: “Sono sollevato dalla decisione del giudice di accogliere le istanze del comune e delle associazioni, che da sempre si battono per la promozione di politiche di genere che sanciscano uguaglianza e libertà.  Con questa scelta  – conclude  il Senatore – si stabilisce, tra l’altro,  un nesso tra il reato di femminicidio e una cultura maschilista e ossessionata dal corpo della donna”.

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