Terni, Tar boccia ricorso contro Telecom | 6 milioni rimangono a bilancio - Tuttoggi.info

Terni, Tar boccia ricorso contro Telecom | 6 milioni rimangono a bilancio

Luca Biribanti

Terni, Tar boccia ricorso contro Telecom | 6 milioni rimangono a bilancio

Depositata la sentenza al Tar dell'Umbria | La cronologia degli eventi
Gio, 31/12/2015 - 16:49

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5 milioni e 630mila euro, è questa la somma Tosap che il Comune di Terni ha messo nel bilancio del Comune, proprio quanto mancava per aggiustare il bilancio di previsione dell’ente per l’anno 2015. Sarebbe il credito vantato del Comune nei confronti di Telecom Italia per la concessione del suolo pubblico destinato a 33 chilometri di tubature per l’installazione di 37 chilometri di fibra ottica, opera iniziata ‘nel secolo scorso’, cioè alla fine degli anni ’90, e che nel 2004 Telecom ha sospeso senza completare.

Ripercorriamo brevemente le fasi salienti della vicenda per avere un quadro più chiaro sulla cronologia dei fatti:

– nel 2000 Telecom, nonostante gli accordi presi, non ha ancora terminato i lavori, dichiarando successivamente che il mancato completamente degli stessi rientra nella libera iniziativa imprenditoriale dell’azienda.

– nel 2004 dopo vari solleciti a terminare i lavori, il Comune di Terni dispone, con un’ordinanza, di rimuovere le infrastrutture installate da Telecom sul suolo e nel sottosuolo stradale anche per motivi di sicurezza e manutenzione della rete viaria sullo la quale scorrono i tubi. L’ordinanza viene contestata da Telecom perché è ancora in essere il protocollo di intesa del 1997 e ricorre al TAR.

nel 2007  il TAR accoglie il ricorso di Telecom e intima al Comune di Terni il pagamento di 5mila euro di spese legali. Palazzo Spada impugna la sentenza e ricorre al Consiglio di Stato.

nel 2008 ICA, concessionaria per la riscossione della TOSAP per conto del Comune di Terni, notifica a Telecom cartelle di accertamento per un complessivo di 4,7 milioni di euro relative agli anni 2004-2008, sulla base del ricalcolo della tassa occupazione suolo pubblico non più valutabile ad ‘utenza’ (visto che l’impianto non ha mai preso a funzionare), ma a ‘mt quadrato’.

nel 2009 la Commissione Tributaria di Terni annulla gli accertamenti di ICA con varie motivazioni: Telecom non è dunque tenuta a pagare al Comune di Terni la tassa ricalcolata. La sentenza passa in giudicato, ossia non potrà più essere rivalutata, per mancata impugnazione sia da parte di ICA che del Municipio.

nel 2015 arriva la sentenza del Consiglio di Stato che in alcune parti ribalta la precedente sentenza del TAR e oltre a far rimborsare il Comune delle spese legali pagate, tra le altre stabilisce che Telecom non può godere delle agevolazioni sulla TOSAP “per mancanza di funzionalità delle infrastrutture e della perdita degli effetti del titolo che ha consentito la realizzazione delle opere”.

Un altro tassello da aggiungere al complicato puzzle è arrivato nella giornata di ieri, quando è stata depositata la sentenza del Tar dell’Umbria, emessa dalla Camera di Consiglio di Perugia il 2 dicembre, che ha annullato l’atto del 31 luglio scorso del Comune di Terni che respingeva la richiesta di concessione in sanatoria del suolo pubblico avanzata da Telecom.

Si legge nella sentenza: “il diniego di concessione in sanatoria di cui si controverte si fonda, nella sostanza, sulla carenza di documentazione da allegare alla relativa domanda. Ebbene per giurisprudenza pressoché costante (cfr. TAR Reggio Calabria, 12 aprile 2002, n. 237; TAR Liguria, sez. II, 12 gennaio 2012, n. 35; sez. I, 7 aprile 2006, n. 349; Cons. Stato, sez. V, 19 aprile 2005, n. 1792) la carenza di documentazione non costituisce ragione di per sé idonea a sorreggere un diniego di questo tipo, ben potendo l’amministrazione competente esigere, in siffatte ipotesi, una accurata integrazione documentale ad opera dei privati soggetti istanti. E soltanto in caso di mancato adempimento al suddetto ordine istruttorio poter adottare – questa volta sì – un provvedimento di archiviazione, ossia di improcedibilità dell’istanza (cfr. Cons. Stato, sez. III, 30 gennaio 2013, n. 603; TAR Bari, sez. II, 18 novembre 2011, n. 1760)”.

Al momento dunque la somma rimane ancora bloccata nell’operazione di assestamento bilancio, ma qualora l’iter giudiziario dovesse risolversi negativamente per il Comune, ci sarebbe un ulteriore buco da ‘tappare’.

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